Forse ha già battuto un record: aver mandato in tilt la maggioranza in Consiglio regionale e suscitato un coro di proteste a poche ore dalla sua approvazione. La proposta di legge che rende obbligatorio il test antidroga per consiglieri e assessori regionali è già un caso, pure essendo stata approvata solo ieri – 21 gennaio – in Prima commissione.
Perchè il voto di astensione dell’esponente della Lega Filomena Calenda, che aveva pure firmato il provvedimento, non è passato inosservato. Per questo motivo l’ha attaccata il collega di maggioranza Massimiliano Scarabeo, promotore del testo che introduce “l’obbligo di test antidroga casuali e periodici”. “Spiace dovere sottolineare, con un po’ di incredulità, l’astensione della collega Calenda che era anche tra i firmatari del testo legislativo”, l’affondo dell’esponente eletto in Forza Italia, ora nel gruppo misto.
L’astensione dell’ex assessore provinciale ha fatto esplodere la ‘bomba’ all’interno del Carroccio molisano. A guidare il fronte della protesta Aida Romagnuolo che ha chiesto al coordinatore regionale Luigi Mazzuto di convocare una riunione urgente.
La Calenda ha spiegato a Primonumero tutte le perplessità sul provvedimento: “E’ vero che ho sottoscritto la proposta di legge, ma poi leggendola più attentamente mi sono resa conto che c’è qualcosa che non va, alcuni aspetti vanno rivisti perchè la legge va a ledere alcuni articoli della Costituzione, l’articolo 3 sul diritto di uguaglianza e l’articolo 32 sul diritto alla salute”.
Secondo aspetto: “Penso che alcune norme non siano chiare e che ci sia una invasione nella privacy di ognuno di noi”. La consigliera, che non ci sta a passare per una ‘traditrice’ (“Non sono contraria sui contenuti della legge, ma sul metodo”), ha esplicitato il concetto con alcuni esempi: “L’articolo 2 della proposta di legge sancisce la decadenza immediata dalla loro carica per chi dovesse risultare positivo al test e tale risultato, inoltre, sarà pubblicato sul sito internet istituzionale della Regione. Si pensi a chi soffre di artrite reumatoide o ernie ed è costretto ad assumere farmaci che al proprio interno contengono oppiacei o morfina. Oppure si pensi a chi soffre di depressione o di attacchi di panico o ansia. Non capisco perché poi certe cose, che appartengono alla sfera privata dei consiglieri, debbano diventare di dominio pubblico“.
Del resto, ha aggiunto, “quando ero assessore in Provincia di Isernia, io la droga l’ho combattuta e abbiamo realizzato diversi progetti per il recupero di ragazzi tossicodipendenti”. Ad ogni modo, “con qualche correttivo, la proposta di legge potrà essere approvata”.
Chi in Commissione ha espresso un netto no è stato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Andrea Greco che questa mattina ha portato in Aula un test antidroga appena acquistato in farmacia. Costo: circa 25 euro. “Può farlo chiunque e in qualunque momento”, la sfida lanciata ai colleghi nell’assise.
Poi alla nostra testata ha espresso la sua opinione: “Credo sia una legge ultra-incostituzionale“. Affermazione supportata “da una relazione di tre pagine dell’Ufficio legislativo che ne sottolineano l’incostituzionalità”. A suo avviso, poi, “è una legge spot”: “Non possiamo occupare le sedute del Consiglio regionale per parlare di leggi inutili, buone solo per finire sui giornali. Io non mi presto ai giochi di Massimiliano Scarabeo”.
Ci sarebbe dunque “uno scopo prettamente propagandistico” dietro ad una legge che “sarà approvata, ma non verrà mai adottata” perché già in commissione “ha provocato imbarazzo anche tra gli altri consiglieri regionali”.
Anzi, ha rincarato la dose, “sarà approvata solo per evitare la collisione con Scarabeo, Iorio e Pallante (già definiti i tre dissidenti della maggioranza, ndr)”.
La ‘legge della discordia’ non piace neppure al Partito democratico. “E’ incostituzionale, poi perché lesiva della privacy e di fatto inutile”, le argomentazioni espresse da Micaela Fanelli. La consigliera, assente ieri in Commissione a causa di alcuni impegni istituzionali, voterà no: “Tutti sono obbligati a rispettare le leggi, per primi noi rappresentanti delle istituzioni e l’uso di droghe è sempre da condannare e combattere.
Ma approvare una legge che ha come fine ultimo – l’affondo di Fanelli – quello di alimentare scandali e sospetti, con la certezza di una sua impugnazione a livello costituzionale, contribuisce solo a far perdere altro tempo al Consiglio regionale, che già non brilla per efficienza nell’azione amministrativa. Ad ogni modo sono disponibile a sottopormi anche domattina a tutti i test antidroga”.
Ovviamente il promotore della legge, Massimiliano Scarabeo, che si è ‘ispirato’ al testo approvato all’unanimità al Comune di Campobasso su proposta di Michele Ambrosio e poi finito nel dimenticatoio, oltre ad accusare di incoerenza Greco, ha parlato di “un risultato importante”, oltre ad essere “un significativo passo in avanti sulla strada della trasparenza e della legalità che i rappresentanti delle istituzioni devono seguire nel delicato rapporto tra politica e cittadino. I drug test rappresentano un impegno serio da parte di chi ha sulle spalle la responsabilità di assumere decisioni nell’interesse generale della collettività”.
Il Molise, quindi, “sarà la prima Regione italiana a legiferare in materia e potrà essere un esempio, visto che molte altre hanno già chiesto copia della legge”. Ora la palla passa in Aula: “Auspico che il Consiglio regionale possa votarla il prima possibile, visto che la mia proposta di legge regionale è stata già ampiamente condivisa dai colleghi di Palazzo D’Aimmo”.
Insomma, a difendere la legge che prevede i testi antidroga resta solo la maggioranza. E forse anche nel centrodestra qualche perplessità c’è. “La legge è da rivedere, alcuni aspetti vanno limati e si dovranno approfondire in Consiglio regionale”, le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Prima commissione Andrea di Lucente a Teleregione.
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