L'arte del riciclo

Trash Art, il concorso d’arte che crea bellezza dai rifiuti. Vince la Venere di Botticelli fotogallery

Un concorso che ha trasformato i rifiuti in opere d'arte con l'obiettivo di lanciare un messaggio di salvaguardia dell'ambiente.

Lasciate il mondo migliore di come lo avete trovato: è questo il messaggio racchiuso dai manufatti creati dagli studenti del Liceo Artistico di Termoli all’interno del concorso ‘Trash Art’, strumento scelto come mezzo di denuncia del degrado ambientale e dei comportamenti umani scorretti. Un titolo iconico che richiama proprio l’immondizia – trash – che viene tramutata in arte attraverso il riuso ed il riciclo.

Quindici opere realizzate esclusivamente con materiali di scarto industriale e casalingo: persone realizzate con vecchie buste di plastica, cartoni, vassoi usa e getta, un fondale marino creato da vecchie reti, una balena in mare dove le onde sono pezzi di bottiglie, la Venere di Botticelli di carta e plastica, un cimitero subacqueo rappresentato da un vecchio pneumatico di auto con rifiuti all’interno che si richiama alla più famosa installazione che si trova sui fondali di Osborn Reef in Florida, un polpo con una base piena di scarti gettati in acqua, e poi ancora vecchi monitor pc, televisori, oblò di lavatrici, tavole di legno e bottiglie.

Tutti costruiti che fanno parte del concorso ‘Trash Art’, una delle azioni previste dal piano di comunicazione sulla differenziata del Comune di Termoli ed eseguito dalla ditta vincitrice del bando Comma srl che, questa mattina, venerdì 14 dicembre, ha premiato tre composizioni ideate dagli alunni delle classi seconde, terze, quarte e quinte del Liceo Artistico ‘B. Jacovitti’ di Termoli. A salire sul podio i classificati che hanno ricevuto il maggior punteggio, selezionati da una giuria composta da altrettante persone – un pittore, un esperto in comunicazione e un esperto di ambiente e raccolta differenziata – che ha premiato cinque ragazzi.

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Al terzo posto una sirena creata con bottiglie, vetro, conchiglie seduta su una corda, di quelle usate per fermare le imbarcazioni al porto, creata da Lorenzo Cutillo.

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Al secondo posto si piazzano Chiara Carafa ed Emanuela Pinzariu con un uomo di plastica seduto su una sedia fatta di rifiuti contenuti in una gabbia:  “Un’opera che rappresenta il mare inquinato , rovinato, sporco a causa nostra – ha spiegato Chiara – Con il velo dell’indifferenza stiamo rovinando il mondo e noi stessi. Abbiamo deciso di raffigurare il mare come se fosse una persona per dare maggiore impatto e creare maggiori emozioni. I rifiuti provengono proprio da lì. Sulle gambe c’è una piantina, all’interno di un cofanetto, che rappresenta la speranza, una natura forte che, nonostante la mano dell’uomo che la rovina, vive ed è sempre più forte di noi, nella speranza che anche noi possiamo ritrovare il nostro equilibrio con la natura”.

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A vincere sono stati due ragazzi, Jacopo Andriani e Giulio Murazzo della 3AF (in allegato il video di presentazione) con una scultura liberamente ispirata alla Venere di Botticelli, che si sono aggiudicati mille euro. Molti rifiuti sono stati raccolti in spiaggia, come la confezione di acido inserita nell’opera vincitrice: “Siamo rimasti allibiti di ciò che si trova sulla battigia – hanno commentato i vincitori prima di ritirare il premio – In particolare una bottiglia di acido recante la scritta ‘Pericolo di morte’. Quando l’ho presa mi sono spaventato. Il basamento è un pezzo di barca dove c’erano ancora le conchiglie attaccate. Passeggiando in spiaggia ci siamo resi conto di ciò che si trova, è uno schifo ed è merito nostro. Dobbiamo impegnarci ad invertire la marcia perché il futuro è nostro e lo costruiamo noi”.

Il concorso nasce non solo dalla volontà di insegnare ai piccoli, ma soprattutto agli adulti, l’importanza della raccolta differenziata per evitare di distruggere il Pianeta, ma rappresenta una vera e propria “dichiarazione d’amore al nostro mare – come introdotto dal professor Michele Carafa – Creando opere con materiali antiestetici che, trasformati, diventano arte”. “Opere diverse, ma tutte di pregio – ha commentato il primo cittadino Angelo Sbrocca – Vorrei che fossero esposte in una mostra dedicata al Castello Svevo il prossimo anno così che ognuno di voi possa spiegare l’idea ed il significato personale che avete voluto dare alle opere”.

Una kermesse che, oltre a lanciare un messaggio di sensibilizzazione ed educazione al problema ambientale, è riuscita a dimostrare quanta bellezza ed utilità esista ancora in ciò che spesso viene gettato in mare o tra la vegetazione. Con l’entusiasmo tipico dei giovani, gli studenti sono riusciti a realizzare piccoli, ma significativi, gesti in favore dell’ambiente.

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