La scioccante vicenda degli abusi fisici e psicologici sui piccoli di un asilo statale di Venafro ha lasciato interdetta una regione intera.
La reazione per quanto scoperto e diffuso oggi, 18 gennaio, dalla Procura di Isernia sul conto di due maestre di 49 e 58 anni sospese dall’esercizio dell’insegnamento dopo le indagini della Squadra Mobile, ha generato un misto di orrore, sdegno, rabbia e anche di paura che quel bambino maltrattato possa essere il proprio.
Da più parti si invoca la necessità di dotare i luoghi sensibili come gli asili di telecamere. E’ stato, del resto, proprio grazie alle ‘cimici’ e al sistema di videosorveglianza che gli investigatori hanno potuto ricostruire i 150 episodi di maltrattamento documentati su bimbi molto piccoli, anche di 2 o 3 anni.
Intanto, a qualche ora dalla conferenza stampa di questa mattina a Isernia, la dirigente dell’Ufficio regionale scolastico Anna Paola Sabatini (foto d’archivio) ha incontrato il dirigente scolastico e i genitori dei piccoli alunni al centro della tristissima e inquietante vicenda.
Il preside ha fatto sapere che già domani prenderanno servizio due nuove maestre al posto delle insegnanti sospese e indagate per il reato di maltrattamento aggravato.
“Si tratta di fatti gravi che turbano la nostra comunità e colpiscono la parte più vulnerabile di essa, i nostri piccoli. Siamo scossi per quanto accaduto – questo il commento della Sabatini -. Episodi di questo genere vanno a infrangere il patto educativo con le famiglie e l’essenza stessa della nostra missione di educatori. Siamo vicini innanzitutto ai bambini, alle famiglie, alla comunità, al dirigente scolastico e a tutti gli operatori della scuola e sosterremo tutte quelle azioni che saranno necessarie a tutelare i nostri piccoli alunni. Assicurando la nostra massima collaborazione, ringraziamo la magistratura e tutte le istituzioni che hanno agito con celerità ed efficacia e rimaniamo fiduciosi nel loro operato nella ulteriore definizione dei fatti e delle responsabilità relative al caso”.
Vicinanza alle famiglie è stata espressa anche dalla consigliera regionale Filomena Calenda (Lega) la quale ha voluto ‘approfittare’ dell’occasione per ribadire “quanto sia importante dotare di telecamere di videosorveglianza tutti quegli istituti che hanno a che fare con soggetti deboli quali bambini, anziani e disabili”.
A tale proposito c’è già una proposta di legge di cui la Calenda è prima firmataria e che prevede proprio l’installazione di sistemi di videosorveglianza all’interno di 142 strutture “sensibili” quali asili, scuole materne e case di riposo e cura.
Se il governatore del Molise Donato Toma ha già espresso parere positivo per l’iniziativa della consigliera leghista, c’è ancora da lavorare sulla parte della dotazione finanziaria.
Sconcertata per le immagini diffuse dalla Procura pentra è anche la parlamentare di Forza Italia Annaelsa Tartaglione. In un post su fb la deputata azzurra scrive: “Il caso stavolta coinvolge il nostro territorio e quindi ci lascia ancora più basiti e addolorati, perché ti accorgi che tali atrocità possono purtroppo avvenire anche a pochi passi da casa. D’altro canto, occorre ringraziare ancora una volta le forze dell’ordine per il lavoro svolto, indagini che hanno fatto luce sulla vicenda grazie ovviamente al supporto decisivo delle telecamere. Ricordo, a tal proposito, che il disegno di legge presentato da Forza Italia proprio sulla videosorveglianza negli asili e presso le strutture per anziani e disabili, è stato già approvato alla Camera e ora deve passare al vaglio definitivo del Senato. Voglio quindi rivolgere un appello a tutte le forze politiche: facciamo presto, la difesa dei nostri bambini rappresenta una assoluta priorità”.
E’ intervenuta anche la Garante dei Diritti della Persona della Regione Molise, Leontina Lanciano. “La gravità dei comportamenti che abbiamo visto merita un approfondimento e un rinnovato impegno a tutela dei minori e di tutte le persone che occupano le fasce sociali più a rischio. Nel mio ruolo delicato e importante di Garante, collaborerò con tutte le componenti della nostra società civile affinché questi episodi siano presi come monito per il futuro. Da sempre ho dichiarato di essere a favore della videosorveglianza in tutte le scuole e nei luoghi in cui c’è maggiore bisogno di controlli. E, già a partire da lunedì prossimo, farò sentire la mia presenza nei luoghi istituzionali e ovunque ce ne sia bisogno, perché si arrivi quanto prima a predisporre le iniziative più incisive a tutela di chi, per motivi diversi, vive situazioni di disagio. Prima di tutto la videosorveglianza” ha concluso Leontina Lanciano – che dovrà però andare di pari passo con le azioni di sostegno a chi subisce maltrattamenti e violenze”.
