Emergenza cinghiali

Investe un cinghiale sulla ss16: auto distrutta e paura per una donna

Solo tanto spavento e qualche livido per l’automobilista uscita illesa dal frontale con l’animale, fuggito in seguito all’impatto. Sul luogo i Carabinieri della Stazione di San Paolo di Civitate ed il 118 di Apricena.

Sono uscita illesa e posso gridare al miracolo”. È ancora sotto shock Maria, una ragazza che ha investito un cinghiale ed è ancora viva per poterlo raccontare. L’auto su cui viaggiava da sola, nella serata di domenica 28 ottobre, è distrutta dopo aver impattato violentemente l’ungulato.

Al volante della sua Citroen, Maria viaggiava sulla ss 16 ed aveva da poco superato l’incrocio di Ripalta-Lesina, in direzione Termoli dove lavora da anni. Una strada che conosce benissimo e che percorre regolarmente almeno due volte al giorno, quando all’improvviso “dalla destra, è sbucato un cinghiale di grossa stazza che mi ha tagliato la strada a pochi centimetri dalla mia macchina”, racconta a Primonumero.it. inutili le manovre per evitarlo, è troppo vicino ed il frontale è inevitabile.

Accade tutto in una frazione di secondo. La vettura, una Citroen, impatta violentemente l’animale e ne esce distrutta: entrambi gli airbag si attivano, esplodendo ed impedendo la visuale della strada che Maria percorre ‘alla cieca’, nel tentativo di trovare un luogo in cui fermarsi ed evitare di provocare un incidente con altre vetture. Sono le 19, il sole è ormai calato e la notte si fa prepotentemente strada in quella fredda domenica d’ottobre, lasciando poco spazio al dubbio: c’è la necessità di trovare un luogo sicuro dove posteggiare e chiamare i soccorsi.

La macchina percorre 150 metri, malgrado il sinistro abbia danneggiato molto più della sola carrozzeria, prima di fermarsi sulla corsia d’emergenza. Maria esce, guarda la sua auto e cerca aiuto: prende il cellulare e chiama il Comando Provinciale della Forestale di Foggia per segnalare l’accaduto. Si guarda attorno e del cinghiale non vi è traccia “è scomparso nel nulla così come è sbucato”.

Ancora scossa, dopo essere stata visitata dai sanitari del 118 intervenuti assieme ai Carabinieri, si reca comunque al lavoro e si sottopone ad ulteriori esami medici nella speranza che lo scoppio dell’airbag non le abbia provocato danni fisici. Per fortuna il responso conferma l’assenza di gravi traumi, ad eccezione di una contusione al polso sinistro, facilmente curabile che non preclude i movimenti.

“Ritengo con certezza di essere stata fortunata. Se in quel momento si fossero realizzate situazioni e condizioni diverse, visto che a quell’ora sulla SS 16 transitavano Tir e numerose autovetture, io sarei stata spacciata – ammette ancora Maria – Anche se la mia macchina è da rottamare e resta il disagio di mettersi in viaggio su una strada al buio e pensare di essere indifesa verso qualcosa che può tagliarti la strada senza che tu abbia la consapevolezza di quanto stia accadendo”.

La sua è una storia a lieto fine, come tante ultimamente legate dalla stessa trama che sottolinea come la presenza dei cinghiali sull’intero territorio italiano sia divenuta, ben presto, una vera e propria emergenza: “La cronistoria di un territorio, il nostro, allo stato brado e di un risarcimento la cui impresa non vale la spesa”, conclude Maria prima di lanciare un messaggio agli automobilisti “segnalate la presenza di questi animali alle autorità cosicché possano prendere provvedimenti”.

I fatti di cronaca apparsi nelle ultime settimane sui giornali, fatte non solo di meri avvistamenti ma di scontri sia di persona che a bordo di vetture, confermano la tendenza di questi animali ad avvicinarsi alle città: non trovando più cibo dal momento che la cementificazione ha ridotto notevolmente gli spazi verdi, i cinghiali cercano nutrimento ai bordi delle strade e delle città. Una busta abbandonata, scarti lasciati fuori dai contenitori, rappresentano un lauto banchetto per intere famiglie di cinghiali.

E se una buona parte della popolazione sembra aver trovato una soluzione (allungare i periodi di caccia), non è certo che questo risolverebbe il problema. Anche perché sono più di vent’anni che si spara agli animali utilizzando il pretesto di diminuirne il numero, ma non avviene mai.

Sono tante le soluzioni adottate da altre città per cercare di arginare la loro presenza sul territorio: è il caso, per esempio, della provincia di Novara che ha sperimentato la segnaletica acustica per tenerli lontani dalle strade, alcune zone del centro-nord Europa hanno realizzato delle recinzioni alte ai margini delle strade giudicate più a rischio per inibire l’attraversamento di animali, l’inserimento di catarifrangenti che rinfrangono le luci delle auto verso i margini esterni delle auto come avviene al Nord Italia o le proposte fatte da numerose regioni sulla pratica del controllo della fecondità e la loro eradicazione in aree protette.

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