Ecologia, sostenibilità, economia circolare: un’occasione importante per discutere e focalizzare l’attenzione sulle pratiche virtuose di matrice “green”. L’Ecoforum di Legambiente, in programma il 16 gennaio, sbarca per la prima volta a Campobasso, a braccetto con il mondo istituzionale e quello dell’associazionismo.
Occhi puntati, in particolare, sulle dinamiche legate alla raccolta differenziata: da un’attenta panoramica regionale, si può comprendere come nei piccoli comuni le cose vadano meglio che nei grandi centri. Questo, almeno, é il trend registrato per il 2017. I dati parlano chiaro e il capoluogo, purtroppo, non fa eccezione: a Campobasso, infatti, il processo sembra non riuscire ancora a “sfondare”.
Fanno meglio, però, altri paesi della provincia: a Vinchiaturo, ad esempio, spetta il primo posto del podio dei “Comuni Ricicloni” (quelli, cioè, che risultano avere, oltre ad una percentuale di raccolta differenziata uguale o superiore al 65%, una produzione procapite di rifiuto indifferenziato inferiore o uguale ai 75 Kg/anno/abitante), con un tasso del 71.2%. Seguono San Felice del Molise (69.7%) e Cercemaggiore (69.5%); maglie nere, invece, per Tufara, Provvidenti, Morrone del Sannio e Castellino del Biferno. Complessivamente, gli indici della differenziata si attestano attorno al 30% per il campobassano, mentre arrivano al 32.98% nell’area provinciale di Isernia.
All’appuntamento di Legambiente ha partecipato anche il presidente della Regione, Donato Toma: “Bisogna stare al fianco delle associazioni che lavorano per migliorare la vita dei cittadini, con l’obiettivo di raggiungere una sintesi per il bene di tutti. A livello istituzionale, con un’apposita deliberazione abbiamo posto tra gli obiettivi programmatici proprio quello di pianificare le soluzioni gestionali e impiantistiche in materia di rifiuti. E questo per far fronte a diversi scopi: minimizzare l’impatto del ciclo rifiuti, conservare le risorse del territorio ed evitare problemi per le future generazioni, puntare alla sostenibilità economica e all’autosufficienza gestionale dei ciclo rifiuti. Abbiamo inoltre promosso – ha aggiunto il governatore – specifiche politiche per la promozione della raccolta differenziata, con l’impiego di circa 31 milioni di euro. Attualmente, i dati relativi alla raccolta differenziata si attestano in Molise attorno al 35% circa. Nei piccoli comuni si toccano punte del 70%, mentre Campobasso è ancora indietro su questo fronte e bisogna assolutamente migliorare”.
A insistere sulla necessità di una “svolta culturale”, il Presidente regionale di Legambiente, Manuela Cardarelli: “Quella dell’economia circolare può rappresentare una preziosa opportunità di sviluppo per professioni innovative, specie pensando alle nuove generazioni. Ma per arrivare a questo serve una svolta culturale, proprio a partire dalla raccolta differenziata: bisogna dare valore ai nostri rifiuti. Molti Comuni e molte Amministrazioni locali hanno centrato l’obiettivo di cambiare le abitudini dei loro cittadini, valorizzando i comportamenti virtuosi. A Campobasso la differenziazione fatica a emergere e serve più puntualità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Spina, presidente della Camera di Commercio del Molise: “Da parte nostra c’è simbiosi con il mondo istituzionale. Bisogna pensare soprattutto alle nuove generazioni. Produzione, consumo, riciclo: questa è la filiera da valorizzare. Il progetto Symbi, cui abbiano partecipato, ne è un esempio: si tratta di un lavoro di cooperazione interregionale, portato avanti dalla Camera di Commercio, in tema di simbiosi industriale e tutela ambientale, ma anche di miglioramento delle politiche economiche sull’utilizzo efficiente delle risorse”.
Anche il responsabile Anci Molise Donato D’Ambrosio ha sottolineato l’esigenza di un cambio di rotta a livello di consapevolezza sociale: “Serve una svolta culturale, che devono portare avanti soprattutto i ragazzi, le scuole e l’educazione. Quella ambientale può essere una vera e propria rivoluzione: c’è bisogno di un nuovo approccio, specialmente in tema di differenziata: occorre innanzitutto imparare a non produrre rifiuti, primo step di un percorso nuovo per un ‘Molise green’”.
Una presa di coscienza collettiva e una migliore operatività in termini di differenziata, unitamente a nuovi stimoli culturali offerti alle nuove generazioni, potrebbero contribuire dunque in maniera ancor più incisiva a rilanciare l’economia circolare anche in Molise, garantendo soprattutto ai giovani nuove opportunità professionali e un futuro migliore.
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