Campobasso come roma

Scandalo alla “Casa della scuola”: cancellate durante la pulizia dei locali le storiche iscrizioni sul Referendum del 1946

Chi ha cancellato le storiche scritte risalenti al 1946, la testimonianza tangibile della rivalità tra repubblicani e monarchici in occasione del referendum successivo alla seconda guerra mondiale? Il capoluogo perde un pezzo di storia presente sui muri dell'immobile di via Roma oggetto di un'operazione di pulizia prima del trasferimento della bibliomediateca. E in Comune non ne sanno niente e non sanno spiegare cosa sia accaduto.

Campobasso come Roma: scritte che testimoniavano fatti storici cancellate. Nella Capitale parliamo della famosa frase ‘Vota Garibaldi’, nel capoluogo molisano invece delle iscrizioni che risalgono al 1946, ‘Non votate per il re fascista’.

Era l’anno in cui l’Italia – uscita sconfitta e stremata dalla seconda guerra mondiale – doveva scegliere con il referendum tra il re e la Repubblica, oltre che ad eleggere i componenti dell’Assemblea costituente. Come in tutte le città italiane anche a Campobasso, che il 14 ottobre 1943 venne liberata dall’occupazione tedesca dall’esercito canadese, si ‘respirava’ la rivalità tra monarchici e repubblicani. Anzi, questi ultimi lasciarono delle tracce evidenti ed eloquenti ‘inviti’ a non votare per il re che aveva sostenuto la dittatura di Benito Mussolini. Quelle iscrizioni erano state realizzate sulle pareti di un edificio altrettanto storico della città: la ‘Casa della scuola’ di via Roma.

Testimoniavano la sfida che poi sarebbe stata confermata nelle urne il 2 giugno del 1946. In Molise vinsero i monarchici: circa 133mila persone votarono per i Savoia, poco meno della metà (61mila) per la Repubblica. A Campobasso, come riferiscono le cronache dell’epoca, i cittadini fedeli al re furono circa 13mila. Solo 3mila i repubblicani.

scritte storiche Casa della scuola Campobasso

Tuttavia quelle testimonianze storiche – che forse erano un po’ sbiadite a causa del passare del tempo – sono sparite, cancellate probabilmente nell’ambito delle operazioni di pulizia dell’immobile che ospitava la primaria ‘Enrico D’Ovidio’ fino a quando, un paio di anni fa, dalle indagini antisismiche dell’Università emerse che era necessario effettuare gli interventi di messa in sicurezza. Il 25 ottobre 2017 con una ordinanza il sindaco Antonio Battista dispose il trasferimento degli alunni nel fabbricato di via Gorizia per destinare ad un altro uso la ‘Casa della scuola’ costruita tra il 1914 e il 1920, luogo di prigionia dei soldati austriaci durante la Prima guerra mondiale e poi scuola operaia per arti e mestieri. Sarebbe diventata una galleria civica al centro della città. Tanto è vero che all’inizio dell’anno in via Roma è stata trasferita la Bibliomediateca e pochi mesi dopo le opere del maestro Antonio Pettinicchi.

E’ possibile che durante la pulizia dello stabile per il trasloco dei libri – per la quale sono stati impiegati operai incaricati dal Comune – siano state cancellate pure le storiche scritte contro il re che qualcuno ha scambiato per graffiti realizzati dai vandali che sfregiavano la ‘Casa della scuola’? Oppure la cancellazione è stata precedente, quando l’immobile è stato inserito nel progetto ‘Imbartiamo’ di pulizia delle opere ricoperte da ‘scarabocchi’?

Un errore che insomma ricorda quanto accaduto a Roma con la scritta ‘Vota Garibaldi lista n. 1’, uno sfregio che ha provocato l’indignazione dei romani e non solo. Anche a Campobasso ora la ‘frittata’ è fatta. E se nella capitale il colpevole è stato rintracciato (un addetto della ditta che si è occupata del ripristino del decoro urbano) e l’iscrizione sarà ripristinata, nel capoluogo molisano la vicenda è quasi un giallo: nessuno in Municipio sembra sapere nulla e quindi con ogni probabilità sarà pure difficile scovare il responsabile.

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