Sanità alle strette

Emergenza personale nei pronto soccorso: Governo firma per le assunzioni, ma non basta

La sanità molisana soffre a causa di una carenza non solo di medicinali, come il caso della carenza di morfina in capo al 118, ma soprattutto per colpa di una mancanza di personale che possa gestire il flusso giornaliero di persone che si rivolgono alle cure mediche pubbliche. Situazione che si aggrava in seguito a mancate assunzioni ed al pensionamento dei sanitari attualmente impiegati.

Per evitare che la situazione degeneri ulteriormente, il Governo ha espresso la volontà di presentare un emendamento che consentirà alle aziende ed agli enti del servizio sanitario di poter assumere personale da sostituire a quello che andrà in pensione. Una notizia che Uil Flp accoglie con speranza dal momento che “qualora l’emendamento venisse approvato – ha commentato Tecla Boccardo – Tra le altre cose, verrebbe ampliata fino ai cinque anni precedenti la possibilità di utilizzare i resti da mancate assunzioni, in pratica dal 2014 al 2018, nel rispetto del turn over consentito e si potrebbe sostituire il personale cessato anche nei premi mesi del 2019, a seguito della Quota 100”.

Per il Molise significherebbe la risoluzione di un annoso problema legato al fabbisogno del personale che risulta, ad oggi, irrisorio ed insufficiente rispetto alle attuali esigenze del territorio. Necessità che aumenteranno con l’ingresso dell’estate che, notoriamente, porta in regione numerosi turisti che, laddove necessario, si rivolgeranno ai pronto soccorso presenti in zona.  Si tratta di “un sistema, in piena emergenza – continua Boccardo – Che ha urgente bisogno di rinforzi sia nelle strutture ospedaliere che in quelle territoriali dislocate sui territori e senza tralasciare le carenze legate anche alle strumentazioni”.

Il Ps di Termoli è quello che, forse più di tutti, soffre a causa della carenza di personale, con conseguenti lunghe attese, code interminabili ed inevitabili disservizi per gli utenti. Oltre alle assunzioni, la segretaria individua un’altra possibile soluzione per tentare di sanare l’emergenza “rinforzando la medicina sui territori, sicuramente si porrebbe parziale rimedio a questo utilizzo incontrollato dei pronto soccorso, così come creando anche in Molise gli ambulatori infermieristici, che molte aziende sanitarie locali stanno valorizzando in diverse regioni italiane, essendo essi un nodo strategico del sistema delle cure primarie, che fornisce  risposte assistenziali adeguate nei confronti di eventi acuti e patologie cronico-degenerative”.

Le procedure concorsuali che dovrebbero partire in seguito all’emissione del decreto e le stabilizzazioni in atto non riuscirebbero, secondo la Uil, ad appianare le problematiche dal momento che “siamo dinanzi a immissioni in ruolo su posti già esistenti e resi disponibili da scadenze di contratti, pensionamenti o, ancor peggio, da professionisti che lasciano il Molise. Siamo in attesa da oltre un anno, invece, delle stabilizzazioni che diano seguito al Decreto Madia, opportunità che poteva e doveva essere colta, ma che ancora non vede neppure la ricognizione del personale e le relative esigenze del territorio”.

Dal momento che la sanità nella Regione Molise è commissariata, la Uil si rivolge direttamente a loro, affinché “si facciano portavoce di queste istanze nei confronti del Governo centrale e che diano avvio a un vero e proprio percorso di potenziamento del nostro sistema sanitario, anche perché cominciamo a vedere gli effetti della chiusura degli ospedali, a cui non sono seguite azioni di bilanciamento e riequilibrio dell’offerta e che vede come conseguenza lo spopolamento delle aree interne e, troppo spesso, direttamente l’esodo verso altre regioni da parte di chi non trova lavoro e quanti non vedono garantiti i minimi servizi sanitari. Ci attendiamo che rispetto alla elaborazione del nuovo piano triennale i Commissari, tengano in giusta considerazione quanto sollecitiamo, avviando un percorso condiviso con i Sindacati,  affinché portino a Roma le nostre istanze, specificando i nostri disagi infrastrutturali, le difficoltà legate ai collegamenti interni e alla carenza di personale e si comincino a dare delle risposte ai cittadini, magari senza un ulteriore aggravio per le loro tasche.  Noi, non staremo a guardare”.

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