Campobasso verso il voto

Comunali, fuga in avanti della Lega. Nel totosindaco Di Niro, Gianfagna e Cavaliere. E spunta pure Prencipe

La preside del “Pilla” si chiama fuori, ma il suo nome sarebbe gradito ad una parte della coalizione di centrodestra. Ma oltre ai tecnici e agli esponenti della società civile, negli ambienti che contano circolano pure i nomi di Quintino Pallante e dell'attuale assessore regionale all'Agricoltura Nicola Cavaliere. Le quotazioni dell'esponente di Forza Italia sono in ascesa.

Aspettando le amministrative e la scelta finale. A Campobasso il centrodestra si sta organizzando con le liste e seppure a più riprese ammette di non avere “fretta nella scelta del candidato sindaco del capoluogo” i lavori sono in corso. Alcuni volutamente taciuti, altri più o meno accreditati. Difficilmente, però, il nome trainante della coalizione verrà fuori prima della metà di marzo. Essendo una decisione che dovrà avere l’avallo del governatore. “L’ultima parola spetterebbe a me” ha riferito in più occasioni Donato Toma che alla sua Campobasso ci tiene eccome.

Nel frattempo le grandi manovre sono già iniziate. Si guarda al mondo del civismo, negli ultimi anni considerato un buon serbatoio da cui pescare, e alle figure tecniche. È un tecnico e ama definirsi tale pure l’attuale presidente della Regione, scelto dalla coalizione di centrodestra per le Regionali del 22 aprile 2018.

E anche se le quotazioni di alcuni nomi – come quelle dell’imprenditore nonchè presidente dell’Associazione costruttuori edili Corrado Di Niro e della preside del Ragioneria e dell’Agrario Rossella Gianfagna – sembrano in rialzo perché pare particolarmente graditi, non sono da escludere sorprese.

Oltre che a Forza Italia, infatti, il candidato sindaco dovrà risultare gradito all’Udc, a Orgoglio Molise, alla Lega, ai Popolari per l’Italia, ai rappresentanti di almeno otto liste che sono già organizzate e quasi in dirittura d’arrivo dall’essere completate.

Corrado Di Niro, che da qualche tempo posta sui social messaggi dal tenore politico-elettorale, ammette che sarebbe onorato dell’investitura ma, nell’urgenza di fare chiarezza sul caos di nomi in rampa di lancio, ammette pure: “In questo momento sto facendo il presidente dell’Acem e per il momento faccio questo. So bene che circola il mio nome, credo che qualcuno abbia ritenuto di avanzarlo e spero lo abbia fatta per stima e considerazione. Ma posso tranquillamente affermare che non ho avuto alcun contatto politico con nessuno”.

Rossella Gianfagna pure: “Voglio precisare che nessuna proposta mi è mai stata formalizzata”. Ringrazia chi si è speso per il suo nome ma dice: “Mi avrebbe fatto piacere essere quantomeno interpellata e magari concordare una simile iniziativa”.

Ma sono le dichiarazioni rilasciate alla fine della nota inviata alle redazioni giornalistiche a indurre qualche sospetto sulle velleità di una candidatura. La Gianfagna infatti conclude con un assist: “Confrontandomi con i sogni e con le aspirazioni di tanti studenti ho imparato che non serve lamentarsi. Agire per compiere qualcosa di buono è già il primo passo per realizzare una società diversa. E questo continuerò a fare: impegnarmi, sempre e comunque. È un impegno umano, sociale da cui non riesco a prescindere. Nessuno può pensare di cambiare le cose se non dà prima l’esempio, se non fa nulla affinché le cose cambino. È questo il messaggio che ogni giorno veicoliamo alle nuove generazioni, ma è lo stesso che ha sempre guidato il mio agire e che, sono certa, continuerà a farlo”.

Chissà se è la preside il nome su cui ha deciso di puntare la Lega che prova una fuga in avanti sulla scelta del candidato. “Il sindaco del capoluogo toccherà alla Lega proprio perché primo partito” e poi “Forza Italia già esprime due consiglieri regionali e due assessori”, le dichiarazioni che la consigliera regionale Aida Romagnuolo fa con un post sui social.

“A Campobasso – mette in chiaro – come primo cittadino ho un nome, una donna, una personalità molto nota, una grande professionista che avrà cura esclusivamente dei bisogni dei cittadini, che sarà distante e distinta dalle sacrestie dei partiti e che si dedicherà esclusivamente al bene della città. Campobasso deve uscire dalle macerie, così come Termoli”. Parole che potrebbero aprire qualche crepa all’interno della coalizione di centrodestra.

Ad ogni modo il totonomi negli ambienti politici del centrodestra non è limitato a Corrado Di Niro e a Rossella Gianfagna. Nel vortice delle dinamiche c’è stato chi ha provato a spingere per la candidatura di Quintino Pallante (Fratelli d’Italia), attuale consigliere regionale e sottosegretario nel governo Toma. Proposta che dall’interessato sarebbe stata subito rispedita al mittente con un perentorio “no, grazie”.

Non sarebbe l’unico esponente di palazzo D’Aimmo tirato in ballo dai rumors. Sarebbe in rampa di lancio pure l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Cavaliere (Forza Italia) che – e qui c’è la sorpresa – sarebbe invece il nome che in molti, nel centrodestra, vorrebbero disposto a ricoprire la carica di sindaco.

Il suo è un trascorso (e un presente) politico importante e di peso, continuamente presente in tutti i palazzi della politica locale, campobassano doc, insomma per molti sarebbe il candidato ideale e lungo i corridoi dei palazzi che contano il pressing su Cavaliere sarebbe insistente. Che, però, alla domanda ride e glissa: “Non credo, non lo so – assicura –. So invece che ci stiamo adoperando per restituire alla città una guida salda e robusta, che segua i principi della democrazia, adotti il metodo della concertazione e risolva i problemi della gente. Rispetteremo le decisioni di tutti e lavoreremo al fianco di chi sarà prescelto”.

La discussione è animata anche nel centrosinistra che da qualche tempo avrebbe iniziato a fare la corte all’avvocato Mariano Prencipe. Il noto penalista campobassano già alle scorse elezioni comunali era stato lanciato nella corsa verso palazzo San Giorgio in quota Pd. Prencipe però ebbe più di qualche difficoltà a interpretare in maniera logica e coerente i delicati equilibri e giochi di spartizione che si celano dietro le elezioni. Dopo qualche tempo l’avvocato mollò la presa. Oggi la coalizione starebbe pensando nuovamente a lui che, però, appare tra i primi novanta firmatari del manifesto d’opinione Io Amo Campobasso.

Proprio qualche giorno fa abbiamo raccontato che quel movimento civico correrà alle elezioni amministrative di maggio molto probabilmente da solo. E non è da escludere che nel loro ristretto totonomi quelli di Mariano Prencipe possa essere particolarmente gradito. La mossa farebbe prendere ai ragazzi di Io amo Campobasso i classici “due piccioni con una fava”: avere un buon candidato della società civile che ha anche il merito di aver immediatamente voltato le spalle a certe assurde logiche (o forse sarebbe meglio dire illogiche) politiche e sottrarre un ipotetico aspirante sindaco all’attuale classe dirigente del Pd colpevole – a detta di molto firmatari di quel manifesto – di aver distrutto quanto di buono c’era nel centrosinistra campobassano.

commenta