Termoli

Macte, la Fondazione si farà: “Ennesima privatizzazione”. “No, valorizziamo le opere”

Il primo passaggio per la Fondazione pubblico-privata che dovrà gestire il Macte, il museo d'arte contemporanea di via Giappone, è stato approvato in Consiglio Comunale. Rigettati tutti gli emendamenti proposti dall'opposizione che ha accusato: "Questa Amministrazione è sorda e chiusa nel suo riccio".

In un Consiglio Comunale protrattosi oltre i tempi canonici, tanto da dover rinviare ad una prossima assise la discussione degli ultimi due punti all’ordine del giorno, a farla da padrone è stata la discussione sulla proposta di schema di convenzione per la gestione del Museo d’arte contemporanea di Termoli. Una discussione aspra che ha visto la maggioranza compatta proseguire per la sua strada. I dieci emendamenti proposti dalla minoranza, con primo firmatario Di Brino e sottoscritti da Marone e Ciarniello, sono stati respinti in toto.

Si era capito da subito stamane, 4 dicembre, che la questione avrebbe scaldato l’aula. A cominciare dal primo intervento di Di Michele che, con indosso una maglietta provocatoria contro quello che si ritiene l’ennesimo ‘scippo’ del patrimonio dei termolesi da parte dell’Amministrazione Sbrocca, ha minacciato di occupare l’aula se entro la mattinata non avesse avuto contezza di nomi, cifre e risorse relative alla parte privata che co-parteciperà alla gestione del Museo.

Consiglio comuanale Termoli

La proposta portata oggi in Consiglio, materia del contendere, risiedeva nell’approvazione di uno schema di convenzione di Atto costitutivo e Statuto di una Fondazione di partecipazione senza scopo di lucro – è questo l’istituto giuridico che si è scelto – volta a gestire il Museo ‘MacTe’ sito in via Giappone per far sì che il consistente patrimonio artistico accumulato in oltre 60 anni dal Comune di Termoli venga alla luce e sia fruibile ai cittadini termolesi e non solo.

Opere di alto valore che il Comune ha acquisito con le varie edizioni del Premio Termoli che si sono succedute dal 1955 ad oggi (la 61esima edizione si è aperta ieri, 3 dicembre, ndr). Le tre ore di discussione sul tema non sono state che un muro contro muro tra maggioranza e opposizione. La prima a difendere la genuinità della proposta e la volontà politica di risolvere una questione annosa che, Amministrazione dopo Amministrazione, ha relegato il patrimonio artistico in oggetto “negli scantinati”. La seconda a contestare modi e tempi di quella che, come sottolineato da molti dai banchi della minoranza, è stata reputata un’idea condivisibile e lodevole ma solo in linea teorica.

Insomma, va bene il ‘cosa’ ma non il ‘come’. La Fondazione di partecipazione, come spiegato dal primo cittadino, è stata individuata perché rispondente ad esigenze di natura organizzativa ed economica. “Le risorse comunali non sono illimitate e risulta difficile la gestione diretta del Comune”. Pertanto si è optato per questa formula di co-partenariato con il privato. Il Sindaco ci ha tenuto a sottolineare la possibilità, per altri soggetti pubblici e privati, di subentrare in una gestione che dunque può allargarsi ad altri soggetti istituzionali. E sono in tanti dalle file dell’opposizione a suggerire soggetti considerati maggiormente idonei quali la Soprintendenza, l’Università, la Fondazione Molise Cultura, enti pubblici dunque.

È la questione ‘privatizzazione’ a tenere banco. Il consigliere Paradisi ha insistito sullo squilibrio, a scapito del  pubblico, nel Cda della Fondazione; dello stesso parere Marinucci che ha citato inoltre esempi virtuosi di musei gestiti dal pubblico. Fanno loro eco tutti gli altri, da Di Brino a Ciarniello, da Roberti a Marone. Trasversale dunque la critica alla scelta di affidare ad un privato ciò che è di proprietà pubblica.

La richiesta che è giunta dai banchi dell’opposizione è unanime ed è stata quella di rinviare in commissione la questione perché – è emerso a più riprese – non si vede la fretta di approvare tale provvedimento che è stato liquidato – così i vari consiglieri – in due sole sedute di commissione quando per argomenti ‘minori’ sono stati dedicati mesi e mesi. Il provvedimento su cui si è richiesto il voto oggi è stato difatti portato in Prima Commissione il 27 novembre e il dì successivo.

