Le primarie del 3 marzo

S’infiamma la corsa alla segreteria regionale Pd: Facciolla riparte dagli amministratori locali, Durante dall’imprimatur di Zingaretti

Tra esigenze di rinnovamento e piccole schermaglie, i candidati scaldano i motori in vista del 3 marzo. Questa mattina, a Campobasso, sia il consigliere regionale che l’attuale presidente del Consiglio comunale di palazzo San Giorgio hanno presentato alla stampa i contenuti dei rispettivi programmi.

Tanti amministratori, una vocazione marcatamente territoriale e una  spiccata tensione al mondo giovanile. Facciolla tiene fede al proprio “brand” nella composizione delle liste confezionate in vista della competizione per la segreteria regionale del Pd e delle primarie. 

 

Un appuntamento importante non solo a livello locale ma per il partito in toto; un’occasione di rilancio, una missione che stavolta non si può fallire.

“Le ragioni della mia candidatura sono antiche – ha precisato Facciolla – perché ho sempre militato nel Partito Democratico, salvo la piccola parentesi datata 2013 in un gruppo civico a sostegno di Paolo di Laura Frattura. Ho sempre fatto l’amministratore, senza mai avere ruoli dirigenziali: sono stato sindaco, consigliere regionale e vicepresidente della giunta regionale e la composizione delle liste ricalca la mia esperienza. Credo si debba ripartire dalle primarie, che in ogni caso rappresentano un momento di festa, ma anche da un’ottica territoriale, per lavorare a un centrosinistra aperto, moderato, ancorato al territorio e figlio di una sinistra di governo e non antagonista”.

Facciolla si presenterà all’appuntamento elettorale con due liste e 120 candidati a sostegno: “Un terzo della lista è formato da amministratori: la metà dei candidati ha meno di 40 anni, il 20% è costituito da under 30 e addirittura abbiamo due ragazzi del ‘99 e un millenials tra le nostre fila: è chiaro che si tratta di una proposta di rinnovamento. Credo che il Pd con le nostre liste abbia già vinto – ha aggiunto Facciolla – perché siamo riusciti ad annoverare 8 sindaci e 40 amministratori: significa che c’è un partito dinamico, non ancorato a logiche lobbistiche, aperto al confronto e al dibattito interno, alla sintesi”. 

Le primarie come occasione di dialogo interno, all’insegna di una nuova apertura all’elettorato e della ricostruzione. Ma non è mancata qualche polemica, sicuramente figlia della competizione nella cavalcata che porterà alla segreteria regionale dem:  “Le primarie rappresentano una partita all’interno di un partito – ha commentato il consigliere regionale- una manifestazione alta di democrazia. Ecco perché non mi interessa rispondere a provocazioni e polemiche: bisogna ricostruire, ristabilendo anche l’appeal del partito e per questo serve una grande condivisione di intenti”.

 

Eppure, la ricostruzione dovrebbe configurarsi anche e soprattutto a livello territoriale, a partire da quella segreteria regionale spesso inquadrata come causa principale della disaffezione politica e di quell’emorragia di voti che hanno segnato orizzonti di declino pure in ambito locale.  “Se sarò io a guidare la segreteria  – ha assicurato Facciolla – ci saranno chiare indicazioni comportamentali: un’organizzazione forte, grande presenza sul territorio, proposte sui temi e proposte alternative ai temi. Abbiamo bisogno di un partito capace di difendere le scelte e di leggere criticamente gli errori commessi, per una nuova visione di futuro”.

Leggendo il fitto elenco di nomi a sostegno dell’ex sindaco di San Marino in Pensilis, spicca proprio quello dell’ultimo segretario regionale, Micaela Fanelli:  “La sua candidatura è un atto di grande generosità, oltre che di intelligenza politica. Ha offerto un grande supporto soprattutto in termini di costruzione delle liste, non c’è stato alcun interesse a stare nelle parti alte dell’elenco per strappare maggiori garanzie e questo è sintomo di un gruppo coeso. Per noi è l’avvio di una fase di rilancio del partito e c’è grande entusiasmo. Forse altri hanno fatto scelte più dirigiste nella composizione delle liste; noi, in questo momento, abbiamo fatto uno sforzo di apertura alla società civile, all’insegna di una grande rigenerazione”.

