La casa del “buco”, dice qualcuno. Il “bunker” lo definiscono in molti.
Questa struttura in cemento, coperta da una colorata schizofrenia di bombolette spray, si trova in via Friuli Venezia Giulia ed era stata realizzata nell’ambito del progetto “Contratto di quartiere”. Qualunque cosa fosse destinato a diventare nell’ambito di quei programmi (perlopiù elettorali) oggi si è trasformato in un luogo simbolo del degrado.
Chiuso da un’improbabile recinzione è il probabile covo dei tossicodipendenti di Campobasso.
Le tracce del passaggio di pusher e consumatori ci sono tutte: giacigli sudici arrangiati alla male e peggio in angoli di cemento, nascosti alla vista delle auto che passano o che parcheggiano. È qui che si fanno, che si lasciano andare alla roba. Che preparano la dose, cuociono i cristalli, fumano la droga con delle cannule fissate su bottigliette di plastica da mezzo litro.
A terra siringhe abbandonate, accendini, carta stagnola e bottiglie di plastica. A pochi passi dalla scuola “Jovine”, dalla farmacia comunale, da una zona urbana fra le più popolose del capoluogo, dove ogni giorno passano lungo il marciapiede decine di persone e lungo il cosiddetto stradone centinaia di macchine, qui, i tossicodipendenti in pieno degrado iniziano il viaggio.
“Fare Verde” e “Legambiente”, la situazione di questa fetta di città l’hanno osservata e fotografata dopo aver accolto la denuncia dell’associazione “Il nostro quartiere San Giovanni” che per quest’area di Campobasso chiede la realizzazione di un percorso di rivalutazione per salvarlo dal degrado e dall’ abbandono.
Martedì scorso c’è stato un sopralluogo in tutta la zona fra via Friuli e via Emilia. Una presa d’atto per ratificare una situazione incresciosa alla quale “bisogna subito porre un freno”.
E quindi il 24 novembre tutti i volontari del quartiere e delle due associazioni si ritroveranno insieme agli studenti della scuola per mettere a punto un intervento di pulizia e manutenzione degli spazi verdi e delle alberature.
Grazie agli studenti e in concomitanza con la giornata nazionale degli alberi che si svolgerà però il 21 novembre, saranno, inoltre messe a dimora nuovi alberi.
Subito dopo toccherà al bunker. “All’interno – ribadiscono volontari e associazioni – oltre ad una mole impressionante di rifiuti abbiamo trovato siringhe e tutto ciò che racconta del passaggio di tossicodipendenti e balordi. Il sito, recintato in maniera posticcia, antiestetica e pericolosa, è diventato pericoloso per la pubblica incolumità”. Per questo “è necessario un intervento di bonifica e di messa in sicurezza dell’area, con la rimozione dell’attuale recinzione e sostituzione, nelle more di eventuali definizioni circa l’utilizzo del manufatto, con barriere o reti trasparenti che facciano da deterrente per malintenzionati di ogni tipo”.
Nei prossimi giorni torneranno ad incontrarsi per definire le future strategie di intervento, con l’auspicio di un ampio coinvolgimento da parte dei residenti del quartiere, spesso già protagonisti di percorsi virtuosi di partecipazione e riappropriazione di spazi urbani compromessi.
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