E’ sui social network che ieri pomeriggio – mercoledì 16 gennaio – si è scatenata la caccia alle streghe. Un post – scritto da un utente del Terminal di Campobasso – poi condiviso da centinaia di persone ha creato un allarmismo poi rivelatosi ingiustificato.
Due giovani extracomunitari avrebbero tentato di abusare di una ragazza di 18 anni: questo il fatto citato nel messaggio.
E quindi a seguire, i giudizi affrettati, l’invito a “stare attenti”, il racconto fosco e poco chiaro che ha generato un effetto domino pauroso. Tutto questo senza alcuna verifica dell’accaduto, come purtroppo è ordinario che sia quando l’informazione non passa per l’informazione.
Invece i fatti, quelli accertati, dicono che non c’è stato alcun tentativo di violenza e né di rapina, ma un semplice battibecco tra coetanei.
Questi i fatti: una ragazza aspetta il pullman. C’è un gruppetto di giovani extracomunitari nelle sue vicinanze. Uno di loro le tira lo zaino, ma sarà lei stessa a dire ai carabinieri che oltre questo, non hanno provato a derubarla. Quindi lei si volta e dice loro di stare alla larga. Un ragazzo, indispettito dalla risposta, le dà una spinta. Poi tutti insieme fuggono e si dileguano.
La ragazza inizia a piangere e chiede aiuto ad un autista di un pullman di linea che chiama i carabinieri.
La pattuglia arriva sul posto, esegue i dovuti accertamenti, prova ad individuare la comitiva di extracomunitari che l’aveva infastidita, ferma anche due giovani a bordo di un bus in procinto di partire che però la giovane non riconosce come coloro che l’avevano strattonata. E dunque di chi l’aveva disturbata non c’è più nessuna traccia.
Lei non denuncia, i carabinieri relazionano e verbalizzano l’intervento.
E di vero c’è che la ragazza si è sicuramente molto spaventata e che in lacrime è tornata a casa, reduce di una disavventura ma per fortuna senza alcun tentativo di abuso né di rapina.
Detto questo, altro aspetto è la sicurezza del Terminal di Campobasso, da tempo sotto accusa perché privo di ogni controllo o sistema di sorveglianza.
Quello che possono e compatibilmente con i servizi ordinari, lo fanno le forze dell’ordine. Ma è ovvio che ci vuole altro.
Diversi sono stati i furti ai danni di pendolari che di ritorno dai luoghi dove lavorano, lontani da casa, hanno trovato brutte sorprese: auto sparite o vetri spaccati.
Non mancano anche segnalazioni di clochard che dormono nei dintorni o di tossicodipendenti che soprattutto la sera vi si rifugiano per consumare stupefacenti. E’ un problema atavico, rispetto al quale poco o nulla hanno fatto le amministrazioni in questi anni.
Invece, vista l’importanza e la centralità della struttura, si dovrebbe agire con sistemi che ne garantiscano sicurezza e il giusto utilizzo. Altrimenti si rischia la deriva. Anche grazie ai social.
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