La tragedia di pina orlando

Ore di angoscia per le gemelline. Agnone in lutto, annullata la ‘ndocciata: “Non si può far finta di nulla”

Un’altra giornata di ricerche disperate per le due bambine di Pina Orlando il cui corpo è stato recuperato nel Tevere. La 38enne di Agnone, che da qualche mese viveva a Roma con il marito per seguire le vicende cliniche delle gemelline, Benedetta e Sara, nate premature, si è gettata da Ponte Testaccio ieri, giovedì 20 dicembre, ed è stata trovata morta qualche ora più tardi all’altezza di Ponte Marconi, a 2 chilometri di distanza.

Delle due bambine, 5 mesi non c’è ancora traccia malgrado ieri gli agenti di polizia abbiano fatto e  rifatto infinite volte il tragitto di 500 metri che divide via Aldo Manunzio, dove Pina abitava con il marito e dove in questo periodo c’erano anche i nonni per dare una mano, da Ponte Testaccio. Controllati per bene anche Largo Giovanni Battista Marzi, tutti gli anfratti e le zone vicine alla banchina, anche a bordo Tevere. I soccorritori hanno verificato ovunque, perfino nei cassonetti. Ma delle due bambine non c’è traccia.

Le ricerche hanno riguardato naturalmente anche il fiume. La mamma, che soffriva di una forte depressione, si sarebbe gettata nel Tevere intorno alle 6 e 20, come ha raccontato il testimone che ha allertato la polizia. Più tardi, alle 11 e 20, è stato ritrovato il corpo.

Nel frattempo il marito si era presentato in commissariato per denunciare la sua scomparsa. Sono entrambi di Agnone, si sono sposati nel 2013 e ad agosto scorso avevano avuto le due bambine. L’uomo ha riferito di non aver compreso che la moglie stesse tanto male e di non aver ricevuto segni evidenti di una crisi che l’ha portata a compiere un gesto tanto forte.

Le bambine sono state cercate nel fiume fino a ieri sera, anche con il supporto dell’elicottero, con perlustramenti che si sono estesi fino al comune di Fiumicino seguendo il corso del Tevere. E questa mattina le ricerche sono ripartite, anche se le speranze di ritrovare le due piccoline sono sempre più flebili. Il testimone che ha allertato la polizia avrebbe dichiarato di non aver notato alcun fagotto che Pina reggeva fra le braccia, ma potrebbe essere stato ingannato dalla luce dell’alba.

Oppure le neonate potrebbero essere lasciate state lasciate dalla madre prima che decidesse di togliersi la vita. Una storia che ha sconvolto tutto il Molise, oltre che L’Italia intera. Ad agnone, dove la coppia è molto conosciuta e stimata, si stanno vivendo ore di profondo dolore e apprensione mentre la speranza si spegne ogni ora che passa un po’ di più.

Nel frattempo la Procura di Roma ha avviato una indagine per omicidio-suicidio. Il fascicolo è al momento affidato al pm di turno Mario Palazzi. Le indagini proseguono serrate.

Anche Agnone, il paese altomolisano in cui vivevano Pina e il marito, sta seguendo con il fiato sospeso quello che sta avvenendo nella capitale. C’è sconcerto e sgomento tra coloro che conoscevano la 38enne, che non si riescono a spiegare il drammatico gesto. Fra tre giorni la cittadina avrebbe vissuto l’emozionante ‘nodocciata, uno dei momenti clou per la comunità che si raccoglie attorno al fuoco delle torce.

Quest’anno l’antica e tradizionale manifestazione non si svolgerà il 24 dicembre. Probabilmente per la prima volta. A comunicarlo è la stessa amministrazione comunale che ha preso la decisione assieme all’associazione della ‘Ndocciata: “L’evento tragico che ha colpito la città di Agnone è senza precedenti ed ha sconvolto non solo i familiari ma tutta la comunità. Sara, Benedetta e Pina sono figlie, sorelle e nipoti di questa terra ed è giusto e doveroso che, in queste ore di angoscia, venga reso loro omaggio stringendosi in un ossequioso e doveroso silenzio attorno alla famiglia. Non si può e non si deve far finta di nulla. Riteniamo, pertanto, che l’annullamento della manifestazione che per Agnone rappresenta l’identificazione delle proprie origini, sia quanto di più necessario vada fatto in questo momento”.

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