 

Sulla questione del sostegno a Zingaretti e della mozione pro-Minniti Facciolla è categorico:  “Non ho bisogno della ‘lettera di patronage’: il successo avuto a San Martino da Zingaretti in fase di mozioni è eloquente e  credo non si sia riscontrato in nessun altro comune d’Italia: su 80 votanti, 78 hanno espresso la propria preferenza per lui. Abbiamo fatto una scelta chiara su Zingaretti. Personalmente, avevo firmato l’appello a Minniti per candidarsi a segretario di partito, dietro proposta di Matteo Ricci, responsabile organizzativo del Pd. Una fatta da tutta una rete di amministratori; poi, con Matteo Ricci e lo stesso Minniti, abbiamo appoggiato la candidatura di Zingaretti. Se qualcuno parla di comportamenti ondivaghi, io risponderò coi numeri: a me interessano i temi del territorio, il Pd ha bisogno di una forte rappresentanza e non di ‘segretari conto terzi’. Dentro la mozione Zingaretti c’è una forte spinta riformista: senza questa spinta non avremmo mai aderito“.

 

Altro giro, altra corsa. Altro candidato allo scettro di segretario regionale. Michele Durante scalda i motori e si tiene stretto l’imprimatur zingarettiano. “Sono l’ultimo arrivato in casa Pd e la mia partecipazione a queste primarie nasce esclusivamente dalla volontà di mettermi al servizio. È una partita che sto giocando con umiltà, onestà e correttezza: doti che mi hanno sempre accompagnato – ha spiegato l’attuale presidente del Consiglio comunale di Campobasso- nel corso della mia esperienza politica. Mi preme però precisare su un punto in particolare, a scanso di equivoci: io ho ricevuto dal comitato e da Nicola Zingaretti l’assegnazione del simbolo di ‘Piazza Grande’, quindi ognuno potrà farsi un’idea riguardo al sostegno espresso in favore dell’uno o dell’altro candidato alla segreteria. Zingaretti, Martina e Giachetti incarnano tre idee diverse di partito, tre differenti visioni: è per questo che credo sia utile usare chiarezza e scegliere da che parte stare”.

 

Logiche e propositi di ripartenza, l’esigenza di lavorare a un centrosinistra aperto al confronto e al sociale, al dialogo interno quanto a quello con i cittadini: idee chiare per Durante, anche sul fronte dei temi in agenda.

“Serve rinnovare senza rottamare, resta l’esigenza di una nuova empatia del partito con il suo elettorato. È il momento di scelte nette, capaci di rimettere al centro del dibattito il lavoro, la scuola, solidarietà sociale, una sanità che sia finalmente per tutti, così come la tutela e l’economia ambientali. Bisogna mettersi insieme per ricostruire un centrosinistra più aperto all’ascolto e al confronto: solo attraverso la ricostruzione di un campo democratico si può mettere a freno una destra che sta creando attriti di cui non abbiamo alcun bisogno. L’appello, dunque, è quello di partecipare alle primarie, di fare questi piccolo sacrificio per un esercizio di democrazia”.

 

Sulla composizione delle liste:  “Nella mia squadra ci sono sessanta candidati, tra i quali medici, insegnanti, operai, persone che hanno fatto politica, segretari cittadini di partito: tutta gente di cui vado orgoglioso, arruolata non in virtù dell’ambizione a ricoprire posizioni di rilievo, ma per poter promuovere la dialettica dell’assemblea regionale. Chi ha scelto di sostenermi nella lista “Piazza Grande- per Durante” lo ha fatto perché condivide i valori che intendo portare in segreteria regionale: apertura al sociale, egualitarismo e autodeterminazione per ricostruire un centrosinistra nuovo”.

 

Non solo l’appuntamento del 3 marzo. All’orizzonte si profila infatti anche la sfida delle amministrative, con Campobasso teatro privilegiato. 

“Penso sia giusto ricorrere alla primarie per scegliere il candidato sindaco. Si tratta di uno strumento fondamentale – ha detto Durante – e non si deve commettere l’errore di imporre scelte, soprattutto in un momento come questo, in cui bisogna ricostruire. Bisogna essere umili e aprirsi al confronto, chiedendo ai cittadini che cosa desiderano. Le primarie non sono una condanna per i sindaci uscenti, ma una speranza di miglioramento”.

 

Intanto la mozione pro-Martina, orfana di un candidato designato per concorrere alle prossime primarie per la segreteria regionale del partito, incontra il sostegno di Nicola Messere: “Per quanto mi riguarda – ha sottolineato in una nota lo stesso responsabile regionale della mozione “Fiancoafianco” – chiedo di votare per Maurizio Martina segretario nazionale, ovviamente chiunque verrà eletto alla segreteria regionale del Molise sarà il mio segretario e avrà il mio sostegno incondizionato, i segretari passano il partito resta, cosi si diceva una volta. Mettiamoci tutti un forte impegno a che il 3 marzo sia una grande giornata per il nostro PD”.

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