Ancora ritardi

Acquedotto Molisano centrale, la promessa di Toma è scaduta 3 mesi fa: “Dica perché non è ancora attivo”

Dodici anni di lavori, l’inaugurazione lo scorso agosto e l’acquedotto è ancora fermo, senza che la Regione fornisca spiegazioni a riguardo. Una situazione insostenibile che ha spinto la consigliera pentastellata Patrizia Manzo ad interrogare il Governatore Toma circa le tempistiche di entrata in funzione del sistema idrico.

Che fine ha fatto l’acquedotto Molisano Centrale che avrebbe dovuto rifornire i paesi del Basso Molise con l’acqua del Matese? Un interrogativo del tutto lecito alla luce dell’inaugurazione in pompa magna, avvenuta ad agosto 2018, quando il presidente della Regione Donato Toma, affiancato dall’assessore ai lavori pubblici ed al sistema idrico integrato Vincenzo Niro, aveva aperto per la prima volta il ‘rubinetto’ del bacino idrico dopo 12 anni di inattività assicurando che entro il novembre dello scorso anno l’acqua matesina sarebbe stata disponibile nelle case dei bassomolisani. Ma non è avvenuto e dopo tre mesi da quella data il M5S chiede conto al governatore. 

Con un costo di 89 milioni di euro ed i suoi 155 chilometri e mezzo, il serpentone metallico avrebbe dovuto servire 11 Comuni (Termoli, Petacciato, Montenero, Campomarino, Portocannone, San Martino in Pensilis, Ururi, Montecilfone, San Giacomo degli Schiavoni, Guglionesi e Larino) di acqua potabile, eliminando per sempre l’approvvigionamento dall’invaso del Liscione la cui acqua, negli anni passati, è stata spesso soggetta a fenomeni di inquinamento, con successive ordinanze di non utilizzabilità né a scopi culinari né per la cura della persona e, in altrettante occasioni, ha lasciato a secco le condutture di numerosi appartamenti durante il periodo estivo quando l’invaso era a secco.

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“Un evento storico per il Molise”, così lo definì Niro quel lontano 10 agosto, data in cui venne fatta un’ulteriore promessa al popolo circa il rifornimento idrico che sarebbe dovuto partire già alla fine del 2018 per paesi come Termoli e, entro i primi mesi del 2019, comuni come Petacciato e Montenero di Bisaccia avrebbero potuto finalmente bere l’acqua pura del Matese direttamente dal rubinetto di casa propria. Un impegno che, ad oggi, è un miraggio dal momento che l’acquedotto centrale non è ancora entrato in funzione e, dopo dodici anni dalla posa del primo tubo, l’acqua del Biferno resta ancora nel suo ‘letto’.

Un paradosso che non è di certo passato inosservato agli occhi dei tanti bassomolisani, che continuano a chiedersi quando quelle promesse diventeranno realtà, vista la lunga odissea decennale dei lavori di completamento, ed a quelli della politica. E così, a distanza di 6 mesi dalla cerimonia di apertura dell’acquedotto, con tanto di acqua sgorgata e fatta defluire nei tubi, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Patrizia Manzo, ha presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta Regionale Donato Toma “per conoscere il cronoprogramma delle attività di messa in funzione dell’acquedotto, annunciato sei mesi fa, e per sapere quali utenze usufruiranno del servizio”, scrive in una recente nota stampa.

Consiglio regionale Molise

L’esponente pentastellata calca la mano, accusando la Regione di non aver ancora “fornito ulteriori informative rispetto agli impegni presi nel mese di agosto 2018”. Ritardi inspiegabili visto che, finalmente, qualche mese fa erano state risolte le difficoltà relative a problematiche geologico-sismiche ed alle continue alluvioni che avevano interferito con le condotte già posate che avevano rallentato, e di molto, il processo, costringendo la ditta a tornare più volte su percorsi già completati.

Per questo Manzo mette Toma, e l’intera Regione, davanti alle proprie responsabilità con un’interrogazione che “serve a capire una buona volta qual è il cronoprogramma per l’effettiva entrata in funzione dell’acquedotto, ma voglio anche capire quali saranno le utenze che potranno finalmente usufruire del servizio. Dopo i tanti proclami tra nuovi e vecchi governi, ora i cittadini chiedono una risposta chiara”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Niro che, al telefono con Primonumero.it, specifica a cosa sia dovuto il ritardo: “Nel periodo di Natale c’è stato uno smottamento in un terreno privato tra i comuni di Palata e Guardialfiera che ha creato una piccola lesione ad un condotta. Non c’è un grande allarme, ma c’è la necessità che Molise Acque rinsaldi la condotta e la metta in sicurezza. Procedura che è stata già girata ai proprietari del terreno”.

Sulle tempistiche di intervento, l’assessore non ha tuttavia certezze: “I tempi per risolvere il problema non sono lunghi – conferma a Primonumero.it – Ma la burocrazia lo è. Si tratta di mettere in opera due tipologie di interventi: la zavorratura con la messa in sicurezza del tracciato e la relativa sistemazione della microlesione e, nel caso in cui la frana non dovesse fermarsi, bisognerà effettuare un bypass in esercizio della tubatura”.

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