Tra gli undici arrestati nell’ambito di operazione “Drug market” l’importante inchiesta antidroga dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Campobasso coordinati dal tenente Giorgio Felici, ci sono anche due donne. Ed è a casa di una delle due che la droga veniva tagliata, confezionata e poi smistata.
E’ lei l’unica ad essere stata già interrogata questa mattina alla presenza del suo difensore, l’avvocato Carmine Verde.
La donna non ha parlato, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. E cosa diranno, e se decideranno di parlare gli altri dieci arrestati con lei, si saprà mercoledì 6 marzo quando a partire dalle 10.30 tra tribunale e carcer,e il gip Veronica d’Agnone ascolterà uno per uno.
Sulla seduta odierna l’avvocato Verde dice poco: “attenermi alla sola ordinanza rispetto alle accuse che sono state assegnate alla mia assistita – ha spiegato il legale – mi pare riduttivo. Voglio leggere il fascicolo e capire come sono andate realmente le cose, poi deciderò il da farsi”.
Sta di fatto che l’ordinanza, a proposito del ruolo di questa donna di Campobasso, non lascia spazio a dubbio. Non è soltanto colei che viveva in una delle abitazioni dove la droga veniva puntualmente tagliata e confezionata (ma anche consumata) è anche la donna che compare in diverse intercettazioni, che trova clienti, mette d’accordo sul prezzo e finanche sulla qualità della roba venduta. Porta i calcoli e fa da garante. Una sorta di “commercialista” dello spaccio.
Nella sola ordinanza che è lunga 70 pagine, il suo nome – negli episodi più gravi contestati agli indagati – compare un centinaio di volte tra acquisti di cocaina e cessioni a terzi. Insomma una posizione accusatoria complessa che l’avvocato verde ora proverà a smontare.
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