Colpita e amareggiata anche la Consigliera Paola Matteo (Orgoglio Molise): “Siamo tutti profondamente scossi dalle violenze subìte dai bimbi di Venafro. Come mamma, cittadina, insegnante e rappresentante delle istituzioni esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle piccole vittime dei maltrattamenti. Ringrazio inoltre le Forze dell’ordine per il lavoro svolto a tutela dei bimbi e per la collettività. E faccio una considerazione su quelle che è evidentemente diventata un’emergenza nazionale. Siamo, credo, tutti pronti a impegnarci affinché il sistema di sorveglianza con le telecamere diventi una realtà sul territorio: un intervento che ritengo opportuno e necessario, ma che va a mio giudizio accompagnato con un lavoro di controllo rispetto ad eventuali situazioni di disagi vissuti dalla categoria degli insegnanti. Se non si risolve il problema a monte, sarà difficile ridurre al minimo vicende come quelle di Venafro, che possono causare difficoltà permanenti a chi le subisce.
Per un lavoro professionale che può risultare usurante sul piano emotivo, come quello degli insegnanti, sarebbero opportune periodiche visite per certificare la sussistenza dei requisiti necessari per lavorare continuamente a contatto con i bambini. Una categoria socialmente importante come quella degli insegnanti merita maggiore considerazione e necessita di un lavoro di valutazione e supporto più intensi”.
Amarezza e difesa della sua Isernia per il presidente della Provincia Lorenzo Coia: “Ieri – ha scritto in una nota giunta alla stampa la mattina del 19 gennaio – la stampa nazionale ed il paese tutto, ci additava come la provincia delle atrocità per colpa di due operatrici scolastiche (il termine educatrici non può essere usato ) che hanno ingiustificatamente commesso abusi e prevaricazioni nei confronti di alcuni alunni di un asilo. Un “crimine “ orrendo quello della violenza su minori indifesi che va denunciato e perseguito penalmente, che offende la comunità scolastica, quella civile e che allarma i genitori. Però , fermo restando la condanna per le immagini diffuse dagli organi di polizia, va sottolineato che , accanto a questi deprecabili episodi, dei quali dobbiamo tenere alta la guardia, vi sono la maggioranza di azioni positive di docenti, istituzioni scolastiche, enti locali, che quotidianamente operano per garantire quel diritto costituzionale alla istruzione per conseguire un pieno e consapevole diritto di cittadinanza ai futuri cittadini della Repubblica. Ieri, con questi sentimenti di dolore e rabbia , ho tagliato il nastro del nuovo centro fitness al Liceo Scientifico e Sportivo di Isernia, Buona scuola e buona attività motoria”.
Si appellano alla magistratura affinché accerti la verità e le responsabilità dalla Flc Cgil: “Non vorremmo che l’episodio possa servire a gettare discredito ed avanzare sospetti su una intera categoria di lavoratori, quelli della scuola dell’infanzia, che con impegno, dedizione e spirito di sacrificio, spesso in condizioni difficili, svolgono la loro attività all’interno delle istituzioni scolastiche. Generalizzare non serve a niente, così come non riteniamo che “il Grande Fratello” e l’uso delle telecamere nelle scuole, auspicato da molti, rappresenti la soluzione del problema. Non si può trattare il tema dei servizi educativi con un approccio basato sulla logica del controllo, facendo passare un messaggio di sfiducia generalizzata a fronte di migliaia di lavoratori che amano il loro lavoro e vi si dedicano tutti i giorni con passione e dedizione. Pensiamo che per prevenire non solo i maltrattamenti, ma anche relazioni poco positive all’interno di contesti educativi, occorre adoperarsi affinché il personale possa svolgere la sua attività in un clima sereno, dove le condizioni di lavoro siano tutelate da norme che garantiscano un rapporto adulto/bambino gestibile, vi sia una formazione in ingresso ed in servizio costante e di qualità; dove un coordinamento pedagogico valuti e controlli la qualità della relazione educativa, anche al fine di prevenire possibili abusi. Solo in questo modo riusciremo ad intervenire davvero su un fenomeno che sta diventando preoccupante”.
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