Campobasso

Bregantini boccia il reddito di cittadinanza. E sui migranti: “Politiche di regime”

L'arcivescovo ha illustrato il programma previsto per la marcia della pace che domenica, 27 gennaio, si terrà a Campobasso a partire dalle 16.30 da Piazza Municipio. Due le tematiche su cui il capo della diocesi invita la politica a riflettere: l'aver creato assistenzialismo piuttosto che progetti lavorativi e la disumanità nei confronti di chi soffre abbandonato sui barconi

Domenica – 27 gennaio –  alle 16.30 in piazza Municipio si accenderà la lampada che guiderà la marcia della pace e della solidarietà lungo le strade di Campobasso.

Il filo conduttore di un corteo – che Monsignor Bregantini si augura affollato e interessato – punta a stimolare la politica locale e nazionale su due aspetti: disoccupazione e migranti.

Riflessioni che sono organizzate in cinque tappe. La prima: in piazza Vittorio Emanuele. La seconda davanti al carcere, la terza sarà vissuta presso la stazione ferroviaria, la quarta invece si svolgerà nel piazzale della chiesa del Sacro Cuore. Infine la carovana della solidarietà si ritroverà per le ultime meditazioni davanti alla Caritas.

Una  marcia della pace dagli orizzonti ampi: improntata sui messaggi di Papa Francesco, sulla difficile situazione che vive il Molise, nel caso specifico, per ciò che riguarda la disoccupazione e lo spopolamento e poi sull’emergenza umanitaria che riguarda i migranti.

Bregantini va dritto al sodo come nel suo stile. Perentorio nella sua riflessione – che illustra nei minimi dettagli – boccia il reddito di cittadinanza.

L’Italia è un repubblica fondata sul lavoro non sull’assistenzialismo – afferma E il reddito di cittadinanza è un’illusione che tra quindici mesi aumenterà invece disillusione e angoscia in tutte quelle persone alla ricerca di un lavoro o in quei precari che si augurano di avere una stabilità per la propria dignità personale e familiare”.

L’arcivescovo della diocesi Campobasso-Bojano ribadisce a toni fermi che il lavoro è il pilastro della vita delle persone perché “con il lavoro un uomo sostiene la sua famiglia, acquista dignità. Il reddito di cittadinanza crea dipendenza e deresponsabilizza. Mi sarei aspettato una politica del lavoro basata su incentivi alla creazione di cooperative capaci di proporre progetti per esempio in ambito ambientale ed ecologici, progetti capaci di valorizzare i prodotto bio delle nostre terre. Ecco, sostegni a questi programmi sotto l’aspetto fiscale e contributivo avrebbero aperto sviluppo e crescita”.

Da qui uno dei punti che sarà contemplato durante la marcia della pace di domenica è proprio la sfida della buona politica al servizio dei diritti umani.

E parlando di diritti, inevitabile il passaggio sull’emergenza migranti. “Stiamo assistendo ad una politica di regime con migranti abbandonati al loro destino. Questo non è umano” ha confessato tassativo.

“Abbiamo dimenticato che dietro quelle persone disperate abbandonate sui barconi ci sono diritti umani negati. E sono stati negati nei paesi da cui scappano ma anche in quelli dove sperano di trovare pace. Credere che rappresentino una minaccia per la ripresa dell’Italia è una teoria mediocre e insulta anche gli italiani che prima di loro sono stati migranti e che in America, in Australia, in Europa hanno contribuito alla crescita di quei Paesi”.

In sostanza omettere soccorso è un comportamento “di cui si può solo provare vergogna”.

Da qui la sintesi di un’altra delle cinque tappe che sarà attraversata domenica prossima:  “no” alla strategia della paura. Tutto questo per “un grande progetto di pace” ha spiegato in conferenza stampa l’arcivescovo Bregantini.

“Questa marcia – ha poi continuato il vescovo – vuole testimoniare giustizia ed esprimere vicinanza a chi è senza lavoro, a chi ha perso la libertà e chiede una nuova possibilità, a chi vive momenti difficili e non sa come fare ascoltare il proprio grido, a chi bussa alle Istituzioni ma trova porte sprangate, a chi è ferito nella propria dignità dall’ingiustizia sociale”.

I promotori dell’evento sono a nome della Diocesi, la Caritas, la Scuola di cultura e formazione socio-politica “G. Toniolo” e  la Pastorale sociale del Lavoro.

Ovviamente l’appello di Bregantini punta ad una partecipazione di massa e per questo l’augurio che il 27 gennaio si ritrovino davanti al Palazzo di città tutte le istituzioni politiche locali, le organizzazioni sindacali, l’università, le scuole. “Tutti dobbiamo ritroverai attorno alla lampada della pace perché tutti abbiamo l’urgenza di costruire un Molise dove non manchi più il lavoro né la pace a nessuno”.

 

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