L'Ospite

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Alle Primarie voto Zingaretti

Primarie PD 2019, un evento che, forse, interessa pochi, ma che invece dovrebbe risvegliare una attenzione verso la Politica e quello che c’è da fare.

Le recenti elezioni regionali in Abruzzo ed in Sardegna, seppur riconoscendo la sconfitta in termini semplicistici di chi vince e chi perde, ci restituiscono un quadro preciso e soprattutto spunti importanti di riflessione.

Intanto se ci presentiamo uniti, il csx prosegue nel ricostruire la propria credibilità e se tale unità si conferma nei confronti di una personalità di tutto rispetto (come per esempio fatto verso i due candidati presidenti delle Regioni menzionate) che ha la capacità di fare la giusta sintesi possiamo guardare al futuro con un po’ di ottimismo in più.

In molti volevano il PD morto e sepolto, ed in parte c’erano quasi riusciti anche grazie a nostri errori, poi grazie ad uno scatto di orgoglio e dall’aver capito cosa (o chi) ci fa bene e cosa (o chi) del male, abbiamo ricominciato a risalire la china.

Se il PD decide, come ha deciso, di investire sul territorio, su dirigenti competenti ed impegnati con passione per il proprio territorio d’azione, il campo progressista riprende vita.

Certo, il “partito” di maggioranza delle recenti competizioni elettorali è quello degli astensionisti e pare che nessuno voglia farci caso o vi ponga la dovuta attenzione.

Riflettendo, però, se per esempio assegnassimo i posti agli eletti limitatamente alla percentuale dei voti validi (in Sardegna sarebbero circa il 54% ed in Abruzzo il 51%) si potrebbero raggiungere facilmente ben due obiettivi: la riduzione delle spese per la politica e riportare i politici tra la gente ad impegnarsi per cambiare qualcosa in questa Italia che affonda.

Invece, con poco più del cinquanta per cento dei votanti vengono assegnati il 100% dei posti da ricoprire ed allora perché un politico dovrebbe “faticare” ed impegnarsi più del dovuto?

Oggi son tutti leghisti, ieri tutti M5S e l’altro ieri tutti del PD, tanto l’importante è ottenere un posto in quell’assise o presso quell’ente. Non importa se non si ha nulla da dire, nulla da proporre, nulla per cui impegnarsi e nulla in cui credere. L’importante è la sopravvivenza politica che, nelle condizioni attuali, consenta di pensare solo al proprio tornaconto.

Per fortuna non tutti ragionano così e c’è ancora voglia di fare scelte affrontando temi, discutendo, dialogando e ricostruendo sui nostri valori di base, un risveglio democratico con al centro le persone.

Con Zingaretti questo è fattibile, possiamo ricominciare a scrivere una nuova storia del PD perché ha idee chiare, basta leggere qualche passo della sua mozione “PIAZZA GRANDE”, e tanta voglia di riportare il PD ad essere un partito inclusivo e di governo.

Ecco perché ho deciso di candidarmi all’Assemblea nazionale nella lista di Zingaretti, proprio quella “PIAZZA GRANDE” che recepisce le richieste giunte dal territorio e che chiede un leader nazionale forte ma non autoritario, inclusivo e non esclusivo, di unità e non di allontanamento, di dirigenti di partito che ragionano con la propria testa e non “sissignore” che da brave marionette dicono sempre si pur di non scontentare il potente di turno.

Io ci sarò, convintamente, in questa battaglia affrontata attraverso le primarie, perché non bisogna mai tirarsi indietro, soprattutto quando le cose non vanno al meglio. Trattasi di appartenenza e non di opportunismo. Ed io appartengo al PD e l’opportunismo non mi si addice. Mai!

Domenica prossima dobbiamo assolutamente scrivere i punti fondamentali del nuovo PD, con una partecipazione forte e consapevole, eleggendo il Segretario nazionale nella persona di Nicola Zingaretti, perché l’unità è condizione imprescindibile per una alleanza forte, aperta e solida, perché c’è necessità di rivedere gli errori del recente passato provando a porvi rimedio, accettando le sfide del futuro.

Dice Zingaretti: “Aiutatemi a cambiare il PD”. La risposta a tale invito può essere solo: SI!

Il 3 marzo, dalle 8.00 alle 20.00, accogliamo in tanti questo appello di Zingaretti e che le primarie siano un giorno di festa per il popolo di centrosinistra tutto.

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