I potenti più vecchi d'italia

Non è una regione per giovani: in Molise la classe dirigente più anziana d’Italia

Il dato, reso noto dalla compagnia di Generali Italia Das, rivela che l’età media della nostra classe dirigente supera i 50 anni.

Il Molise? Un paese per vecchi con una classe dirigente che supera abbondantemente i 50 anni. È questa l’allarmante fotografia scattata da DAS, la compagnia di Generali Italia specializzata nella tutela legale, in occasione del lancio della polizza difesa manager e diffuso da qualche ora.

Dei giovani, secondo la ricerca, neppure l’ombra. Almeno non nei posti più ‘ambiti’ ed importanti, quelli della dirigenza. A guidare le imprese pubbliche o private, le banche, i sindacati, sono soprattutto gli over 50. Un discorso che si allarga anche ad altri settori, come quello medico, ecclesiastico o politico dove regnano l’esperienza e l’età anagrafica.

Un primato tutto molisano che, con il 73% dei casi, si aggiudica il premio di regione con tasso di manager più anziani d’Italia, seguito da Sardegna (68%) ed Umbria (67%). Il quadro della nostra dirigenza evidenzia non solo l’immobilità della classe ‘al potere’, sottolineando un mancato ricambio generazionale che, soprattutto negli ultimi anni, è vittima di continue revisioni di leggi pensionistiche, ma rileva anche un aumento della disoccupazione giovanile ed una difficoltà, anche tra i quarantenni, di entrare nel mondo del lavoro.

A privilegiare l’anzianità, secondo i dati forniti da DAS ed elaborati su base Istat, è soprattutto il settore dei dirigenti d’impresa dove il sesso maschile rappresenta l’87% del totale, con una media leggermente superiore in provincia di Isernia con il 51% rispetto a Campobasso che si attesta al 49%.

Di contro, le regioni più giovani sono quelle del centro-nord e del Settentrione, capitanate dalla Lombardia dove il 47% dei dirigenti ha meno di 50 anni, seguita a ruota dal Trentino Alto Adige con il 43% e dalle Marche 42%.

Un dato che si riflette in tutto il comparto dirigenziale a livello nazionale, dove i dati parlano chiaro: in Italia il 57% dei dirigenti ha superato il mezzo secolo di età. Se consideriamo, inoltre, che su un totale di poco più di 105mila manager presenti nello stivale, il Molise può vantarne solo 40, il raffronto è sconfortante, specie per una piccola regione come la nostra che potrebbe – e dovrebbe – dare ampio spazio ad interi settori, dal turistico all’agricolo, investendo sul territorio e sulla manodopera, forte delle bellezze paesaggistiche e delle potenzialità innate della zona.

Ad essere vecchie, oltre ai dirigenti, sono le idee con cui si pensa di uscire dalla crisi: molte aziende, soprattutto quelle familiari o su base locale, preferiscono affidare il controllo a manager più anziani, giudicati più responsabili e con un bagaglio di conoscenze ed esperienze maggiori. Il tutto si ripercuote sulle politiche di sviluppo per il futuro che dovrebbe prevedere, al centro dei modelli imprenditoriali, figure giovani in grado di interfacciarsi con le tecnologie del domani e di captare le opportunità, offerte dalla rete, di fare impresa.

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