Viabilità precaria

Pantano Basso, strada impercorribile a causa delle buche: “Riprendere i bambini è un inferno”

Una periferia, un denominatore comune al resto della città: le buche nelle strade. A Pantano Basso, in zona scuola dell’infanzia, la percorrenza è messa a dura prova dalle cicatrici dell’asfalto, divorato dal maltempo e da una mancata manutenzione che si è protratta nel tempo.

È, probabilmente, una delle strade con maggior presenza di avvallamenti e buche per metro quadro: si tratta della via che conduce alla scuola d’infanzia e primaria Pantano Basso a Rio Vivo. Poco più di centocinquanta metri con la più alta concentrazione di voragini che fa somigliare il tratto più ad un campo minato in cui far allenare giovani soldati, che ad un percorso che collega la zona residenziale al plesso scolastico.

I problemi del manto stradale iniziano non appena termina la lunga e tortuosa salita che dal cancello di ingresso porta all’ingresso della scuola: non solo sporadiche buche, di dimensione variabile, ma marciapiedi rovinati dove mancano, in parte o del tutto, le coperture in asfalto. Senza dimenticare lunghe porzioni di strada dissestata, avvallata o sbriciolata che non solo fa diminuire l’ampiezza della carreggiata, ma rischia di provocare seri danni alle auto.

Sono proprio le vetture che mettono a dura prova i loro ammortizzatori, costrette a fare lo slalom, fin dove possibile, per andare a riprendere i bambini da scuola. Una situazione con cui i genitori, e gli insegnanti, sono costretti a convivere da tempo: “Da quanto ci risulta questa non è più una strada comunale – commenta un genitore a Primonumero.it – Sembra che il Comune se ne sia liberato, non che prima l’avesse curata più di tanto”.

Le condizioni peggiorano con l’aggravarsi delle condizioni metereologiche: è sufficiente un acquazzone per far aprire nuove buche sull’asfalto e per aggravare gli avvallamenti presenti sulla corsia dove non c’è il marciapiede: “Siamo stanchi – concludono i genitori – Ormai venire a prendere i bambini è diventato impossibile”.

E se, in orari normali, percorrere quei pochi metri è un’impresa eroica, pensate cosa accade alle 13 o alle 16 quando escono i bimbi. Decine e decine di macchine, l’una accanto all’altra, alla disperata ricerca di una zona tranquilla dove sostare il tempo necessario per recuperare il pargolo ed andar via. Anche girarsi, per tornare a casa, diventa complicato dal momento che si tratta di una strada chiusa, quindi senza un’altra via uscita, dove l’unico edificio esistente è quello scolastico.

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