Campobasso

Il Comune vieta la cannabis light, loro aprono un negozio per fumatori: la scommessa dei fratelli Fazzini

Veganja è l'ultima attività commerciale aperta nella zona dei pub di via Ferrari: nel negozio, nato da un’idea di due fratelli campobassani, Giacomo e Gilberto, si possono trovare articoli per fumatori ma anche prodotti cosmetici a base di canapa, fumetti e rarità da collezione. “Le restrizioni comunali per gli smart-shop? Bisognerebbe chiedersi quanto possano giovare a una città come la nostra e al suo tessuto economico”.

Gli artigli della crisi e della depressione economica recenti hanno graffiato spesso questa città: luci spente e serrande abbassate, in locali e negozi, rappresentano un quadro tristemente ricorrente. Specie negli ultimi tempi.

Eppure, c’è ancora chi prova a tenere il lume acceso, strenuamente: non solo per il tessuto commerciale locale, ma anche per offrire una risposta emblematica a quel malessere diffuso che sembra voler inchiodare il capoluogo all’inesorabilità di un destino inevitabilmente cupo.

La luce in questione è spuntata in via Ferrari, civico 41, lo scorso 20 dicembre, praticamente assieme a quelle natalizie che addobbavano il centro: è quella del negozio “Veganja” che Giacomo – giovane campobassano di ritorno da Bologna – ha deciso di aprire coraggiosamente nella propria città, insieme al fratello Gilberto. 27 anni l’uno, 29 l’altro. 

negozio di canapa

Un punto vendita innovativo, perché oltre all’ampio spazio dedicato ai prodotti per fumatori presenta un corollario di articoli estremamente variegato: c’è la cosmesi vegana di qualità (a base di canapa e non solo), con tanto di certificazioni annesse e approvazione ministeriale, c’è l’angolo del vintage ricco di “chicche” interessanti: dalle locandine del cinema italiano e internazionale all’editoria di nicchia, con produzioni che hanno segnato l’epoca d’oro del fumetto in Italia.

Manca, sugli scaffali, la cosiddetta “cannabis light”: non si può vendere, del resto, per effetto dell’ordinanza emanata da palazzo San Giorgio il 2 agosto scorso, che di fatto ha vietato la commercializzazione di prodotti a base di canapa, a meno che questa non avvenga ad almeno 500 metri di distanza da luoghi sensibili quali: scuole, chiese, centri culturali e sportivi, strutture sanitarie e ospedaliere residenziali o semiresidenziali, stazioni ferroviarie e terminal bus.

negozio di canapa

“Personalmente – ci spiega Giacomo – credo serva una riflessione lucida e coerente su un argomento come questo. Quello della cosiddetta cannabis light è in ogni caso un settore commerciale in espansione e, per di più, approvato e regolato da una normativa dello Stato. Certamente è riuscito a sbarcare dalle nostre parti con un bel po’ di ritardo, ma non si tratta certo di una sorta di avanguardia commerciale: in altri centri, anche molto vicini, la vendita di questi prodotti è una realtà ormai consolidata da anni. Sarebbe produttivo chiedersi – continua il giovane imprenditore – quanto alcune limitazioni possano effettivamente giovare a una città come la nostra e al suo tessuto economico, già fortemente minato dalla crisi. Si limita l’apertura di nuovi pub, si limita l’apertura di centri-scommesse, si limita anche la nascita di questo tipo di attività ed è chiaro, dunque, che tutto ciò possa incentivare i giovani a un’emigrazione di massa verso altri lidi, magari più capaci di garantire stabilità alle loro idee imprenditoriali. Inoltre, credo che in questo modo si svilisca anche tutta la città, perché si pone un restringimento all’interesse e alla curiosità che un nuovo negozio o un nuovo locale possono generare: ed è anche per questo, a mio modo di vedere, che il capoluogo si sta svuotando sempre di più”.

In questi primi mesi, il negozio pare aver attirato un target abbastanza ampio di clientela: “Ci ha fatto visita sicuramente una grossa percentuale di giovani, ma stiamo notando con piacere che i prodotti di cosmesi vegana riescono ad attirare anche una fascia di clienti più matura”.

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