A campobasso l'avvocato taormina

Sesso con una minorenne, la vittima interrogata per 2 ore. La difesa dell’ex parroco: “Si è contraddetta” fotogallery

La sentenza in Corte d'Appello slitta al 16 maggio prossimo. Giada Vitale ascoltata a porte chiuse un'ultima volta sui fatti avvenuti tra il 2009 e il 2012,. Don Marino Genova, che nel 2012 è stato denunciato dalla ragazza, è già condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per atti sessuali con una minore. A difenderlo anche l'avvocato Carlo Taormina, che sta provando a smontare la tesi accusatoria. D'Urbano, il legale di Giada, però precisa: "Non è mai caduta in contraddizione e ha riferito tuto in dettaglio".

L’udienza a carico di Don Marino Genova, l’ex parroco di Portocannone accusato di aver abusato sessualmente di Giada Vitale prima che lei compisse 14 anni di età, si è conclusa poco prima delle 13. È la seconda udienza del processo di Appello, che si sarebbe dovuto concludere oggi, ultimo giorno di febbraio. La sentenza però è slittata perchè la vittima, che oggi ha 24 anni,  è stata riascoltata nuovamente dai giudici che volevano maggiore chiarezza su alcuni aspetti prima di arrivare al verdetto.

Giada ha ripercorso per oltre 2 ore gli abusi che sarebbe stata costretta a subire ancora prima dei suoi 14 anni. “Lo ha fatto – ha detto l’avvocato difensore Giuseppe d’Urbanoraccontando tutto nei minimi dettagli, e senza mai cadere in contraddizione”.

“Cerco solo giustizia e spero che con la sentenza del 16 maggio prossimo l’autorità giudiziaria mi restituisca quella dignità che mi è stata tolta quando ero poco più di una bambina” ha detto all’uscita dall’aula la ragazza.

Il processo si è tenuto a porte chiuso, assente l’imputato. A sostenere la sua difesa l’avvocato però, oltre a Ciro Intino, l’avvocato Carlo Taormina. i due legali all’uscita dall’aula hanno dichiarato di aver interrogato anche loro la giovane, sostenendo di aver colto nelle sue dichiarazioni “alcune contraddizioni che potrebbero assumere valore durante la redazione della sentenza”. Il processo è stato aggiornato al 16 maggio prossimo, quando toccherà la discussione alle parti e poi i giudici si riuniranno in Camera di consiglio.

Giada è arrivata nel Tribunale di Campobasso ansiosa, stanca, ma speranzosa in un finale che possa ripagarla almeno in parte. Il “rinnovo di testimonianza” è avvenuto a porte chiuse e alla presenza degli avvocati. Il suo, Giuseppe D’Urbano di Guglionesi, penalista del foro di Larino, e i legali dell’ex parroco di Portocannone. Si è scomodato Taormina, che difende il sacerdote insieme con Intino. Un avvocato di grido per il parroco accusato e condannato per atti sessuali con una minorenne. Carlo Taormina, che già si è occupato di casi eclatanti della cronaca come la difesa di Anna Maria Franzoni nel delitto di Cogne, l’eccidio delle Fosse Ardeatine e il caso Ustica, ha provato a smontare in Corte d’Appello, nel secondo grado del processo, la tesi della pubblica accusa per chiedere una revisione della sentenza.

Don Marino Genova era stato condannato a 6 anni di reclusione per atti sessuali su minore. La sentenza risale al 3 ottobre del 2017. Per don Marino l’aggravante che nel momento in cui si sarebbero consumate le violenze su Giada era anche il suo tutore. La ragazza aveva perso il padre e stava attraversando un momento difficile della sua esistenza.

Per i giudici il sacerdote ha compiuto “in diverse occasioni atti sessuali” con Giada da quando aveva 13 anni e 10 mesi “fino a quando la medesima, il 20 giugno del 2009, compia 14 anni. La relazione tra la giovanissima e il sacerdote si sarebbe protratta dunque dal 2009 fino al 2012, anno in cui Giada ha sporto querela.

Il processo di primo grado è stato incentrato solo sui rapporti sessuali avvenuti prima del compimento del quattordicesimo anno di età di Giada. Il filone relativo agli atti sessuali dai 14 ai 17 anni è stato infatti archiviato. I giudici dell’Appello di Campobasso sono chiamati a decidere se confermare o meno il verdetto di primo grado, i 6 anni di reclusione che, vista l’irrevocabilità della sentenza, Don Marino sarà costretto a fare.

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