Operazione 'confine illegale'

Cenoni, sequestrati 44 quintali di pesce fra Abruzzo e Molise. Multe per 124mila euro fotogallery

Circa 500 controlli in totale, fra cui 43 ristoranti e 53 pescherie e un totale di 60 sanzioni nelle due regioni per merito delle Capitaneria di porto in vista delle feste natalizie

Circa 500 controlli, 60 multe per 124mila euro e 44 quintali di pesce sequestrato. Sono i numeri dell’operazione ‘Confine illegale” in Abruzzo e Molise, una serie di accurate verifiche disposte dalle Capitaneria di porto del territorio.

Si tratta di un’operazione che è stata eseguita a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera e che si articola tramite i Centri di Controllo Area Pesca distribuiti capillarmente nei 15 Comandi regionali. In tutta Italia ha già permesso nel solo periodo dell’operazione la contestazione di oltre 700 sanzioni penali e amministrative, il sequestro di oltre 80 tonnellate di prodotto ittico non conforme per sanzioni pari a circa 1,5 milione di euro, nonché l’esecuzione di 7 ordinanze di custodia cautelare.

Un’operazione, iniziata a fine novembre e tutt’ora in corso, fortemente voluta per garantire il rispetto delle vigenti disposizioni a tutela degli stock ittici e dell’ecosistema, con il coinvolgimento del personale a terra della Guardia Costiera e con l’impiego di mezzi aeronavali.

Proprio per evitare frodi e rischi per la salute in un periodo, quello natalizio, in cui è massima la commercializzazione di prodotti originati dall’attività di pesca, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, Senatore Gian Marco Centinaio, ha chiesto uno sforzo supplementare agli uomini e donne della Guardia costiera, disponendo l’operazione ‘Confine illegale’, a tutela dei consumatori, degli onesti operatori del settore e del made in Italy su tutto il territorio nazionale.

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Al livello locale, la Direzione Marittima di Pescara – 14° Centro di Controllo Area Pesca, ha chiesto l’impegno del personale in servizio in tutti gli uffici marittimi dipendenti e ha coordinato l’operazione nelle regioni Abruzzo e Molise, ottenendo risultati rilevanti.

Si tratta di circa 500 controlli in totale (in mare, nei punti di sbarco, nei mercati, nella grande distribuzione, in 43 ristoranti e 53 pescherie), che hanno portato a 60 sanzioni per un totale di 124mila euro e il sequestro di circa 44 quintali di prodotto ittico illegale.

Le violazioni principali hanno riguardato la mancanza di etichettatura o di documenti attestanti la tracciabilità del prodotto, ma anche carenze nell’applicazione del pacchetto igiene e HACCP, oltre che la perpetrazione della frode in commercio.

Rilevanti i risultati conseguiti in Abruzzo. In particolare nel teramano, su un totale di mezza tonnellata di prodotto sequestrato, è stato bloccato alla vendita illegale un quintale di pesce spada non dichiarato nei documenti di pesca e quindi non tracciabile.

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Eclatante la scoperta fatta nel comune di Casalbordino (Ch), in una ditta autorizzata al commercio all’ingrosso di prodotti ittici. In occasione dei controlli sui sacchetti di vongole (chamelea gallina) pronti per essere distribuiti nei punti vendita, è stato accertato che l’etichettatura che era stata apposta riportava una data di confezionamento successiva alla data del controllo. Sono stati sequestrati così 1.640 chilogrammi di molluschi e denunciati per frode in commercio i responsabili.

Stessa modalità di frode è stata rilevata nei pressi del casello dell’autostrada A25 – Bussi-Popoli – dove, durante dei posti di blocco operati con la Polizia Stradale di Pratola Peligna, sono stai fermati e controllati 2 camion frigo a bordo dei quali sono stati trovati circa 1.600 chilogrammi di vongole e lumachine di mare, opportunamente nascoste sul fondo, anch’esse insacchettate ed etichettate con date successive a quella del controllo. Pure in questo caso il prodotto è stato sequestrato e 5 soggetti sono stati denunciati per frode in commercio.

“Queste condotte illecite – riferiscono dalla Direzione Marittima – sono finalizzate ad ingannare i consumatori, sempre più attenti a ciò che acquistano ed informati sulle corrette modalità di vendita, inducendoli a comperare un prodotto non fresco alterando le date di confezionamento e configurano un grave illecito, potenzialmente molto pericoloso per il consumo umano

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