Consiglio comuanale Termoli

Tirato in ballo dunque il presidente dell’organo consultivo competente, il consigliere Di Campli ha difeso la volontà politica dell’amministrazione Sbrocca in merito. A supportarlo Giuditta, “abbiamo dato un’accelerata non per l’approssimarsi delle elezioni ma perché vogliamo completare il percorso culturale avviato” e Orlando che ha rimarcato come tra gli oppositori ci siano persone che hanno amministrato in passato e non hanno preso in considerazione una questione così importante per la crescita culturale e altresì turistica della città. È dunque questo il motivo addotto dagli amministratori: la fretta di oggi è figlia dell’inerzia del passato. Interviene anche Di Giandomenico difendendo il suo operato e rilevando come abbia inteso affrontare la questione, quando era al potere, con una Fondazione che poi non vide mai la luce.

Gli emendamenti alla proposta, da quelli sulla composizione del consiglio di amministrazione – leggasi sull’equilibrio tra componenti espressione della parte pubblica o privata – e sulla nomina del Presidente, a quelli sul Comitato tecnico-scientifico nonchè sulla durata del mandato, sono state tutte rigettate e l’opposizione ha puntato il dito contro quella che, da Marinucci, viene giudicata una “chiusura a riccio di questa Amministrazione”.

Forte la replica del Sindaco che, con toni di voce insolitamente duri, ha difeso la democraticità dell’iter e del consesso civico in cui “tutti possono parlare” ma le visioni possono evidentemente essere diverse. Il Sindaco si è detto sconvolto dalla discussione in cui i tanti che hanno parlato non sono andati al cuore del problema bensì hanno fatto polemiche strumentali volte esclusivamente a rinviare il tutto. “Noi non aspettiamo le calende greche”, ha rimarcato perentorio.

Consiglio comuanale Termoli

Toni surriscaldati anche tra Sbrocca e l’esponente dei 5 Stelle che ha portato in aula il nome del maestro Achille Pace “che ha dato l’anima per Termoli e per questo premio ma che non è stato neanche citato tantomeno consultato”. Da parte della maggioranza è stato sottolineato come la direzione artistica del premio dello 59° edizione sia stata a lui affidata ma che non è possibile farlo sempre. Non troppo sottese neanche le accuse, giudicate denigratorie dal Sindaco, alla direttrice artistica dell’edizione di quest’anno da parte di Di Michele.

È Paradisi, intervenuto più volte, a rimarcare, oltre che i singoli aspetti dello schema di convenzione (giocoforza astratto e generico), la questione ‘etica’. “Noi amministratori non siamo nessuno per cedere un patrimonio che è dei cittadini”. La replica sulla ‘alienabilità’ delle opere d’arte per la maggioranza invece non si pone ed è stato sottolineato come l’istituto del comodato d’uso garantisca il Comune cui rimane in ogni caso in capo la proprietà dei beni. Inoltre il Comune, in qualsiasi momento, potrebbe risolvere il contratto e dunque – hanno sottolineato – la durata potenzialmente eterna e illimitata del mandato è solo un argomento strumentale.

Ciarniello ha sostenuto che la maggioranza sappia tutto sul fantomatico soggetto privato e che, in caso contrario, “dimostrate arroganza”. Più volte l’espressione ‘delega in bianco’ ha fatto capolino in aula a giustificazione del non voler lasciare un bene collettivo in mano a privati, di cui peraltro non si approvano i requisiti quando indicati nello schema.

La disputa si è chiusa dunque con la votazione dei singoli emendamenti protocollati ieri dall’opposizione che si è risolta in un nulla di fatto, tra la delusione dei proponenti e della minoranza tutta che provocatoriamente ha definito l’organo del Consiglio “manifestamente inutile”. La delibera, così come la sua immediata esecutività, è stata approvata con 13 voti favorevoli della maggioranza contro i 7 contrari della opposizione. L’amministrazione Sbrocca va dunque avanti verso la Fondazione MacTe.

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