La polemica

Biglietti e abbonamenti più costosi, ma i viaggi restano un disastro. Inizio anno da incubo sui treni molisani

Brutta sorpresa per chi utilizza il trasporto su ferro nella nostra regione: aumenti del 15%. Intanto l'assessore Niro 'avverte' Trenitalia: "Ci sono altre compagnie che potrebbero gestire la tratta. Gli aumenti? Colpa della convenzione stipulata dal governo Frattura".

Treno, quanto mi costi! Soldi che sarebbero pure spesi bene se solo il servizio funzionasse. E invece per chi viaggia sui treni regionali ci sono il danno e la beffa.

Il nuovo anno è cominciato nel segno dei rincari: per poter viaggiare sul treno che collega Campobasso a Isernia bisognerà pagare di più. Gli aumenti sono stati del 15% e hanno fatto lievitare i costi di abbonamenti e biglietti. Da 46 euro e 60 centesimi il prezzo del mensile è salito a 57 euro, invece il settimanale da 13,40 euro è passato a poco più di 15 euro. Il tagliando giornaliero invece costerà 50 centesimi in più (3,10 a 3,60 euro).

Rincari che peseranno sulle tasche dei già tartassati ed esausti pendolari. “E’ stata una brutta sorpresa scoprire questa novità”, si sfoga un lettore indignato che ha contattato la nostra redazione. “Invece di incentivare il mezzo pubblico, fanno il contrario. Almeno funzionasse il servizio…”.

Certo, è paradossale che si chieda ai viaggiatori di pagare di più per utilizzare un servizio a dir poco scadente, effettuato con mezzi vecchi e logori, in ritardo quasi sempre a causa del binario o per qualche guasto, privo pure dei requisiti minimi (la chiusura della biglietteria ad Isernia, ad esempio) e per una tratta inserita tra le dieci peggiori d’Italia nell’ultimo rapporto di Legambiente. Il maltempo poi ha mandato in tilt la rete: ritardi record e treni soppressi hanno reso un inferno il rientro dopo le festività per molti pendolari.

“Gli aumenti – la spiegazione che l’assessore regionale Vincenzo Niro fornisce a Primonumero – scaturiscono dal contratto di servizio stipulato dalla vecchia legislatura”. La colpa sarebbe in pratica dell’ex assessore ai Trasporti Pierpaolo Nagni e dell’ex governatore Paolo di Laura Frattura. Chissà se gli aumenti sono serviti a pagare i nuovi treni Swing che un anno e mezzo fa sono arrivati in Molise.

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“Lo scorso 2 gennaio – aggiunge ancora l’esponente della giunta Toma – quando ho ricevuto la notizia della soppressione della biglietteria di Isernia e dell’aumento di 50 centesimi del biglietto sulla tratta Campobasso-Venafro, ho scritto al responsabile del servizio per chiedergli se i rincari fossero stabiliti nel contratto di servizio e se ne fosse a conoscenza, così come gli ho chiesto se fosse a conoscenza della chiusura della biglietteria di Isernia. Sto aspettando relazione del dirigente, poi chiederò l’attivazione della procedura“.

Niro è pronto a dichiarare guerra a Trenitalia e a Rfi, con cui già ci sono state delle frizioni nei mesi scorsi. Alle società che si occupano del trasporto su ferro ha chiesto il rispetto dei tempi per avviare i lavori di elettrificazione della rete ferroviaria. In particolare, alla richiesta di una proroga per l’avvio dei lavori, l’assessore ha risposto secco: “Assolutamente no”.

Ora si pensa alle maniere forti: la Regione potrebbe contestare a Trenitalia tutte le carenze del servizio. Anche se, quando in passato il governo di via Genova ha provato a fare la voce grossa, i risultati non sono stati granchè.

Nonostante ciò, dall’Assessorato di viale Elena parte l’ennesimo avvertimento: “Ho già detto a Trenitalia – chiarisce Niro – che non è l’unica società a poter gestire la tratta, ci sono altre compagnie…”.

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