Campobasso

Rogo di Capodanno, dimessi gli intossicati. Inagibile anche il quarto piano del palazzo

Il sostituto procuratore Francesco Santosuosso ha già ricevuto la relazione tecnica dei vigili del fuoco. La procura stabilirà adesso i passi successivi. Saranno necessari nuovi sopralluoghi per capire le cause dell’incendio in piazza Caduti del Tiro a segno. Due le ipotesi: un’avaria del sistema elettrico oppure l’allaccio di una presa realizzata senza i requisiti previsti dalle norme europee

E’ inagibile anche l’appartamento del quarto piano al civico 3 di Piazza Caduti del tiro a segno nazionale.

Quindi sale a due il numero delle famiglie evacuate.

La prima famiglia – quella del terzo piano -, che ha visto anche quattro persone ricoverate all’ospedale Cardarelli di Campobasso per aver respirato monossido di carbonio, è la più penalizzata. La notte di Capodanno le fiamme sono partite dal loro appartamento e hanno bruciato tutto ciò che c’era in casa fino a danneggiare il solaio del piano superiore che ha reso impossibile al momento il rientro a casa degli inquilini costretti quindi ad aspettare le risultanze di nuovi accertamenti.

Il sostituto procuratore Francesco Santosuosso ha già ricevuto la relazione dei vigili del fuoco di Campobasso che hanno lavorato diverse ore per salvare la famiglia in pericolo, per spegnere le fiamme che divampavano ovunque e bonificare la struttura.

Al magistrato ora la parola finale per l’affidamento degli ulteriori esami da eseguire nell’appartamento – nel frattempo sottoposto a sequestro giudiziario –  e definire le cause del rogo.

Alcune valutazioni i vigili del fuoco – ai quali con molta probabilità spetterà anche il compito successivo su disposizione della Procura –  le hanno già messe nero su bianco. Due le ipotesi sulle quali bisognerà lavorare: un’eventuale avaria del sistema elettrico, oppure un’anomalia causata da una presa collegata al sistema elettrico.

Da qui la possibilità che la scintilla sia partita dalle luci utilizzate per decorare dell’albero di Natale.

“Abbiamo fatto tutto ciò che era previsto – ha spiegato l’ingegnere Giuseppe Petrone direttore del comando provinciale dei vigili del fuoco di via Sant’Antonio dei Lazzari – attendiamo ora le disposizioni della Procura. Al momento il rogo lo spieghiamo con due possibili ipotesi ma per averne conferma sarà necessario eseguire ulteriori accertamenti”.

E su cosa bisogna fare per impedire che queste sciagure continuino a ripetersi , il direttore Petrone non ha dubbi: “Bisogna acquistare intanto materiale elettrico conforme, regolare, con il marchio Ce”. Ma non quello contraffatto. Sì, perché il problema è proprio questo: la contraffazione finanche del marchio di conformità europea.

Molti dei grandi magazzini italiani e molisani spacciano per prodotto conforme alle norme della comunità europea,  materiale che è invece “Cina Export” da qui la sigla abilmente contraffatta “Ce”.

Quotidianamente in tutti i grandi magazzini d’Italia si registrano sequestri da parte della Guardia di finanza di materiale perlopiù di tipo elettronico che non è a norma. In Molise questo genere di controlli finora non ha trovato grande riscontro eppure gli incidenti per queste difformità si registrano ogni anno, soprattutto in questo periodo.

Dicembre 2017, quartiere Cep, Campobasso. In piena notte di Natale un altro appartamento prende fuoco. Anche in quel caso a svegliare la famiglia, la puzza del fumo acre e irritante. Anche in quel caso a provocare le fiamme il cortocircuito partito dalla presa che collegava le luci dell’albero di Natale all’impianto elettrico.

Detto questo, in attesa che i dovuti riscontri confermino o meno le ipotesi di incendio che invece questa volta hanno tolto ogni cosa ad una famiglia di Campobasso e che per un po’ toglieranno la casa anche ad una seconda famiglia, la buona notizia è che oggi sono state dimesse tutte e  quattro le persone ricoverate. Tra cui anche un bambino. In questi giorni troveranno ristoro presso alcuni parenti.

Il sindaco Antonio Battista che a Capodanno ha fatto loro visita in reparto, li ha naturalmente rassicurati su tutto il sostegno che l’amministrazione comunale si preoccuperà di garantire  in questo momento di difficoltà.

La famiglia ha espresso il desiderio di fare rientro nella loro casa ma, almeno per il momento, visto anche il vincolo giudiziario, non sarà possibile.

Poi, superata questa fase, bisognerà passare alla numero due: quella della messa a norma per rendere nuovamente agibile l’immobile.

 

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