Larino

Spese folli e favori alla scuola di musica: 10 anni dopo tutti assolti, da Iorio a Giardino

Assolti l'ex Governatore, il cavalier Venditti, l'ex sindaco di Larino, l'ex segretario: finisce in una bolla di sapone il processo iniziato 6 anni fa sui presunti sperperi della scuola Imam, oggi ente di formazione. Il verdetto stasera a Larino.

Finisce con l’assoluzione piena di tutti gli ormai ex imputati e il processo su sprechi e follie della ex scuola di musica Imam di Larino. Michele Iorio ex governatore della Regione Molise, Gaetano Venditti marito della ex onorevole Sabrina De Camillis e gli altri alla sbarra escono a testa alta dopo 6 anni di processo. È arrivata questa sera la sentenza sul caso dei presunti sperperi e privilegi della scuola di musica fondata da Gaetano Venditti. In aula Michele Iorio, che non manca mai, e il figlio dell’ex sindaco Giardino, assolto con altri 4. Che sono Iorio, appunto, l’ex segretario comunale del comune frentano Fernando Rosati e due fornitori di strumenti e attrezzature musicali, Cinzia Di Monte e Salvatore Cianciaruso. Il terzo fornitore aveva chiesto e ottenuto il patteggiamento a 6 mesi di reclusione ma a rivedere bene la vicenda forse gli sarebbe convenuto andare avanti per ottenere un’assoluzione senza conseguenze.

Sotto accusa erano i finanziamenti esorbitanti, spese giudicate folli, e una contabilità che per gli inquirenti frentani sarebbe stata gonfiata e in un paio di casi addirittura falsificata. Abuso d’ufficio per Michele Iorio e truffa in corso a carico di Gaetano Venditti e dell’ex sindaco Giardino. Lo scorso 23 ottobre il pubblico ministero Ilaria Toncini aveva chiesto condanne per tutti e 6, dai due anni e tre mesi per Venditti a 2 anni per giardino e Rosati fino a un anno e sei mesi per Michele Iorio. Pene più lievi, nell’ordine dei sei mesi, chieste dalla Toncini per i due fornitori.

Oggi dunque l’ultima udienza con relativo verdetto per il quale le motivazioni non usciranno prima dei canonici 3 mesi, e solo a quel punto la Procura valuterà se eventualmente fare ricorso. Ma è improbabile per il rischio prescrizione.

Soddisfatti gli avvocati difensori che avevano chiaramente chiesto per tutti, nella requisitoria di oggi, l’assoluzione. “Il fatto non sussiste” ha stabilito il presidente del tribunale Michele Russo in ordine alla maggioranza dei reati, giacché gli altri sono estinti per intervenuta prescrizione.

“Finisce così l’ultimo processo di quel filone nefasto inaugurato con Black Hole che come tutti gli altri è finito con l’assoluzione piena” commenta Antonio De Michele che ha difeso l’ex sindaco di Larino. Iorio si è affidato come sempre ad Arturo Messere, Fernando Rosati a Gina Capuano, dello studio di Vittorio Facciolla, e Venditti a Lorusso.

L’inchiesta sull’Imam aveva messo sotto la lente d’ingrandimento circa 240mila euro spesi in appena quattro mesi: un dato accertato anche dai Carabinieri che avevano perquisito la scuola allestita nel palazzo ristrutturato dell’ex carcere, nel centro storico di Larino. Un palazzo di proprietà del Comune che lo aveva ceduto alla Imam in comodato gratuito pur non essendo  partner del progetto.

L’inchiesta si era concentrata sul funzionamento del l’imam che oggi è un ente di formazione e sui favori elargiti dal pubblico al privato, in modo particolare sugli accordi di programma sottoscritti da Michele Iorio che aveva concesso 100mila euro all’anno per 3 anni per portare avanti le attività dell’Istituto e 600mila euro per fare una sala di registrazione. Intercettazioni telefoniche a valanga per un’inchiesta iniziata nel 2008 che termina esattamente dieci anni dopo nella ennesima bolla di sapone. Se infatti sono sembrate inopportune ho anche poco condivisibili da un punto di vista politico certe decisioni, resta un fatto inoppugnabile: per i giudici questo non è un reato e non ha rivelanza penale. Di conseguenza a finire sotto accusa, legittimamente, è  anche la “folle” spesa sostenuta per una inchiesta che si è sgonfiata completamente.

 

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