Da scientology a punto macrobiotico

Viaggio nelle sette, fra abusi e manipolazioni. L’inchiesta-choc che ha fatto scoppiare la bomba

È già alla seconda ristampa in un mese il libro di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, 29 anni giornalista molisano di Isernia. Un viaggio durato un anno e mezzo nei movimenti settari e in gran parte sconosciuti d'Italia che indaga un fenomeno che coinvolge 4 milioni di italiani. L'autore racconta a Primonumero.it le sfumature della manipolazione mentale e un lavoro giornalistico tradotto in un libro, pubblicato da Fandango e presentato alla Camera. Presentata una interrogazione e una risoluzione per chiedere un osservatorio specifico. "La politica - dice Gazzanni - spesso ha protetto, anche a sua insaputa, i movimenti settari".

“Quattro milioni di italiani ogni mattina si alzano, e hanno un segreto: sono membri di un’organizzazione settaria. Alcuni appartengono a comunità fisiche come Damanhur, vera e propria citta stato alle porte di Torino. Altri a realtà internazionali come Scientology. Altri ancora a gruppi misteriosi ed esoterici, quali gli sconosciuti monaci Durjaya. Tutti – poco importa che la loro decisione sia condivisa con il mondo, o tenuta nascosta a chiunque, dalle famiglie agli amici – si sentono iniziati, missionari confusi nella folla, miracolati. Almeno fino a un certo momento”.

Inizia così Nella Setta” del giornalista molisano Carmine Gazzanni e di Flavia Piccinni, scrittrice e giornalista, entrambi vincitori di premi letterari. Non è solo un libro. E’ una inchiesta, un viaggio nell’occulto – ancora sommerso – e nelle nuove religioni, una full immersion nella manipolazione mentale. “Reato che in Italia non c’è” chiarisce Carmine Gazzanni, 29 anni, isernino che si è trasferito a Roma senza smettere di sentire con forza l’appartenenza a questa terra, sulla quale rimette piede spesso. “Il reato di riferimento – aggiunge – era il plagio, dichiarato incostituzionale nel 1987. E giustamente. Ma oggi ci sarebbero gli strumenti per intervenire magari introducendo, attraverso lo strumento della perizia psichiatrica, come suggeritoci da psicologi, psichiatri, magistrati e anche politici, il reato di manipolazione mentale in una chiave diversa”.

Chissà che il libro, 368 pagine edito da Fandango, non possa essere utile allo scopo. Una scopo sociale di tutela di un popolo, gli italiani, esposti in varie misure alla trappola di una rete di potere, economica e politica, che si muove tra abusi di ogni tipo. Lavorativi, economici, psicologici, sessuali.

“Nella Setta” è uscito due mesi fa, è alla sua seconda ristampa, e ha scatenato già un polverone. Definita “inchiesta sconvolgente sul peggiore male che coinvolge 4 milioni di italiani”, il libro è finito su tutti i giornali, è stato presentato alla Camera dove è stato accolto con grande interesse.  Le reazioni non si sono fatte attendere: Forza Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere un osservatorio interministeriale che monitori il fenomeno settario e dieci parlamentari del Movimento Cinque Stelle, guidati da Stefania Ascari, hanno presentato una risoluzione per impegnare il Governo ad istituire presso il Ministero dell’interno un osservatorio nazionale permanente sui fenomeni settari”.

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L’obiettivo è anche dare supporto alle vittime del fenomeno e tutelare le associazioni che si occupano di loro, spesso vittime di minacce e intimidazioni. “Chi riesce a uscirne – racconta Carmine Gazzanni a Primonumero.it – spesso non sa a chi rivolgersi. Io e Flavia (Piccinni, ndr) abbiamo ricevuto una infinità di ringraziamenti dopo il libro da parte di vittime e familiari della vittime solo perché abbiamo parlato di un mondo che è poco affrontato, se non addirittura ignorato dalle Istituzioni. E che a volte riceve un avallo – anche inconsapevole – addirittura dalla politica”.

