Campobasso

Le scrivono “frocio” sull’auto. I vicini: “Vile gesto ma lei qui si prostituisce”. E scatta l’esposto

L'Arcigay denuncia l'atto discriminatorio rispetto ad una giovane transessuale che abita nel quartiere San Giovanni. Ma i residenti non ci stanno e rivendicano: "Condanniamo quanto accaduto ma la signora deve anche dare rispetto se lo vuole, perché funziona così per chiunque: eterosessuali, transessuali, gay e lesbiche ". La polizia dopo un esposto ha scoperto infatti che la giovane aveva allestito una casa d'appuntamento

Le hanno imbrattato l’auto, con la scritta “frocio”. Un’azione naturalmente deprecabile ai danni di una giovane transessuale del Basso Molise che, dopo un periodo trascorso a Roma, ha scelto di vivere a Campobasso affittando una casa nel quartiere San Giovanni.

A prendere pubblicamente posizione contro l’atto discriminatorio è l’arcigay del Molise che denuncia altri episodi di cui la giovane transessuale sarebbe stata vittima nell’ultimo periodo. Un succedersi di insulti e minacce che poi, due giorni fa, sono confluiti nella deplorevole scritta sulla sua macchina.

L’arcigay ha quindi stigmatizzato il gesto e chiesto “che siano al più presto attivati servizi di supporto per le persone Lgbt  (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans) e promosse campagne di sensibilizzazioni istituzionali contro l’omotransfobia”.

Nulla quaestio. E’ impensabile dover ancora oggi essere costretti a parlare di discriminazione, quando – anche chi scrive – lavora continuamente per l’abbattimento delle barriere culturali contro certi comportamenti e segue periodicamente azioni di integrazione sociale finalizzate all’annullamento di ogni distinzione di sorta: sesso, religione, ceto sociale.

Però dietro questa vicenda che si è compiuta nel quartiere San Giovanni c’è dell’altro. Che per dovere di verità va raccontato.

C’è una storia di prostituzione che è stata denunciata negli uffici della questura di via Tiberio e poi accertata. Rispetto alla quale la giovane transessuale era già stata avvisata dal capo-condomino a “rivedere” certi comportamenti inopportuni in particolare nelle ore notturne.

Nella palazzina dove vive la donna, infatti, ci sono sei famiglie. E i problemi non sarebbero nati per una questione di discriminazione sessuale bensì per il costante andirivieni di uomini ad ogni ora e per i rumori provenienti dall’appartamento, soprattutto durante la notte.

C’è stata dunque una prima riunione condominiale durante la quale le sei famiglie hanno chiesto al proprietario di casa di richiamare la nuova inquilina ad essere più silenziosa e rispettosa di chi si alza all’alba per andare al lavoro, di chi riposa il pomeriggio o dei ragazzi che studiano. Ma all’ammonimento non sarebbero seguiti comportamenti diversi da quelli che erano stati segnalati.

Da qui è nato un esposto, firmato da tutti i condomini, e consegnato in questura da dove sono iniziate le verifiche per vederci chiaro. Quindi gli appostamenti degli agenti hanno permesso di accertare che gli uomini che affollavano la casa in questione erano clienti della transessuale che in quella abitazione si prostituiva.

Clienti che sono stati fermati e identificati. E che in questura hanno mostrato di aver appreso tramite un noto sito di incontro che lì, in zona San Giovanni, c’era un casa di appuntamento. Fatto poi accertato dai poliziotti che hanno rilevato le proposte a pagamento della giovane trans sul sito indicato dai clienti.

Quindi al proprietario dell’abitazione è stata rappresentata la conclusione delle indagini rispetto a quell’esposto inoltrato dagli inquilini e dunque a lui la facoltà di decidere l’eventuale rescissione del contratto di affitto.

La scritta “frocio” è vergognosa e indegna. Ferma condanna verso tutti i gesti che fomentano odio, ostilità, discriminazioni e disparità.

Di contro, però, il degrado va denunciato allo stesso modo. A prescindere se fautore di una situazione di disagio sia etero, gay, transessuale.

Il rispetto deve essere reciproco. Quella parola, su quell’auto, va condannata come va condannato chi l’ha scritta.

Ma è vero anche che il meretricio (contro cui alcuna critica, perché della propria vita ognuno fa ciò che ritiene), per lo stesso rispetto che si rivendica quando avvengono certi deprecabili gesti, andrebbe svolto in luoghi diversi da palazzine abitate da famiglie, anziani e bambini. Andrebbe forse opportunamente svolto in luoghi che siano capaci di tutelare meglio anche la privacy di clienti e contemporaneamente consentire a quelle buone maniere bistrattate di essere salvaguardate e al rispetto di essere vicendevole.

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