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Pullman in fiamme, Larivera (Atm): “Bus in regola, aveva solo sette anni. Ma parco mezzi della Regione troppo vecchio”

La versione della società Atm sul rogo che ha divorato un loro autobus pieno di studenti tra Larino e Casacalenda: "Il mezzo che ha preso fuoco ha sette anni ed era in regola con la manutenzione e la revisione" queste le parole di Giuseppe Larivera che punta il dito contro la Regione Molise: "L'ultimo investimento sul parco mezzi risale a venti anni fa". Intanto i sindacati chiedono di accelerare sulla gara per l’affidamento del servizio del trasporto pubblico locale.

Anche Giuseppe Larivera, numero uno della società Atm, non nasconde di aver tirato un sospiro di sollievo quando ha saputo che nessuno dei ragazzi a bordo del suo autobus che ieri ha preso fuoco tra Casacalenda e Larino si era fatto male.

A Primonumero riferisce di aver vissuto con terrore quanto accaduto consapevole anche lui, come tutto il Molise, che quel rogo poteva diventare una strage di giovani studenti data la velocità con la quale il pullman è stato divorato dalle fiamme.

Ma a chi accusa l’azienda di non aver fatto adeguata manutenzione Larivera risponde lapidario: “Il mezzo aveva le carte in regola con la manutenzione, ha solo sette anni e aveva passato la revisione appena sei mesi fa”.

Eppure che si sia trattato di un guasto tecnico – chissà se prevedibile oppure no – è inevitabile: “Le cannette del gasolio sono in plastica, se si rompono vanno a finire dal contenitore sul motore. Il vano che lo custodisce può diventare rovente, in più tutte le parti vicine al punto da cui è partita la prima scintilla sono facilmente infiammabili”.

La causa dell’incendio potrebbe essere questa ma non sono da escludere anche altri motivi tecnici sebbene non sarà semplice capirlo dall’esame della carcassa del mezzo che è stato portato in una deposito di Termoli a eventuale disposizione della magistratura.

“L’addestramento alle situazioni di rischio al nostro dipendente ha funzionato, lui è stato bravo ad aprire la porta posteriore sbloccando meccanicamente il portellone visto che quella anteriore si era già bloccata. Ci ha anche riferito che nessuno dei ragazzi ha cercato di rompere i vetri coi martelletti che non mancavano – come ha riferito qualcuno – altrimenti l’autobus non avrebbe passato la revisione”.

Il mezzo in questione, relativamente nuovo, era uno di quelli “sostituibili” rispetto ai bus di proprietà della Regione “che ha un parco auto vecchio”.

L’ultimo investimento risale al 1990 “è da tempo che chiediamo un rinnovo del parco visto che sono mezzi di proprietà della Regione”.

“L’obsolescenza del parco rotabile adibito all’esercizio del servizio di Tpl – questo si legge nella nota inviata da Atm alla Regione – costituisce un noto problema di settore che da anni la scrivente denuncia presso i vostri uffici sia verbalmente che per iscritto. Tuttavia la risoluzione di tale problematica non può procrastinarsi oltre, né può costituire una responsabilità della scrivente che, al pari di qualsiasi altra impresa attiva nel settore, subisce quotidianamente gli effetti di una politica poco attenta nell’impegnare risorse peraltro già esistenti da destinare al rinnovo del parco rotabile”.

Da qui la richiesta di disporre di denaro pubblico “per poter procedere tramite gara all’acquisto urgentissimo di quattro autobus doppio piano da adibire al trasporto degli operai dai centri del Molise verso lo stabilimento Sevel, di 10 autobus di tipo normale da 55 posti, di 10 autobus di tipo corto da 27 posti e di 5 autobus medi da 43 posti per il trasporto studenti”.

 

Che i bus abbiano troppi anni lo fanno presente anche le sigle sindacali di Faisa Cisal, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl scrivendo che “l’incidente di ieri è solo la punta di un iceberg di problemi mai risolti e in molti casi neppure affrontati o, addirittura, ignorati dalle istituzioni, per cui esso rappresenta l’effetto, ma la cui causa è ben altra. Con l’assessore ai trasporti dovremmo confrontarci, visto l’inutilità di farlo con le aziende, con i numerosi problemi del settore, che si riflettono negativamente sugli autisti e sull’utenza, ed il cui ordine di grandezza e di gravità non fa altro che aumentare la possibilità che l’inconveniente accada”.

Qualche esempio: “La vendita di autobus più recenti e la sostituzione con altri al limite della rottamazione; la revisione superata da tali autobus (ci sono mezzi cui piove dentro e con il pianale corroso dalla ruggine); una corretta manutenzione, che, se non elimina tutti i difetti dei mezzi, senz’altro li limita; le forzature sugli autisti per percorrere tratti stradali interdetti al traffico o ai mezzi pesanti; l’imposizione di fermate di servizio previste in aperta difformità al Codice della Strada o, addirittura, in posti ove queste non sono previste, ma imposte, a domanda, da qualche “irresponsabile” aziendale; il mancato funzionamento delle macchinette obliteratrici, che favorisce l’evasione tariffaria; una pulizia decente, per rispetto dell’utenza, non affidata solo alla buona volontà dell’autista, fra l’altro nemmeno tenuto a farla”.

Per le organizzazioni sindacali questi problemi non giustificano l’esborso di risorse pubbliche date alle concessionarie di servizio. “Ecco perché riteniamo irrinunciabile la gara per l’affidamento del servizio del trasporto pubblico locale”

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