E’ il caso – tanto per fare un esempio – della comunità del Forteto, dove si sono perpetuati abusi su minori e il cui fondatore, il “profeta” Rodolfo Fiesoli, è stato condannato per violenze sessuali e maltrattamenti. La comunità è stata per anni simbolo della sinistra, esempio di autogestione e affidamento dei bambini a “coppie funzionali”, genitori “creati” ad hoc da Fiesoli affinché i bambini venissero dati in adozione a persone interne. “E questo – spiega l’autore – nonostante le ferree regole esistenti all’interno che, tra le altre cose, vietavano rapporti eterosessuali e favorivano quelli omosessuali, e malgrado il fatto che le donne e le bambine venissero trattate come schiave e considerate inferiori, appellate come “impure e puttane”.

Eppure la tappa a Barberino del Mugello era obbligatoria per tutti i candidati, la comunità era visitata dai “big” della politica toscana e anche nazionale e considerata un esempio lodevole di autogestione. “Abbiamo cercato di dimostrare, attraverso questo viaggio durato un anno e mezzo durante il quale io e Flavia ci siamo anche infiltrati in alcune comunità, che esistono legami politici con alcune realtà settarie. Dipende dal fatto, evidentemente, che il fenomeno in cui ci si muove non è normato, e spesso è difficile tracciare una linea di confine tra quello che è setta e quello che non lo è”.

 

Gazzanni e Piccinni, da bravi detective, hanno messo insieme documenti, testimonianze, hanno sentito esperti, indagato passati e presenti, raccontato il lavoro, sottotraccia e ai più sconosciuto, della Sas. “E’ la Squadra Anti Sette, interna alla Polizia di Stato”.

Nella Setta è un libro-inchiesta, e dentro ci sono le persone, le loro storie. Storie inquietanti, fitte di interrogativi senza risposta. Come quella di Valentina, che a 13 anni è stata scaraventata all’interno di “Un Punto Macrobiotico”, l’organizzazione fondata da Mario Pianesi, oggetto di una inchiesta giudiziaria ancora in corso. “Costretta per anni a seguito la Ma.Pi2, una delle diete ideate dal guru, che si declinava attraverso pochi selezionatissimi elementi come riso, lenticchie, carote e cavolo. Niente acqua – perché al suo posto veniva consentito solo l’energizzante tè bancha – carne o pesce. Né olio o sale. A pranzo, colazione e cena. Valentina per sette anni non ha usato il dentifricio perché i denti li doveva pulire con il tè. Stesso trattamento per i capelli: l’indicazione era lavarli una volta al mese. Non si potevano utilizzare detersivi o apparecchi elettromagnetici come televisori e frigoriferi. E un giorno a Valentina – racconta il libro – dicono che deve aiutare un affiliato a espellere sale. Come? L’unico modo è quello di fare sesso con lei. Lei cede. “Ci andai a letto. Fu orribile. Mi sentii una cavia. Per reazione cercai di avere con lui una relazione amicale, ma non era previsto. Per questa ragione sono stata spedita a fare la governante-tata in un’altra regione, al Nord”. In esilio. A subire altre indicibili violenze. Oggi a Valentina – che è arrivata a pesare 47 chili per assecondare la dieta del guru – è stato esportato metà utero.

 

“Punto Macrobiotico, per esempio, non ha niente a che fare con la religione” precisa Carmine Gazzani, a dimostrazione del fatto che la setta non è emanazione o degenerazione di un credo sovrannaturale quanto è l’estremizzazione di una regola che giustifica e legittima abusi, violenze, soprusi. “Si finisce in trappola senza rendersene conto, e uscirne è difficile. L’insieme dei costi di uscita includono anche il fronteggiare un mondo esterno ormai alieno, l’abbandono delle uniche relazioni sociali gratificanti e una realtà conosciuta”.

E il rischio, potenziale e concretizzato, riguarda tutti. Gazzanni ne è convinto, forte dei dati che supportano la pericolosità del fenomeno e delle scoperte fatte durante il lavoro di inchiesta. “Spesso nelle nostre valutazioni partiamo dal presupposto che siano le persone meno colte, più ingenue e di bassa estrazione sociale a essere maggiormente esposte al rischio. Non è così. Le sette – aggiunge – colpiscono nel momento in cui emerge la fragilità. Una fragilità che si traduce con problemi di salute, abbandoni, lutti. Può essere qualsiasi cosa. In quel momento entra in gioco la setta, che lavora sullo spirito di appartenenza e riempie di attenzioni e amore. Gli abusi arrivano dopo”.

