Decreto (in)sicurezza

Accoglienza stranieri: molte revoche, pochi rimpatri. “Senza accordi bilaterali restano uno spot della Lega”

Dai centri di accoglienza alla strada dove le alternative sono delinquenza, accattonaggio e prostituzione: così il decreto sicurezza ha cambiato la situazione - in peggio - senza riportare 'a casa loro' gli extracomunitari. "Una volta revocata la misura di accoglienza dobbiamo dimetterli dalle strutture anche se non hanno un altro posto in cui vivere". Tra abusivi e 'omissioni umanitarie' la situazione, secondo il coordinatore del più grosso Cas della regione, non è affatto migliorata.

Lo straniero arrestato per spaccio di droga qualche settima fa alla stazione di Campobasso era ospite in uno dei numerosi centri di accoglienza della città dal 2018. Su segnalazione dei coordinatori, però, il ragazzo, oggi rinchiuso nel carcere di via Cavour, era stato già allontanato dal Cas Eden per i suoi comportamenti scorretti e per aver mostrato una certa “allergia” alle regole comuni della casa. Solo che, nonostante la revoca della misura di accoglienza, il giovane continuava a dormire nelle camere occupate dai suoi amici allontanandosi al mattino prima che arrivassero gli operatori.

Il via vai dal centro alla strada è andato avanti fino al 9 febbraio scorso quando la polizia lo ha preso con 100 grammi di hashish e arrestato con l’accusa di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’extracomunitario, che ora è in attesa del processo nella casa circondariale di Campobasso, è, per certi versi, più “fortunato” – e il virgolettato è un obbligo morale prima ancora che deontologico – di altri migranti come lui che si sono visti togliere la possibilità di avere un tetto sulla testa e pasti caldi quotidiani.

Foto varie

Dall’ex ministro Marco Minniti all’attuale titolare dell’Interno Matteo Salvini le parole sicurezza e immigrazione sono andate sempre in coppia. Se già il governo di centrosinistra aveva cancellato la possibilità per gli stranieri di fare ricorso in Appello quando gli viene rifiutato il diritto di asilo (e dunque la possibilità di soggiornane nel centri di accoglienza), l’attuale governo giallo-verde ha fatto il resto promettendo di rimpatriare chi per la legge non ha diritto di restare in Italia.

“Peccato che quello dei rimpatri sia solo uno spot della Lega visto che sono quasi del tutto assenti gli accordi bilaterali con i paesi di provenienza degli stranieri e dunque, nel momento in cui decadono le misure di accoglienza, questi ragazzi finiscono semplicemente per strada. Insomma, più che un decreto sicurezza a me pare un decreto insicurezza”.

A parlare così è Salvatore Dell’Oglio, responsabile dei centri Eden di Campobasso attualmente affollati da circa 250 ospiti in attesa dei documenti.

salvatore dell'oglio (cas eden cb)

Lui è convinto che il decreto di Salvini, approvato tra mille polemiche legate soprattutto alla questione della protezione umanitaria, abbia esclusivamente peggiorato le cose. Tanto che oggi nei centri della città, come in quelli di mezza Italia, ci sono stranieri ufficialmente ospitati e altri ‘irregolari’ che dopo la revoca dell’accoglienza non hanno ancora un posto dove andare.

Capita anche che chi dovrebbe segnalarlo chiude un occhio perché più consapevole – vivendoci a stretto contatto – che l’alternativa all’abusivismo è la strada. E una volta finiti lì, senza soldi e documenti, le strade percorribili sono poche: la delinquenza, l’accattonaggio, la prostituzione.

“Del resto anche i Cpr (Centri per il rimpatrio che hanno preso il posto degli ex Cie) scarseggiano. Minniti aveva in programma di farne uno in ogni regione ma le cose sono andate diversamente”. Il risultato è che quando a qualcuno viene revocata l’accoglienza o rigettata la richiesta di asilo non si muove nessuno a liberare il posto nel centro.

Il migrante beccato alla stazione, per esempio, ha dormito all’Eden per molti mesi prima del suo arresto. E lui era uno di quelli che già da tempo non poteva più stare negli alloggi della zona industriale del capoluogo.

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