Diocesi termoli-larino

Il discernimento spirituale e le sue tappe: resoconto dell’assemblea con Padre Carlo Casalone

Nell’ambito del cammino del nuovo anno pastorale della Diocesi di Termoli-Larino che quest’anno ha come tema ‘Il Disegno del Padre è Cristo, e noi in lui’ (Gaudete et Exultate 21) si è svolta sabato 24 novembre 2018, nell’auditorium della parrocchia Santa Maria degli Angeli a Termoli, l’assemblea diocesana dal titolo ‘Il metodo del discernimento spirituale e le sue tappe nel cammino personale e comunitario’.

Un argomento che il vescovo, Gianfranco De Luca, ha ricordato di essere “fondamentale per il cammino della chiesa locale in quanto la storia ci chiama ad attrezzarci anche concettualmente per rispondere al disegno di Dio su di noi. Si tratta di un tema chiave del magistero di Papa Francesco e per la vita di una Chiesa sempre più rispondente a quella che il Signore ha pensato e una chiesa fatta sempre più di sinodalità e missione”.

Relatore dell’assemblea è stato il Padre gesuita, Carlo Casalone, teologo morale coordinatore della sezione scientifica della Pontificia Accademia per la Vita e collaboratore del Segretario speciale del Sinodo dei vescovi sui ‘Giovani, la fede e il discernimento vocazionale’. Casalone è tra le altre cose, laureato in Medicina e Chirurgia, presidente della Fondazione Carlo Maria Martini e autore di numerosi contributi di argomento bioetico. “Il Sinodo sui giovani – ha spiegato Padre Carlo – ha costituito un momento discernimento condiviso. Le sue tappe sono state scandite proprio dalla logica del discernimento partendo dalla fase del riconoscere, seguita poi da quella dell’interpretare per arrivare a quella dello scegliere non da una mescolanza di diverse prospettive ma cercando di favorire al meglio un momento di ascolto della realtà e di interpretarlo alla luce della Parola di Dio valorizzando anche momenti di silenzio in una dimensione di ascolto e di accoglienza reciproca”.

Per Casalone “Il discernimento spirituale entra nella dinamica della coscienza morale perché essa deve conoscere le realtà e le circostanze in cui è chiamata a porre il proprio giudizio e a rendersi conto dei valori e dare loro delle priorità quando essi sono in concorrenza tra di loro.

Svolgere un lavoro di discernimento etico all’interno della relazione con il Signore – resa familiare dalla preghiera, dalla conoscenza del Vangelo e da tutto quello di cui si alimenta la vita spirituale – permette di far sì che questa dinamica della coscienza non sia solo un orientamento morale ma si inserisca anche all’interno di un orizzonte spirituale”.

Pensando ai giovani Padre Carlo ha ricordato, infine, che “tutti facciamo qualche forma di discernimento e dobbiamo esserne consapevoli dotandoci degli strumenti per realizzarlo ma è molto importante accogliere e lasciarsi accompagnare dal confronto con qualcuno che faccia da indicatore in questo cammino fondamentale della nostra esistenza. Questo esige anche uno stile di vita di ascolto e meditazione per allargare uno sguardo contemplativo”.

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