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Di sette oggi in Italia se ne stimano circa 500, secondo la stima del Centro studi abusi psicologici. Ci sono diverse associazioni che si occupano di questo fenomeno, a dimostrazione che il pericolo è cresciuto in maniera esponenziale e riguarda 4 milioni di persone nel nostro Paese. Chi sono? Il libro parte proprio da qui:

Questi quattro milioni di italiani sono il vostro edicolante, la ragazza che vi prepara il cappuccino al bar la mattina, la signora simpatica che incontrate sull’autobus andando al lavoro o il vostro odiatissimo vicino. Sono il collega che improvvisamente comincia a ripetere un mantra dall’alba al tramonto. La cugina che non vedete da anni, e che senza apparente motivo decide di vestirsi sempre di bianco e di portare i capelli rasati. Vostro fratello che un giorno vi dice: “Io cambio vita, mi trasferisco in una comunità”. Esiste un confine – che nel nostro paese soffre di un inspiegabile vuoto normativo – fra l’adesione a un culto e la manipolazione mentale. È un confine sottile…

Lo stesso confine che separa la violenza dalla manipolazione della mente. Sono strettamente legate, ma per il nostro diritto non è ancora così chiaro. “Nella stragrande maggioranza dei casi di organizzazioni e comunità che stabiliscono regole c’è un guru, una o più figure di riferimento che finiscono per essere considerate dio – spiega ancora Gazzanni –  ed è chiaro che quando si è totalmente dipendenti da questo guru un suo consiglio diventa un obbligo, una cosa dalla quale non ci si può sottrarre. Un abuso, al contrario, può diventare perfino un premio”.

 

In un anno e mezzo Carmine e Flavia hanno incontrato persone di tutta Italia, Molise compreso. Sono riusciti a entrare in alcune comunità fingendo interesse, non come adepti ma abbastanza da vicino da poter sperimentare, spiega lui, “le modalità di approccio di alcune organizzazioni come Scientology a Milano, organizzazione che conta mastodontiche chiese da sud a nord e si avvale di una sorta di macchina della verità per il controllo dei membri che siamo riusciti a intercettare”.

Da Scientology ai Testimoni di Geova, dal Forteto alla Città Stato Damanhur, da Punto Macrobiotico agli sconosciuti monaci Durjaya, da Soka Gakkai (in fortissima espansione, solo in Toscana conta su 18mila fedeli) a Archoesofia, ordine sul quale dopo la pubblicazione del libro è stata aperta una inchiesta della Procura di Pistoia. Una realtà da circa 500 iscritti il cui guru ogni mese percepisce a nero 25mila euro, 300mila euro l’anno cui si vanno ad aggiungere le vendite dei quadri, i compensi dei concerti, dei seminari, degli eventi.

“In un periodo post moderno caratterizzato dal pensiero debole, in cui non ci sono grandi narrazioni culturali di riferimento, e in un periodo di fragilità – sintetizza Carmine – mancano quadri valoriali fondamentali e si finisce per collegarsi a questo tipo di movimenti, di chiaro stampo settario. Il resto l’ha fatto la crisi economica, contro la quale si staglia il controcanto delle organizzazioni che promettono facile felicità e successo”.

 

Ma dietro la facciata pacifista, tranquillizzante, apparentemente innocua, si celano abusi, violenze sessuali, inganni. Resta la difficoltà di consolare chi ha perso tutto – affetti, soldi, autostima – per aver seguito un guru o per essere entrato in una comunità che si presentava come paradisiaca e si è poi rivelata demoniaca.

“Noi abbiamo fatto una inchiesta giornalistica, il ruolo di giudice non ci compete, ma ci auguriamo vivamente che si possa almeno creare un osservatorio in grado di monitorare e tenere sotto controllo queste realtà. In uno Stato laico, d’altronde, dovrebbe essere garantito come diritto”.

Il libro “Nella Setta” serve a conoscere, ha il merito di accendere la luce su un fenomeno ignorato, tollerato, archiviato con troppa facilità. E lo fa con straordinaria efficacia e con il linguaggio della verità, affidandosi alla forza delle prove.

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