Trasporti

Autobus molisani nella bufera: “Costi alti, servizi scadenti. Ritorsioni sugli autisti e trasferimenti punitivi”

I sindacati, questa volta tutti uniti, contro le imprese che effetuano il trasporto convenzionate con la Regione: "Disservizi e ritardi nei pagamenti non più tollerabili. Chiediamo all'assessore Niro di accelerare la gara per il gestore unico". Durissima l'accusa rivolta ad Atm, sati, Seac e Gtm: "I lavoratori che osano lamentarsi dei ritradi nei pagamenti vengono trasferiti e puniti". Il trasporto pubblico molisano all'ultimo posto in Italia er afficenza e trasparenza. E con i costi più alti a carico dell'utente.

Trasporto pubblico molisano, i sindacati questa volta sono tutti uniti e chiedono all’assessore al ramo Vincenzo Niro di accelerare le procedure per un gestore unico dei trasporti. “Si proceda subito con le gare” sollecitano Pasquale Giglio (Faisa Cisal), Franco Rolandi (Filt Cgil), Antonio Vitagliano (Fit Cisl), Carmine Mastropaolo (di Uil Trasporti) e Nicola Libertone (Ugl Autoferro). Un appello disperato affinché la politica “si convinca finalmente ad andare avanti celermente verso il bando per l’assegnazione dei servizi di trasporto su gomma”.

Perché così come sono le cose, con lo spezzettamento in atto e le convenzioni con diverse aziende “non si può più andare avanti”, sottolineano in un duro ed esplicito atto di accusa agli imprenditori dei viaggi su gomma. Le segreterie regionali fanno anche sapere di aver attivato nei confronti di Atm Spa le procedure di raffreddamento e conciliazione previste dalle norme che sono “l’anticamera di uno sciopero generale nei servizi pubblici essenziali”.

Ma non sarebbe solo Atm rea di mettere in azione comportamenti inaccettabili alle legittime proteste dei lavoratori, i cui pagamenti sono in forte ritardo. Lo scenario avvilente – dicono i 5 sindacalisti – è condiviso pienamente anche da Sati, Seat di Campobasso e Gtm di Termoli che, oltre ad essere responsabili di grandi ritardi (“soprattutto in relazione alle ingenti risorse pubbliche che le stesse imprese ricevono e ad un costo del lavoro che è tra i più bassi d’Italia perché nessuno applica i cosiddetti contratti integrativi”), puniscono con licenziamenti e trasferimenti i lavoratori che osano lamentarsi o portare le carte all’avvocato per avere il denaro.

Ritorsioni, ovvero autisti che improvvisamente diventano non idonei alla guida, trasferimenti del personale dai servizi statali (che sono più remunerativi) ai servizi regionali, trasferimenti in luoghi lontani da casa. Una “situazione surreale”, aggiungono le segreterie, che piazza il trasporto pubblico molisano all’ultimo posto in Italia per efficienza, trasparenza e trattamento del personale dipendente.

È uno stato influenzale stagionale, per dirla in maniera sarcastica, che rischia di diffondersi a macchia d’olio dal momento che sta colpendo gran parte delle aziende del trasporto locale. “E parliamo – dicono le segreterie – proprio di quelle quattro o cinque imprese molisana che vantano i numeri maggiori in ambito regionale, sia per chilometri effettuati che per numero dei lavoratori e parco mezzi, e che potrebbero almeno in teoria concorrere per l’assegnazione del bando di gara in altre regioni”.

E invece, accusano, a fronte di lauti compensi che percepiscono dalla Regione, “la quale paga in maniera puntuale e precisa, fenomeno abbastanza raro nel panorama nazionale”, i servizi sono scadenti. Le conseguenze per i cittadini, e per le stesse istituzioni molisane, sono sotto gli occhi di tutti: “a fronte di un servizio scadente a partire dalla qualità dei mezzi, obsoleti e insicuri, il costo per ciascun residente è pari a 188 euro, in assoluto e di gran lunga il più alto tra le regioni italiane a statuto ordinario”. In Molise a carico di ogni residente grava il 71,5% di spesa per il trasporto in più della media nazionale.

La procedura di conciliazione che si è tenuta qualche giorno fa nella Prefettura di Campobasso alla presenza della stessa Regione Molise con Atm, la principale tra le 29 aziende di trasporto molisano, si è conclusa con un esito negativo. “L’azienda – dicono i sindacati – continua a pensare di vantare crediti per mezzo milione nei confronti della Regione, e questo si traduce con ricadute inaccettabili sugli incolpevole dipendenti che, nella migliore delle ipotesi, sono costretti a ricorrere al giudice a forza di decreti ingiuntivi e pignoramenti per ottenere il dovuto”.

“L’assessore Niro e il Governatore Toma – sintetizzano in conclusione – devono convincersi che non si può più procrastinare la gara d’appalto e che l’unica soluzione, l’unica speranza sia assegnare il trasporto pubblico a un unico gestore, per mettere fine ai disagi, ai mancati pagamenti e alle condizioni inaccettabili poste da imprese che inoltre godono di una posizione di privilegio rispetto al resto d’Italia”.

 

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