In Box

In box

Errico Rosati, il “preside del sorriso”

Danzano i ricordi sul palcoscenico della vita. Rivivono le esperienze più belle nel campo educativo. Vibrano le emozioni del cuore per ricordare una stagione felicissima della scuola. Improvvisamente si riapre il ventaglio dei ricordi su un contesto educativo attivo  che ha lasciato il segno nel mondo della scuola.  Così, a dieci anni dalla scomparsa del preside Errico Rosati, il mondo di una scuola innovativa e sensibilissima alla bellezza riprende il volo.

Grazie, appunto, a  questa figura di spicco  che – con fascino, caparbietà e capacità professionale  – aveva fatto della scuola un “luogo felice”. Sì, perché a scuola si ha l’opportunità di mettersi in relazione  con gli altri, di capire l’importanza del lavoro, di condividere i problemi, di scoprire i valori più nobili e di intercettare durante la lezione quella scintilla che improvvisamente può cambiarti la vita. In una logica di inclusione senza precedenti – la  scuola  di Errico Rosati – attraverso il lavoro singolo e di gruppo, a classi aperte, senza muri e differenze, doveva motivare chiunque a nutrire la mente di sapere per la vita e per il bene comune. Solo così si può rimuovere ogni tipo di svantaggio sociale. Solo così si può essere liberi  e motivati a ritagliarsi con dignità il proprio  cammino di vita.

Ne era convinto Errico Rosati a tal punto che – con determinazione – riportava a scuola chi si azzardava a scegliere “l’abbandono scolastico” senz’alcuna  motivazione. “Quod in iuventute non discitur, in matura aetate nescitur”. Ciò che non s’impara da ragazzo, non lo si saprà da grande.  Pare proprio che sia questa la voce del suo credo attivo. Nella sua azione di preside, la scuola – dunque – non era un luogo comune.

Santa Croce di Magliano brillava per questo. La Scuola Media “Michele Del Gatto” era a tempo pieno. Aveva un biglietto da visita coloratissimo. Gioioso e pieno di sensibilità affettive.  A qualsiasi ora era aperta. Le due ali, sbriciolate dagli interventi post-sisma, tra lo stadio “Vincenzo Cosco” e la graziosissima Scuola dell’Infanzia tuttora in piedi, erano illuminate  fino a tarda sera. Qui brulicavano le esperienze. Il volto di un’offerta formativa era sempre vivo. Si respirava il clima di un’autentica palestra di vita, dove il saper fare, la conoscenza concettuale e il saper essere dovevano andare a braccetto ed essere difesi a denti stretti. Errico Rosati lo faceva con orgoglio. Il suo fare  istintivo  ai più sembrava spesso esagerato, proprio perché radicato in un lavoro didattico intriso di credo, di impegno oltre ogni limite e di attaccamento alle problematiche e alle sfide educative. In questa dimensione pedagogica la scuola era concepita come spazio culturale, luogo di vita e, dunque, patrimonio comune. Tutti erano chiamati a dare un contributo per renderla piacevole e bella. Si dovevano curare gli spazi verdi. Operatori e docenti rimettevano a nuovo – nelle vacanze estive – pareti e quanto serviva per una migliore manutenzione. Ogni piccola parte veniva tenuta in bella mostra. Si lavorava per mettere la scuola al centro della vita sociale. Gli affreschi degli alunni guidati dall’artista Antonio Giordano, diffusi sulle pareti, alquanto motivanti per la loro bellezza,  dovevano motivare, incuriosire, educare le coscienze a rispettare l’ordine, il lavoro che sapeva di mani, l’arte, la geometrìa, la letteratura, la storia, insomma ogni viaggio utile alla mente umana.

Da “figlio del libro” –  fin da giovane –  è stato capace di intercettare le nuove sfide comunicative animando le trasmissioni su Radio Andromeda, una delle prime emittenti libere nate a Santa Croce di Magliano. Non si dimentica, poi, l’impegno profuso fino alla Romagna per raccogliere i fondi necessari a far rinascere la  scuola dopo il terremoto. Uomo dall’ingegno multiforme nel campo della formazione, con passione ha vissuto nella scuola e per la scuola. Di questa intensa e magica pagina scolastica ricordiamo i momenti più esaltanti legati ai laboratori espressivi e alla pratica dello “Sfondo integratore” nella Scuola dell’Infanzia. Qui una filosofia ludica lanciamessaggi educava la fantasìa dei più piccoli. Oltre ai due documentari, andati in onda sulla Rai, realizzati da Angelo Sferrazza sui laboratori della Del Gatto, e a pubblicazioni pioneristiche – come quella di geostoria su Rotello – stampata a Montreal nel 1993,  resta un esempio, nel campo del giornalismo, l’esperienza con la rivista “Il Bene Comune” di Antonio Ruggieri. Destinata a divulgare le buone pratiche della scuola molisana, a incoraggiare nuove strategìe e a dare “un senso alle cose che facciamo”.

In tanti ricordano con piacere  la sua instancabile voglia di lavorare, la sua indole battagliera, accompagnata da una vis espressiva veemente, affabile, sorridente, sempre tesa a coinvolgere – con gioia –  i ragazzi  in ogni esperienza didattica. Il suo stile era unico.

“È stato un grande dirigente scolastico, sensibile, generoso, disponibile ed aperto alle nuove sfide educative – afferma il professor Eugenio Fiorilli – mi ha insegnato tantissimo. Mi ha fatto scoprire strade che non avrei mai immaginato di percorrere. Per me Errico Rosati è stato una meravigliosa scoperta. Una di quelle che in qualche modo riesce a cambiarti la vita. Oggi so che è anche grazie a lui se non ho paura di essere quello che sono”. Così – nel fluire piacevole dei ricordi – rivive il “Preside del sorriso”. Protagonista di una felicissima stagione educativa che – a distanza di dieci anni – ha ancora tanto da dire.

commenta