Campobasso

Prende sua madre a bastonate e distrugge casa per la droga: ora è in carcere

E’ stato portato in carcere ieri sera, 24 gennaio, dalla polizia che ha dato esecuzione ad una misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Campobasso su richiesta del procuratore capo Nicola D’Angelo. Qualche settimana fa aveva picchiato sua madre con una mazza edile mandandola in ospedale

Aveva preso a bastonate sua madre con una mazza da cantiere mandandola al pronto soccorso. La donna si era rifiutata di dargli i soldi per la droga. Rabbia e astinenza avevano spinto quel ragazzo tossicodipendente a reagire male. Ancora una volta contro i suoi genitori.

E’ stato portato in carcere ieri sera, 24 gennaio, dalla squadra Mobile che ha dato esecuzione ad una misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Campobasso su richiesta del procuratore capo Nicola D’Angelo. Maltrattamenti in famiglia l’accusa a suo carico.

L’episodio segue un altro molto simile avvenuto sempre qualche settimana fa nel capoluogo e che, allo stesso modo, aveva portato dietro le sbarre il figlio violento. Era il 17 gennaio: a denunciare quel ragazzo con gravi problemi legati all’uso di eroina, era stata sua madre.

In questi giorni le indagini sono andate avanti anche per il secondo indiziato, quello finito nella casa circondariale di via Cavour ieri sera. Al momento del trasferimento in carcere sit rovava ricoverato all’ospedale Cardarelli.

Anche stavolta a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine sono stati due genitori, esausti, esasperati da una convivenza impossibile con quel ragazzo affamato di droga e soldi che li aveva aggrediti persino davanti agli agenti intervenuti nell’appartamento distrutto quando la coppia si è rifiutata di dargli il denaro per comprare la ‘roba’.

La denuncia dei genitori e gli altri elementi acquisiti hanno permesso alla Procura di Campobasso di richiedere un provvedimento a tutela dei familiari e dei terzi rispetto alle condotte sempre più violente dell’indagato.

“La vicenda – ricorda Nicola D’Angelo – che segue di pochissimi giorni altra di identica natura – ripropone, in tutta la sua drammaticità, il vissuto di tante famiglie con tossicodipendenti i quali, a causa dell’uso delle sostanze stupefacenti, diventano pericolosi per sé e per gli altri rendendo insostenibile la convivenza al punto che la prospettiva del carcere, per un figlio, diventa preferibile alla prosecuzione di una vita fatta di paure, di sofferenza e di emarginazione”.

commenta