La vertenza della filiera avicola

Gam, tutto da rifare: cassa integrazione solo per 6 mesi. Gli operai ora temono “un Natale senza soldi”

Punto e a capo nella vertenza che coinvolge l'azienda più importante della filiera avicola molisana: a disposizione per gli ammortizzatori sociali ci sarebbero sul piatto 2,5 milioni ma ne servirebbero 5. Pessimismo tra i lavoratori, mentre l'assessore al Lavoro Mazzuto assicura "tempi rapidi" e di reperire "ulteriori somme sul capitolo delle politiche passive".

La brutta notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella sede dell’Assessorato al Lavoro venerdì pomeriggio: il Ministero guidato da Luigi Di Maio ha dato la disponibilità per finanziare solo sei mesi di cassa integrazione – e non dodici come previsto – agli ex operai della Gam. Ci sarebbe la disponibilità di 2 milioni e mezzo di euro, quando ne occorrerebbero 5.

Quindi, tutto da fare. A cominciare dall’istituzione della pratica e l’esame congiunto a Roma. Il colpo di scena una ventina di giorni dopo la riunione nella capitale quando è stata firmata l’intesa per la cig. Il vertice è stato preceduto da giorni ad alta tensione, con gli ex 262 dipendenti costretti a firmare le liberatorie in cui hanno dichiarato di “poter fruire di un periodo di aspettativa non retribuita dal 5 novembre fino all’entrata in vigore del decreto del Ministero del Lavoro di diniego della richiesta di cassa integrazione straordinaria e comunque non oltre i 120 giorni”.

Ora un nuovo ostacolo. Questa mattina – 3 dicembre – per non perdere ulteriore tempo l’assessore al Lavoro Luigi Mazzuto ha convocato le parti sociali alle 12 nella sede dell’ex giunta regionale, in via XXV Maggio, per preparare la nuova domanda da inviare al Ministero che dovrà a sua volta approvare il decreto per garantire gli ammortizzatori sociali, unica fonte di reddito per tante famiglie di ex lavoratori di quella che era la più importante azienda del polo avicolo molisano. In questo modo dovrebbero essere coperti i primi sei mesi, con la Regione che ha confermato le risorse per saldare il tfr e per il fitto di ramo d’azienda.

Per finanziare gli altri sei mesi di cassa integrazione “contiamo di reperire somme sul capitolo delle politiche passive“, ha assicurato a Primonumero Mazzuto. Al tavolo con i sindacati l’esponente della giunta regionale ha pure garantito velocità nelle procedure. “Anche dal Ministero – le sue parole – ci hanno assicurato tempi rapidi e io mi impegnerò al massimo in tal senso. Del resto abbiamo chiuso nel giro di poche ore la nuova richiesta di incontro al Ministero per l’esame congiunto”.

Tra gli ex operai però già è scattato l’allarme. “Non sappiamo se i soldi arriveranno prima di Natale, i lavoratori rischiano di trascorrere un Natale per nulla dignitoso“: sono improntate al pessimismo le osservazioni di Giancarlo D’Ilio (Cisl). In base alle sue valutazioni, “se tutto dovesse andare liscio, potrebbe essere riconosciuta una prima piccola parte delle spettanze, quelle maturate dal 5 al 30 novembre. Ma è difficile”.

La ‘palla’ è ritornata nelle mani del Ministero dunque e a tutte le forze politiche l’esponente della Cisl ha lanciato un appello: “Speriamo che la politica si attivi il prima possibile almeno per garantire ai lavoratori un Capodanno dignitoso”.

Venerdì, intanto, il Ministero ha convocato di nuovo tutti a Roma per la proroga “dimezzata”: appuntamento alle ore 15.

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