Effetto sisma

Terremoto: a dicembre i soldi per affitti agli sfollati. Chiude centro Solidea, migranti trasferiti

Montecilfone, epicentro del sisma estivo, sta soffrendo: ad oggi sono ancora 170 gli sfollati e lo spopolamento è più evidente che mai. I contributi per l’autonoma sistemazione stanno tardando ad arrivare ed anche il centro di accoglienza ha chiuso i battenti

Sono trascorsi esattamente 107 giorni dal terremoto di magnitudo 5.1 che ha colpito il Basso Molise il 16 agosto scorso, ma il tempo sembra essersi fermato a Montecilfone, epicentro del sisma e paese in cui si sono registrati i maggiori danni.

Un evento che, se da un lato non ha suscitato quel clamore mediatico classico per l’assenza di vittime o di crolli rilevanti, per fortuna, dall’altro ha gettato sconforto nei residenti, abbandonati a se stessi e vittime di un immobilismo istituzionale senza precedenti. Le verifiche post sisma non sono ancora state evase del tutto: delle oltre 600 richieste arrivate negli uffici, solo 450 sono state sottoposte ai controlli, con una percentuale del 75% di copertura contro il 25% ancora all’attivo.

La causa, come conferma il sindaco Franco Pallotta, è dovuta ad una carenza dei tecnici della Protezione Civile, in numero nettamente inferiore rispetto alle richieste del territorio. Un dato che, tuttavia, dovrebbe ribaltarsi con la stipula di una convenzione tra gli organi professionali e lo stesse ente che prevede un rimborso spese ai tecnici che effettueranno i sopralluoghi, come conferma il primo cittadino.

Un paese che conta milletrecento abitanti e che, da tre mesi e mezzo, fa i conti con 170 sfollati e con un fenomeno di spopolamento allarmante dovuto non solo dalla paura del terremoto ma, soprattutto, dall’impossibilità di accedere ai contributi per l’autonoma sistemazione stanziati dalla Protezione Civile Nazionale per il tramite della Regione Molise: “Siamo in attesa – afferma il sindaco ai microfoni di Primonumero.it – Mi hanno confermato che entro la prima decade di dicembre dovrebbe essere tutto sistemato o, al massimo, entro Natale”.

Un’emergenza che il Comune cerca di fronteggiare con le poche risorse disponibili nelle casse. Gli stessi uffici comunali hanno subito un riassetto a causa dell’inagibilità dell’edificio che li ospitava, costringendo i funzionari a condividere gli spazi.

Il terremoto e, in particolare, la crisi economica derivata dallo spopolamento del paese e dalla paura di altre scosse, non ha colpito solo i nativi del piccolo comune arbëreshë ma anche il centro di accoglienza ‘Solidea’ che sta chiudendo i battenti. Se fino ad un paio di giorni fa si pensava che la causa fosse dovuta al decreto sicurezza recentemente approvato dal Governo, oggi la situazione delineata è nettamente diversa: “Ho avuto modo di parlare con la dirigenza della cooperativa che gestisce il centro – asserisce il primo cittadino – Paventavano problemi dal punto di vista economico, optando per il trasferimento dei 39 migranti qui ospitati in altre strutture, in primis Rotello, Roccavivara e Petacciato. Andranno via entro la fine della settimana”.

Nemmeno il comparto degli affitti se la passa meglio e sono sempre meno le persone, native di Montecilfone, che decidono di tenere aperte le attività. L’unico alimentari del paese, giudicato inagibile, ha trovato una nuova ubicazione in uno spazio a 300 metri di distanza dal vecchio stabile, mentre le poste sono state trasferite in un prefabbricato da qualche ora.

Ma il trend degli anni scorsi, quando molte persone dell’hinterland, del Beneventano o della costa molisana sceglievano di investire acquistando case disabitate o da risistemare, si è invertito, lasciando vuoti interi edifici e facendo diminuire drasticamente la popolazione. A coronare il tutto anche la nuova strada di collegamento tra il paese e la costa: “La Montecilfone-Mare, strada del Sinarca, sarà completata fra qualche giorno – continua Pallotta – Consentirà di raggiungere il mare in meno di un quarto d’ora. Il terremoto, però, ha ribaltato tutto”. In molti, infatti, usano questa nuova via di comunicazione per trasferirsi a Termoli o a Campomarino.

Dietrofront netto, invece, sulla questione serbatoio che non verrà più abbattuto, almeno per il momento: la struttura, giudicata a rischio dopo i controlli congiunti di Vigili del Fuoco e Protezione Civile e messa ‘al bando’ in seguito allo svuotamento delle condutture e per cui il sindaco aveva firmato l’ordinanza di abbattimento, salvo poi ritirarla,  potrebbe presto tornare in funzione: “Valutazioni di ordine tecnico, fatte dalla struttura regionale della Protezione Civile con il tramite dell’architetto Giarrusso e dei suoi collaboratori, suggeriscono di tentare la strada del recupero attraverso l’adeguamento sismico”, conferma ancora il primo cittadino a Primonumero.it

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