Operazione pensa

“La violenza di quelle rapine l’ha sconvolta. Va ascoltata in modalità protetta”. Si farà incidente probatorio

La donna brasiliana, che vive a Campobasso, a gennaio scorso subì la brutale aggressione da parte di Michele Di Bartolomeo e Andrea Maselli. Ma non era la prima volta: era già accaduto tre anni prima. Il sostituto Giuliano Schioppi, titolare dell’indagine portata a termine dalla squadra mobile, ha quindi chiesto e ottenuto che sia ascoltata prima del processo

La donna brasiliana che a gennaio scorso subì la violenta aggressione per essere rapinata in casa propria da parte di Michele Di Bartolomeo e del complice Andrea Maselli (poi arrestati nell’ambito di “Operazione Pensa” della squadra mobile di Campobasso)  sarà sentita dal Gip con le modalità di “audizione protetta”.

Il giudice Teresina Pepe ha accolto la richiesta dell’autorità inquirente e ha fissato l’incidente probatorio al 9 aprile.

A chiedere l’interrogatorio della donna, in modo da acquisire la prova e renderla pienamente utilizzabile al processo, è stato il pubblico ministero Giuliano Schioppi sottolineando l’urgenza di acquisire subito la testimonianza in quanto “la vittima versa in una condizione di particolare vulnerabilità”.

Il procedimento è quello a carico del 25enne Michele Di Bartolomeo e del 19enne Andrea Maselli. Nell’ambito dell’inchiesta sono finite ai domiciliari altre quattro persone mentre in otto state iscritte sul registro degli indagati.

La donna, testimone-chiave nel processo a carico di Di Bartolome&Co. nella sua vita ha subìto due rapine da parte del giovane.

Il 16 luglio 2016, infatti, se lo ritrovò nel suo appartamento assieme ad un complice. “Pensa” quella volta aveva una pistola di colore nero, il compagno invece possedeva un coltello. Il copione è lo stesso di gennaio scorso: sfondarono la porta dell’appartamento dove abita la brasiliana e la picchiarono selvaggiamente per rubarle seicento euro di cui era in possesso.

Ricevette diversi colpi con il calcio della pistola, pugni alla testa e allo stomaco, fino a quando stramazzò al suolo. Ebbe paura e quella volta non denunciò. Fino a tre anni dopo quando proprio a gennaio 2019 la porta del suo appartamento fu buttata nuovamente giù sempre dallo stesso uomo: “Pensa”. Con lui c’era Andrea Maselli (che il colpo successivamente lo ha confessato ai carabinieri accompagnato dal suo legale Giuseppe Fazio).

La vittima però questa volta ha chiesto aiuto al 112 che scoperti i due, li hanno poi denunciati. Perché  il culmine di accertamenti attenti e precisi, di verifiche pensate e studiate da parte della squadra mobile a carico, in particolare, proprio di Di Bartolomeo ( sul quale la polizia lavorava dall’agosto precedente quando il 25enne iniziò l’ascesa verso il crimine locale con l’obiettivo di “controllare Campobasso”)  è poi arrivato all’alba dell’otto marzo. Quando sempre la squadra mobile, poi in collaborazione anche con i carabinieri del Norm, ha eseguito le misure disposte dal Gip a carico di sei persone e otto indagati a piedi a libero.

Questa mattina inoltre il difensore di “Pensa”, l’avvocato Silvio Tolesino tenterà davanti al Tribunale del Riesame di ottenere la revoca della custodia in carcere e quindi in alternativa una misura meno afflittiva come i domiciliari. Terminato pure questo passaggio, il legale si preparerà ad affrontare l’eccezionalità dell’incidente probatorio che potrebbe definitivamente inchiodare il 25enne alle accuse che gli vengono addebitate.

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