Malumori dopo il voto

Consigliere leghiste isolate: “Sfiduciate dal centrodestra, esiste ancora una maggioranza?”

Deluse e arrabbiate, Aida Romagnuolo e Filomena Calenda hanno abbandonato l'Aula dopo la mancata discussione della mozione su Mazzuto. Il governatore invece fa il pompiere: "IL Consiglio regionale non era il luogo per risolvere i problemi interni alla Lega".

Sono talmente deluse da decidere di abbandonare l’assise quando la mozione di sfiducia contro Mazzuto naufraga. In Aula Filomena Calenda e Aida Romagnuolo, firmatarie del testo proposto dal Pd e sostenuto pure da M5S, usano parole di fuoco contro il titolare del Lavoro, lo accusano di essere inadeguato a ricoprire quel ruolo perchè finora “non ha risolto nemmeno una vertenza dei lavoratori” ed “è in giunta pur avendo preso zero voti alle elezioni“.

La loro rivolta viene ‘spenta’ però dai colleghi della maggioranza. Dopo il voto sul documento, lasciano dunque il Consiglio regionale. La Romagnuolo ‘dribbla’ microfoni e telecamere, la seconda invece si ferma a parlare con i giornalisti. “Continuerò a sostenere la maggioranza – puntualizza la presidente della Quarta commissione – io non ho fatto nessun atto contro il mio presidente Toma che ho appoggiato durante la campagna elettorale,. Ma bisogna capire la tenuta della maggioranza: due consigliere della maggioranza oggi sono state sfiduciate, dai nostri colleghi abbiamo ricevuto un gesto di sfiducia totale”.

E sulla mancata discussione la Calenda esplicita: “Il presidente ci ha dato delle risposte in Aula, ma io vorrei sentire Mazzuto, capire se sono stata espulsa da Matteo Salvini”.

Il governatore invece fa il pompiere, consapevole che senza le due esponenti leghiste i numeri della maggioranza sono troppo risicati:Nessuna sfiducia nei confronti delle consigliere Calenda e Romagnuolo. C’è stato un ampio dibattito, poi la maggioranza ha deciso di non iscrivere la mozione all’ordine del giorno. Le questioni con Mazzuto sono interne alla Lega, vanno risolte nel partito. Il Consiglio regionale non è il luogo giusto per risolvere i problemi interni ai partiti. Io stesso entrerò nelle questioni di maggioranza quando avranno un impatto sul Consiglio regionale. Ad ogni modo a livello personale cercherò di mettere pace tra loro, ma comunque sono convinto che queste diatribe si risolveranno presto“.

Toma usa parole al miele nei confronti della Calenda: “Io la apprezzo molto sul sociale” e “resterà a capo della Quarta commissione”. Dichiarazioni con cui il capo della giunta regionale prova insomma a mettere la parola ‘fine’ al malcontento. Almeno fino alle prossime Amministrative dove il centrodestra punta a presentarsi compatto per vincere a Campobasso e a Termoli. Un flop sarebbe disastroso alla luce dei risultati conquistati alle Regionali in Abruzzo e in Sardegna.

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