Termoli

Andate “In Piazza”: contaminazioni tra passato e presente. Il Museo Macte si rilancia e aspira a una Fondazione fotogallery

Linguaggi diversi, generazioni artistiche a confronto, sorprese e performance: l'inaugurazione della 61° edizione del Premio Termoli sorprende e incuriosisce. Opere del patrimonio ormai storico di Termoli con quelle di sei giovani artisti scelti dalla curatrice per un allestimento ricco di ispirazioni nel nuovo Macte. Il museo di via Giappone rimesso a nuovo e dotato di nuovi spazi espositivi, nell'attesa di dare il via a un Fondazione con investitori privati per la gestione delle opere

La piazza è per definizione il luogo in cui si incontrano e si incrociano generazioni, linguaggi e storie diverse. La piazza è quindi la chiave della 61esima edizione del Premio Termoli, nella quale dialogano opere del patrimonio artistico della città con opere realizzate dai 6 giovani autori scelti per la rassegna.

Un allestimento originale e a tratti spiazzante quello curato da Attilia Fattori Franchini e Alessandro Bava. Irriconoscibile il Macte, il museo di arte moderna della città di Termoli in via Giappone che per l’occasione è stato trasformato in uno spazio mobile e modulare e che, finalmente dopo i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza, può contare su spazi espositivi degni, ricavati nel ferro di cavallo adiacente al salone circolare.

Qui c’è la mostra nell’ambito del Premio Termoli, che racconta attraverso accostamenti insoliti di temi e materiali la contaminazione cara alla curatrice giovane e competente, scelta in una rosa di nomi di livello, felice di aver regalato alla cittadina proprietaria di un tesoro accumulato con le donazioni degli artisti in sei decenni di arte contemporanea un allestimento che fa parlare il passato e il presente e interroga sul futuro.

È il compito dell’arte, anche quella che a prima vista può risultare ostica e può non piacere, ma che interpreta il tempo attuale e in qualche modo parla di noi, attraverso ogni materiale nel quale l’artista si riconosca, che sia uno specchio o un bassorilievo di terracotta, un cartone dipinto oppure una proiezione digitale.

Le opere esposte sono di Beatrice Marchi, Anna Franceschini, Benni Bosetto, Daniele Milvio, Giangiacomo Rossetti e Davide Stucchi. E con le loro, in un una collettiva, quelle “datate” delle avanguardie, tirate fuori dai cassetti dove sono rimaste a lungo perché Termoli, finora, non aveva un museo.  Carla Accardi, Anselmo Anselmi, Tomaso Binga, Marisa Busanel, Dadamaino, Salvatore Emblema, Bice lazzari, Sergio Lombardo, Carlo Lorenzetti, Luigi Ontani (con una produzione che fa discutere, accompagnata dall’aneddoto che sia stata fatta al telefono), Stephanie Oursler, Mario Schifano, Nanda Vigo. Nomi prestigiosi, che agli addetti ai lavori dicono moltissimo e che i profani possono andare ad ammirare – se non altro per curiosità – fino al 3 febbraio prossimo. L’ingresso è gratuito, in ottemperanza alla tradizione.

Grandi nomi anche per la giuria, presieduta da Stefano Collicelli Cagol, curatore della quadriennale di Roma del 2020. Che è tutto dire.

In Piazza è un confronto di storie e linguaggi, che rilancia il Premio su un orizzonte nazionale. “Una scommessa”, commenta il delegato alla Cultura Michele Macchiagodena, anima dietro le quinte dell’esposizione che propone una riflessione critica sul territorio e sui meccanismi di produzione e promozione artistica, locali e nazionali. Questa 61° edizione,  voluta e promossa dal Comune di Termoli, regala anche la novità di una  performance – quella di Beatrice Marchi – che incanta il pubblico, più numeroso delle aspettative al taglio del nastro (guarda il video).

Intanto il Macte, a 61 anni dal Premio voluto dall’allora sindaco Girolamo La Penna, si prepara a diventare una Fondazione. Una novità assoluta, che prevede la gestione del patrimonio da parte del privato – finanziatore di un settore come l’arte che ha un mercato limitatissimo –  esattamente come accade altrove, da sempre. Se ne discuterà martedì in Consiglio comunale, quando sarà approvato l’atto di costituzione della Fondazione Macte con l’obiettivo di sviluppare una grande occasione per il Premio Termoli e per il patrimonio artistico della città.

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