Fondi pubblici

1,8 mln per un cartellone regionale di cultura e turismo: ma le spese di comunicazione non si rimborsano

Scade il 6 marzo prossimo l’avviso pubblico denominato ‘Turismo è cultura’, voluto dalla Giunta Toma per creare un palinsesto regionale di manifestazioni. Ma le spese per la comunicazione non sono rimborsabili e i tempi lasciano parecchi dubbi

A inizio 2019 la Regione Molise ha lanciato l’idea di un cartellone unico di eventi molisani che mettano insieme la valorizzazione della cultura locale e lo sviluppo del turismo. Per fare ciò ha pubblicato un avviso pubblico che mette a disposizione un milione e 800 mila euro a favore di Comuni, aggregazioni di Comuni, enti pubblici e soggetti privati no profit, organizzazioni, associazioni e fondazioni del Molise.

In sostanza per la ‘Ndocciata o l’Incendio del Castello, i Misteri o la Festa del Grano, ci sono fondi a disposizione, da un minimo di 10mila a un massimo di 60mila euro. Solo che per il ‘sostegno ad attività di promozione, marketing, auto narrazione e comunicazione della cultura regionale promosse sul territorio molisano’ i soldi della comunicazione non sono rimborsabili. Ci sono le spese per pagare ospiti e relatori, per ospitalità e trasferimento, per Siae e attrezzature. La comunicazione, comprensiva di pubblicità e promozione, è fra quelle non ammissibili.

In sostanza quelle associazioni o quei privati che da anni realizzano eventi di prestigio, richiamando turisti da tutto il mondo, possono partecipare al bando ma non vedranno un euro di rimborso per video promozionali e dirette Facebook, materiale informativo e pubblicità, manifesti e uffici stampa.

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Tuttavia la Giunta Toma non intende snobbare il campo della comunicazione, che oggi ha assunto un ruolo predominante nella promozione culturale e turistica. La decisione della Regione Molise si spiega col fatto che, volendo fare un cartellone unico di eventi regionali per l’anno 2019, sarà lo stesso ente a gestire in toto la campagna di comunicazione e promozione. Una giustificazione che seppure plausibile lascia aperti parecchi interrogativi.

Il primo è di natura temporale. L’avviso pubblico scade il 6 marzo, ma riguarda eventi che vanno dall’1 gennaio al 31 dicembre 2019. Possibile? Sì, certo. Si legge dall’avviso: “Potranno essere candidati al finanziamento eventi realizzati a far data dal 1 gennaio 2019 che siano totalmente coerenti con le finalità del presente bando e del Patto per lo Sviluppo del Molise. I progetti potranno riguardare, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i seguenti ambiti: artistico (spettacolo, musica, manifestazioni folkloristiche e di costume, cinema); promozione delle risorse del territorio (culturali, paesaggistiche, ambientali, naturali ed enogastronomiche); artigianato artistico e tradizionale (mercatini, fiere, mostre, laboratori); turismo culturale, artistico, montano, balneare, enogastronomico”.

La sfilata dei Misteri

Ora, se un Comune o un’associazione presentano domanda per un evento di gennaio, che promozione potranno aver avuto? La Regione dispone di poteri preveggenti, e quindi ha attivato la campagna di comunicazione e marketing prima di sapere se quell’evento rientrava in graduatoria? Oppure il Comune o l’associazione hanno dovuto fare da soli e non vedranno un euro per quanto speso nel promuovere l’evento? Tanto per farla semplice: a gennaio decine di Comuni e associazioni organizzano la rievocazione del Sant’Antonio e in qualche caso del San Sebastiano. Perché loro devono avere meno diritti di chi viene cronologicamente dopo?

Il secondo dubbio è sui risultati. Nessuno si offenda, ma finora la promozione e la narrazione del Molise hanno fatto acqua da tutte le parti. Il Molise è noto più per essere ‘la regione che non esiste’, invece che per i paesaggi e la storia, le tradizioni e le prelibatezze. Basta chiedere a qualche amico romagnolo o veneto se ha mai assaggiato la pampanella di San Martino, se ha mai visitato Pietrabbondante, se ha mai sentito parlare dell’Abbazia di Castel San Vincenzo. Difficile che la risposta sia diversa da un No o un’alzata di spalle.

La magia della Festa del grano

E adesso fior di professionisti della comunicazione e del marketing, che da anni organizzano eventi di richiamo, che riescono a far ‘vivere’ il Molise anche solo per qualche ora coi loro sforzi e le loro capacità, dovranno mettere da parte le loro professionalità per lasciare spazio a qualcun altro deciso a tavolino dalla politica regionale. Con competenze e curriculum che saranno tutti da verificare.

Il terzo dubbio è puramente organizzativo. Qualche giorno fa si è svolta la Bit, la Borsa internazionale del Turismo a Milano. Il Molise era rappresentato dall’Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Termoli che ha illustrato a visitatori e addetti ai lavori le eccellenze paesaggistiche e culinarie del Molise. Ora, se il Molise intende presentarsi con un cartellone unico di eventi e manifestazioni, quale occasione migliore della Borsa internazionale del turismo per farlo? E allora, l’avviso pubblicato a inizio 2019 non sarebbe dovuto uscire ben prima, negli ultimi mesi del 2018? O al contrario, non era forse il caso di fare un avviso pubblico per gli eventi del 2020 e organizzare tutto al meglio? La programmazione, questa sconosciuta.

A vedere il lato buono della vicenda, c’è da dire che almeno stavolta la Giunta regionale ha pensato a un bando per il quale i beneficiari potranno avere dei rimborsi soltanto dietro precisa rendicontazione. Un po’ diverso dalla prassi di qualche anno fa, quando bastava presentare il progetto e rientrare in graduatoria per avere i finanziamenti pubblici, senza alcun controllo accurato.

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