Il caso

Dopo il portantino, dottoressa aggredita in corsia: “Serve il posto di Polizia, i medici rischiano troppo”

"Troppi ingressi, dall'ospedale di Campobasso si entra e si esce senza alcun controllo. Ma così operatori e pazienti sono in pericolo". Ad alzare la voce sul rischio sicurezza del più importante presidio medico del Molise è il comitato guidato dal dottor Tommasino Iocca che ha già scritto a prefetto, questore e vertici Asrem. "La situazione - dice - è insostenibile".

Solo cinque giorni fa l’aggressione di un ausiliario che stava portando dei campioni ematici in laboratorio. “Erano le 2 di notte quando un malvivente incappucciato l’ha aggredito”. Scena che si ripete con una dottoressa della terapia del dolore. “E’ sotto choc, ha denunciato quello che è successo”. Non solo gli unici episodi che si registrano nell’ospedale Cardarelli: furti, insulti e minacce ai medici sono quasi all’ordine del giorno. Per non parlare dei senzatetto che trovano riparo nella struttura. “Ormai siamo abituati ad essere offesi, ma ora abbiamo paura delle aggressioni”, sottolinea la dottoressa Daniela de Capoa ai giornalisti convocati nella sala civica del Municipio.

Campobasso come Termoli insomma, dove è stata già segnalata episodi di violenza ai danni dei medici: al pronto soccorso del San Timoteo, ad esempio, un dottore e un  chirurgo vennero picchiati da un paziente. Pochi giorni dopo un altro medico è stato insultato e minacciato dal padre di un ragazzino. Qui è stata richiesta la vigilanza armata.

Nemmeno il nosocomio di contrada Tappino si può considerare è sicuro: non c’è un sistema di videosorveglianza, l’unica postazione di vigilanza si trova esternamente, nelle vicinanze dell’ingresso principale. Ma è insufficiente. “Il Cardarelli è un colabrodo, ci sono tanti ingressi e chiunque può entrare”, denuncia il dottore Tommasino Iocca che guida il comitato nato a difesa dell’ospedale del capoluogo.

comitato pro Cardarelli

Iocca ha già denunciato la grave situazione agli organi preposti: “Ho scritto al prefetto, al questore di Campobasso e al direttore generale dell’Azienda sanitaria regionale (Gennaro Sosto, ndr) perchè  gli operatori sanitari già lavorano sotto stress, con gli organici ridotti e ora si trovano anche in condizioni di pericolo. E’ intollerabile che corrano pure il rischio di essere aggrediti, insultati, minacciati come è successo di recente ad una collega e a un lavoratore del personale di servizio“. Scene che si ripetono giorno e di notte.

Dunque, “quella della sicurezza è un problema reale, non c’è un servizio di sorveglianza che gira tra i reparti e chiude gli accessi ai malintenzionati”. Pure il bando per dotare di un sistema di videorveglianza il presidio sanitario “è andato a vuoto”. E “in certi orari l’ospedale è completamente abbandonato con il rischio per le attrezzature, i lavoratori e i pazienti”.

Il Comitato pro Cardarelli rilancia quindi la sua proposta per controllare il Cardarelli: “Bisogna ripristinare il posto di Polizia che c’era, ma nel tempo è stato disattivato” o comunque “di aumentare il personale addetto alla sicurezza perchè l’ospedale ha numerosi ingressi, che si trovano a vari livelli”.

Il dottor Iocca dà pure una lettura politica della vicenda: “Di chi è la responsabilità della sfiducia nei confronti degli ospedali e del personale sanitario del servizio pubblico? Perchè le persone si sentono autorizzate ad insultare i medici? Perchè è stata fatta una campagna denigratoria contro il servizio pubblico, è il risultato ottenuto da una volontà politica che ha depauperato di reparti e personale il Cardarelli”. Eppure “l’ospedale di Campobasso è il riferimento per la sanità molisana”.

Le accuse sono rivolte al vecchio e al nuovo governo. “La ministra Grillo ha preso una cantonata sulle liste di attesa – argomenta la de Capoa – perchè i tempi di attesa troppo lunghi favoriscono l’ostilità dei pazienti e dei familiari. E questo problema non si risolve demonizzando i medici. La sicurezza degli operatori passa anche attraverso una politica di investimenti per fornire un servizio adeguato”.

L’emergenza non più rinviabile e servirebbe un serio piano per tutti i presidi sanitari molisani. Peccato che quando i commissari si sono recati nel nosocomio di contrada Tappino per un primo incontro, al personale sanitario è stato chiesto di stringere i denti e di “continuare a fare i sacrifici”. “Siamo pure disposti a farli – dicono dal Cardarelli – ma ci aspettiamo almeno provvedimenti per la sicurezza della struttura”.

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