2 dicembre 1978

40 anni fa la manifestazione a Termoli. Quella e altre lotte nel libro “Quando il Molise fermò il nucleare”

Il Molise, il 2 dicembre del 1978, scrisse una delle pagine più belle dell’ambientalismo italiano

Sono passati esattamente quarant’anni. Era il 2 dicembre del 1978 quando a Termoli si svolse una grande manifestazione contro le centrali nucleari che il Governo voleva costruire sulla costa molisana, in agro di Campomarino. Un lunghissimo corteo di oltre ottomila persone, aperto da decine di trattori guidati dagli agricoltori delle contrade di Madonna Grande e Ramitelli, attraversò le vie della città.

Per ricordare quell’evento è in fase di realizzazione un libro a cura di Aldo Camporeale ed Enzo Gallo che, partendo dalla vicenda del nucleare, tenterà una ricostruzione storica delle lotte per l’ambiente che si sono svolte nel Basso Molise, dall’inizio degli anni Settanta fino ai giorni nostri. “Quando il Molise fermò il nucleare”, questo il titolo del volume che dovrebbe uscire all’inizio del nuovo anno e di cui pubblichiamo alcuni estratti.

«Al punto in cui si era arrivati, con l’approvazione di un decreto legge che prevedeva espressamente la localizzazione delle centrali nucleari in Molise, non era possibile restare fermi. Perciò il Coordinamento Antinucleare Molisano decise di promuovere, per il 2 dicembre del 1978, una manifestazione nazionale a Termoli “Contro le centrali nucleari nel Molise” sotto lo slogan “Il Molise vuole vivere”». Gli autori ricordano che «di solito le manifestazioni a Termoli iniziavano su Viale Trieste, davanti al Liceo Scientifico Statale “Alfano da Termoli”. Da viale Trieste il corteo si dirigeva verso il centro. Per la manifestazione contro il nucleare avevamo previsto un percorso molto più lungo, perché era necessario aspettare gli agricoltori che sarebbero dovuti arrivare da Campomarino con i trattori […] Per quanto accurato possa essere stato il lavoro di preparazione e per quanto si possa essere fiduciosi della buona riuscita di una manifestazione, l’attesa dei manifestanti è sempre un momento di grande nervosismo […] La strada era ormai piena, c’erano gli striscioni e i cartelli contro il nucleare e partivano i primi slogan, spesso ironici, contro il governo e i partiti che sostenevano la scelta nucleare, soprattutto la DC e il PCI. Ormai si contavano diverse migliaia di persone, agli studenti si erano aggiunti cittadini di tutti i comuni del circondario, lavoratori e operai della zona industriale, pescatori. In mancanza di cellulari, non era facile avere notizie sull’arrivo dei trattori […] Alla fine i trattori arrivarono. I manifestanti si spostarono ai lati della strada per farli andare verso la testa del corteo. Era una fila lunghissima e rumorosa a causa dei potenti motori diesel, vederli avanzare lenti e maestosi fu una grande emozione, erano la vera voce della protesta».

Gli autori ricordano che in quella manifestazione erano presenti fra le otto e le diecimila persone. Il grosso dei manifestanti proveniva dall’area del Basso Molise, ma non mancavano delegazioni provenienti dal vicino Abruzzo e dalla Puglia, oltre che dal resto della regione. Numerose le associazioni nazionali che avevano ufficialmente aderito ed erano presenti con propri rappresentanti. C’erano anche alcuni dei nomi più prestigiosi dell’ambientalismo italiano: Giorgio Nebbia, Virginio Bettini, Massimo Scalia, Gianni Mattioli, Matteo Matteotti e Adelaide Aglietta, allora segretario nazionale del Partito Radicale.

E poi un’immagine emblematica: «Davanti ai trattori, un bimbo di dieci, undici anni apriva il corteo, reggeva con le mani un poster incorniciato con la foto di una bambina scalza, in maglietta gialla, che infila un garofano rosso dentro la canna di un fucile. Sull’immagine era stata sovrapposta la scritta: “un garofano rosso al posto del nucleare”».

«Il corteo, col suo carico di rabbia e di speranza, mostrava in modo chiaro la forza e la determinazione dei molisani schierati, a grande maggioranza, contro la costruzione delle centrali nucleari».

Il Molise – concludono gli autori – aveva scritto una delle pagine più belle dell’ambientalismo italiano.

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