Hanno sfidato il freddo siberiano di sabato 23 febbraio per darsi appuntamento nella sala conferenze di un noto albergo della città: un centinaio di persone, tutti sottoscrittori del manifesto politico Io Amo Campobasso, ha preso parte alla prima seduta plenaria del neonato laboratorio civico per discutere del futuro del capoluogo in vista del voto amministrativo di maggio.
A nove giorni esatti dall’uscita pubblica di Iac (i manifesti del cuore arcobaleno e la pagina www.ioamocampobasso.it hanno esordito il 14 febbraio) si è tenuto un primissimo incontro pubblico a cui sono stati invitati i soli firmatari del manifesto giunti, intanto, a oltre 500.
“Un risultato sicuramente di portata importante, anche alla luce del fatto che si è trattato di un primo incontro per molti dei presenti, che hanno firmato il manifesto e conosciuto l’iniziativa solo in questi giorni – ha dichiarato l’avvocato Paola Liberanome, referente e portavoce dell’iniziativa – ma che al tempo stesso doveva ed ha rappresentato un momento importante per andare avanti con i lavori, prendendo anche decisioni di carattere operativo necessarie per il prosieguo dell’iniziativa”.
Tra i partecipanti c’erano diversi volti noti oltre a quelli, altrettanto in vista, che ben prima del 14 febbraio avevano già aderito pubblicamente al progetto candidato a diventare una lista in corsa alle elezioni comunali. Si sono uniti al movimento l’ex assessore alla Cultura Emma De Capoa (era nella giunta di Antonio Battista fino ad aprile dell’anno scorso, ndr) la docente universitaria Gilda Antonelli, il medico Costantino Simonelli, l’architetto Maurizio Di Lallo e poi persone del mondo della cultura come gli attori Stefano Sabelli o Diego Florio.
La riunione è stata dunque utile momento per capire come organizzarsi per proseguire il lavoro fin qui svolto. Sono stati presentati i coordinatori (Paola Liberanome e Mario Davinelli) e i gruppi di lavoro (che hanno a loro volta sei coordinatori divisi per materie quali comunicazione, programma, risorse e amministrazione). Questo per lavorare in autonomia e senza il passaggio ogni volta in seduta plenaria con tutti i partecipanti.
“In questo modo diventa sicuramente più efficace ed efficiente il lavoro da portare avanti, e soprattutto si può pensare di operare in parallelo su più fronti, partendo dalla legittimazione di una struttura organizzativa snella e flessibile, nello spazio e nel tempo” così ha commentato Davinelli aggiungendo pure che il metodo individuato “ci porterà a breve ad avere anche una forma giuridica precisa”.
Molto probabilmente un’associazione.
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