Il molise esiste

Nancy Pelosi, la speaker della Camera Usa che fa tremare Trump, ha nonni molisani. Fornelli la vuole cittadina onoraria

Originaria di Fornelli, il sindaco Giovanni Tedeschi confessa: “Orgogliosi di lei e di tutte le nostre eccellenze capaci di farsi valere oltre i confini regionali e nazionali. All’onorevole Pelosi abbiamo proposto la cittadinanza onoraria, aspettiamo una sua risposta”

Nancy Pelosimolisana da parte di madre, è la 79enne entrata alla prima seduta del 118esimo Congresso Usa. E’ la donna che potrebbe dare filo da torcere al presidente Donald Trump.

Eletta Speaker della Camera dei Rappresentanti, dove i democratici hanno riconquistato la maggioranza con le elezioni di novembre 2018, nasce a Baltimora, nello stato del Maryland, da genitori italoamericani:  Annunziata Lombardi e Thomas D’Alessandro.

Il nonno materno, Nicola Lombardi, era originario di Fornelli, (Isernia) e il nonno paterno, Tommaso G. D’Alessandro, era originario di Montenerodomo, piccolo centro in provincia di Chieti.

A Fornelli lo sanno bene,e il sindaco Giovanni Tedeschi ammette: “Sì, Nancy Pelosi è di Fornelli”. Le sue origini sono state stabilite grazie ad uno studio condotto negli anni passati.

“Abbiamo chiesto all’onorevole Pelosi finanche la cittadinanza onoraria – afferma con orgoglio il primo cittadino di Fornelli – e siamo in attesa di una sua risposta”.

Dunque il Molise c’è. Esiste. E si fa strada. Con l’ostinazione che contraddistingue la sua popolazione, la tenacia, la determinazione e l’orgoglio di dimostrare che i geni cresciuti in una piccola terra come il Molise hanno dato vita, nel mondo, ad eccellenze straordinarie.

Per Nancy Pelosi  non è stato semplice essere eletta Presidente della Camera Usa: la nuova guardia progressista del partito voleva liberarsi di lei, che alla fine ce l’ha fatta accettando di limitare la durata del suo mandato e distribuendo oculatamente le poltrone.

Di lei dicono sia “arrogante”, ma la sua risposta a questa insinuazione è un messaggio inequivocabile: “per avere successo nella politica americana bisogna essere capace di assorbire i colpi”.

A confermare la sua tesi ci ha pensato la figlia, quella più piccola, che alla Cnn ha confessato: “Mia madre? E’ il tipo che ti strappa la testa prima che tu ti accorga di sanguinare”.

Per questo gli americani la definiscono un osso duro. Molti vanno oltre e sono certi sia la la più adatta a sfidare Donald Trump, rispondendo con logica e freddezza alle intemperanze del presidente.

E’ stata prima donna presidente della Camera (il primo mandato fu dal 2007 al 2010), e quindi terza carica dello Stato; donna più potente degli Stati Uniti, primo politico della California in questo ruolo e anche prima italo-americana.

Nancy Patricia D’Alesandro Pelosi nasce a Baltimora  il 26 marzo 1940 in una famiglia cattolica metà molisana e metà abruzzese. Da giovanissima si impegna nelle associazioni della comunità italo-americana. Il padre e il fratello furono sindaci di Baltimora. Moglie di un industriale diventato milionario, Frank Pelosi, dal quale prende il cognome e mette al mondo cinque figli. Figli di cui va orgogliosa tant’è che gli elenca uno a uno nel suo discorso di insediamento: Nancy Corinne, Christine, Jacqueline, Paul e Alexandra.

Stratega molto capace, Nancy è ritenuta l’iniziatrice della battaglia che ha portato vittoria parlamentare dell’Affordable Care Act, cioè la riforma sanitaria di Barack Obama: fu lei a insistere con il presidente perché non levigasse il suo progetto. Come presidente della Camera ha rimosso senza scalpore una statua del generale confederato Robert E. Lee sostituendola con Rosa Parks, la donna nera simbolo del movimento dei diritti umani.

Si è opposta all’invasione dell’Iraq nella prima guerra del Golfo del 1991. Sostiene da sempre le politiche ambientaliste e chiede controlli sulle armi da fuoco.

Pur essendo cattolica praticante non ha mai esitato a promuovere le sue politiche a favore della contraccezione, del diritto all’aborto e alle nozze per tutti.

Non sono posizioni accettate dalla Chiesa? Lei ha risposto: “La mia religione mi obbliga ad essere contro le discriminazioni di ogni tipo nel nostro paese, e proibire le nozze gay è una forma di discriminazione. In più, ritengo sia incostituzionale”.

Contraria alle politiche sull’immigrazione del presidente Trump, le ha descritte come “un patto col diavolo”, tant’è che a giugno scorso ha visitato un centro di detenzione federale utilizzato per dividere i bambini migranti dalla famiglia, chiedendo le dimissioni della ministra per la sicurezza nazionale, Kirstjen Nielsen.

Fra i compiti che si troverà ad affrontare nelle prossime settimane ci sarà proprio lo scontro con Trump sul famoso muro che il presidente vuole alzare al confine col Messico.

In prospettiva poi, per Pelosi, c’è una battaglia ancora più aspra: le inchieste parlamentari che adesso potrebbero partire contro Trump (a partire dai sospetti di collusione con la Russia per manovrare le presidenziali del 2016).

Abile sì, capace pure, estremamente fredda e razionale ma non tutti la volevano. Se la giovane guardia progressista del partito non la apprezza, è anche perché è molto ricca (fra lei e il marito circa 15 milioni di dollari solo di proprietà immobiliari; nel 2014 Pelosi valeva quasi 30 milioni di dollari, il 15esimo membro più facoltoso del Congresso). Troppo bianca, troppo vecchia politica per i gusti di alcuni dei nuovi eletti, quella frangia di “socialisti democratici” che vengono dalle classi basse e dalle minoranze.

Ma al discorso di insediamento ha detto: “Sono fiera di questa elezione che segna i cento anni da quando le donne hanno ottenuto il voto. Alla Camera ci sono più di cento deputate, il numero più alto della storia”. Non tutti amano questa lady di ferro col sangue molisano ma lei fa spallucce e a chi le chiede perché non sia benaccetta tra i suoi stessi colleghi, risponde: “Non temono me ma la mia efficienza”. Parola di molisana.

 

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