Unione dei comuni

Randagi, l’Accalappiacani deve arrivare da fuori regione. E il progetto del canile è finito in soffitta

L’Unione dei Comuni del Basso Biferno aveva presentato un progetto per realizzare un canile nella zona del consorzio industriale di Termoli, ma non se n’è fatto nulla. E i sindaci sono costretti a rivolgersi a centri fuori dal Molise per avere l’Accalappiacani

Tagliare i costi e rendere efficiente il servizio: cioè proprio l’idea che sta alla base di una Unione dei Comuni. Con questo intento un paio d’anni fa l’Unione Basso Biferno aveva lanciato l’idea di un unico canile per i dieci paesi che ne fanno parte. L’area era stata individuata, i fondi c’erano. Ma non se n’è fatto più nulla e oggi c’è chi deve rivolgersi fuori regione per togliere i randagi dalla strade.

È il caso di Petacciato, dove tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno una buona parte dei randagi che gironzolavano per il paese è sparito. Niente bocconi avvelenati per fortuna, solo l’opera puntuale dell’Accalappiacani, che per giunta ne ha catturati quasi una decina, ma non ancora tutti. Questi cani senza padrone spuntano dai vicoli e dalle traverse, quasi sempre senza dar fastidio a nessuno, anche se qualche caso di animale più aggressivo era stato segnalato nei mesi scorsi.

La sorpresa è che il servizio di cattura e poi custodia dei cani randagi è svolto da una ditta di fuori regione, per ragioni puramente economiche. Il Comune guidato da Roberto Di Pardo ha scelto di non affidarsi più al canile di Larino, ma di stipulare un accordo con la ditta Cuccia Paradiso di Capriati al Volturno, per la quale sono stati messi a bilancio fondi per 2100 euro annui. L’azienda casertana infatti tiene in custodia ogni animale per la cifra di 2 euro e 10 centesimi al giorno.

E pensare che proprio Petacciato aveva avviato uno studio per la realizzazione di un proprio microcanile, stante il problema del randagismo da risolvere. “Un canile strutturato, spesa di 23 mila euro, per un totale di animali da poter tenere fra i 12 e i 15” spiega il primo cittadino. Ma? “All’Unione dei Comuni mi hanno detto che c’era un progetto analogo e ci siamo fermati”. Questo oltre un anno fa.

Ora viene da chiedersi quanto potrebbe risparmiare il Comune di Petacciato, e con esso tutti gli altri nove paesi dell’Unione, se quel canile fosse di proprietà dello stesso ente e la distanza da coprire non fosse così ampia come adesso.

L’idea portata avanti dall’Unione ai tempi della presidenza di Leo Antonacci era quella di realizzare un canile capace di ospitare diverse decine di animali. Per farlo, era stata individuata un’area nei pressi del Consorzio industriale della Valle del Biferno, in territorio di Guglionesi.

“C’era un avanzo di spesa di 180mila euro nel bilancio dell’ente – sostiene oggi Antonacci -. Per questo era stato predisposto il progetto”. Ma qualcosa è andato storto. “Alcuni Comuni erano indietro col versamento dei fondi destinati al pagamento della Tekneko, l’azienda che gestisce la raccolta differenziata per l’Unione. Per coprire quella mancanza fu utilizzato l’avanzo di spesa”.

Ciò non toglie che una volta esauriti i pagamenti della ditta specializzata nella raccolta rifiuti, il cui contratto prorogato scade il prossimo 31 dicembre, quell’avanzo di spesa dovrebbe tornare tale. Possibile, anche se il progetto del canile pare finito nel dimenticatoio. “Da quando ci sono io alla presidenza non se n’è mai parlato” riferisce l’attuale numero uno dell’ente, il sindaco di Ururi Raffaele Primiani. Ancora una volta un ente nato per far risparmiare e ottimizzare i servizi, produce l’effetto contrario.

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