Il consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione del Pd contro la regionalizzazione differenziata. E il risultato, definito “politicamente straordinario e unico”, questa mattina è stato l’incipit di una conferenza stampa convocata da Micaela Fanelli e Vittorino Facciola per sottolinearne l’importanza ma anche per delineare i passaggi successi a questa prima fase che punta a difendere l’autonomia nel rispetto dei diritti civili e sociali.
I due consiglieri hanno parlato di arricchimenti stesi nella mozione grazie – per esempio – agli interventi di Patrizia Manzo del Movimento cinque stelle, a quelli del centrodestra con Michele Iorio e Nico Ramagnuolo, “grazie anche a Filomena Calenda della Lega” e “grazie al governatore Donato Toma”.
Il concetto, in sostanza, sta nella formale richiesta al Governo di non procedere ad alcuna intesa fin tanto che il quadro costituzionale non è completo. Per i consiglieri del Molise è necessaria una cornice nazionale che eviti il dissolvimento in tanti micro-staterelli e garantisca i Livelli essenziali delle prestazioni (cosiddetti Lep) sanciti nell’articolo 117 secondo della Costituzione. Questi possono ricondursi essenzialmente a tre ambiti: i diritti connessi all’istruzione ed alla formazione, alla salute e all’assistenza sociale. La loro individuazione comporta l’approntamento delle risorse finanziarie necessarie per attuarli e garantirli; queste coperture dovrebbero gravare tanto sui soggetti tenuti a fornire le relative prestazioni quanto sullo stesso Stato con finalità perequative.
Finalità violate per 77 comuni molisani che – e questa è l’altra notizia comunicata dai due consiglieri del pd – hanno quindi approntato un ricorso al tar e alla Corte Costituzionale.
Poi gli altri step che prevedono una grande manifestazione del partito democratico a Roma il 7 marzo, un’intesa con il partenariato, un coinvolgimento maggiore dei parlamentari molisani affinché sostengano il concetto della mozione bipartisan del Molise e infine la risoluzione che l’europarlamentare Cozzolino porterà alla sede di Strasburgo per garantire il rispetto delle norme europee sulla coesione territoriale.
commenta