Il presidio davanti al consiglio regionale

Gam, lavoratori ad un bivio: licenziamento o ‘rinuncia’ a 4 mesi di cassa integrazione

E' un altro giorno ad alta tensione per Gam. I 262 operai, in presidio davanti al Consiglio regionale, hanno firmato la liberatoria all'azienda per "poter fruire di un periodo di aspettativa non retribuita dal 5 novembre fino all'entrata in vigore del decreto del Ministero del Lavoro di diniego della richiesta di cassa integrazione straordinaria e comunque non oltre i 120 giorni". In Aula la maggioranza approva la mozione presentata dal presidente Toma con la richiesta al governo di fondi per assicurare il rinnovo degli ammortizzatori sociali.

Sono ore di ansia e di trattative. Interrotte ieri sera intorno alle 22.30 dopo il vertice in Regione e riprese questa mattina – 14 novembre – in Consiglio regionale. Sul tavolo le varie soluzioni per evitare la retrocessione dei 262 ex operai della Gam in Solagrital. Per loro sarebbe la fine: verrebbero licenziati in tronco perchè Solagrital è un’azienda fallita, da anni in mano ad un curatore fallimentare, Donato Tacchilei.

Da ieri anche lui è nel capoluogo molisano e ha partecipato alla riunione in via Genova assieme a Giulio Berchicchi, l’amministratore della Gam (attualmente in concordato preventivo) che ha dichiarato di non voler firmare il contratto di affitto del ramo di azienda tra Solagrital e Gam. Ha chiesto alla Regione certezze perchè dal suo punto di vista non ci sarebbero le garanzie necessarie sui fondi destinati ad un altro anno di cassa integrazione straordinaria. E i costi non possono ricadere su Gam.

liberatoria Gam

L’unica soluzione per sbloccare la vertenza è legata alla firma di una liberatoria con la quale ogni singolo lavoratore dichiara di “poter fruire di un periodo di aspettativa non retribuita dal 5 novembre fino all’entrata in vigore del decreto del Ministero del Lavoro di diniego della richiesta di cassa integrazione straordinaria e comunque non oltre i 120 giorni“.

Una sorta di compromesso che devono accettare a malincuore tutti i 262 operai che si ritrovano in via IV Novembre, davanti palazzo D’Aimmo, per ricevere il foglio e firmarlo. “Mi hanno mandato un messaggio alle 7 e un quarto di questa mattina perchè dovevo venire qui”, racconta un ex dipendente.

Molti sono rassegnati, altri preoccupati e sfiduciati. “Spero che non ci penalizzino ulteriormente, ma non possiamo perdere tutto ed essere licenziati”. C’è chi dà la colpa al vecchio governo Frattura e alla consulente per la filiera avicola, l’avvocato Carmela Lalli perchè “avevano detto che era tutto a posto, invece oggi siamo di nuovo qui davanti al Consiglio regionale e abbiamo paura del nostro futuro”. Insomma, si trovano di fronte ad un bivio.

In base a questa liberatoria, il lavoratore dichiara di non avere nulla a pretendere dagli attuali amministratori di Gam per 120 giorni, ossia il periodo in cui si deciderà sull’approvazione o meno della cassa integrazione“, esplicita Mauro Latessa della Cgil. “Questo è un compromesso, una rinuncia nel caso in cui non venga riconosciuta la cassa integrazione. Ma è sempre meglio che retrocedere in Solagrital ed essere licenziati”.

Sarebbe questo l’escamotage per evitare che l’amministratore di Gam abbia responsabilità e sia costretto a rispondere di 800mila euro al mese: questo il costo (stimato da alcuni esponenti sindacali) dell’ammortizzatore sociale per i 262 operai. Solo così non dovrebbe essere mandato a monte il riconoscimento della cassa integrazione straordinaria a meno di 24 ore dalla firma dell’accordo al Ministero del Lavoro. L’appuntamento del resto è già stato fissato a domani, 15 novembre.

La vertenza tiene ancora banco nell’Aula del Consiglio regionale. In avvio dei lavori il presidente Donato Toma annuncia una mozione sulla exit strategy della Regione (socio unico) dalla Gam, ma anche per chiedere all’assemblea il sostegno nella richiesta che sarà presentata al governo di stanziare altri fondi per coprire gli ammortizzatori sociali.

In dettaglio, il provvedimento punta a confermare “le strategie di rafforzamento dell’attrattività dei territori in area di crisi complessa; la strategia exit strategy della partecipata Gam S.r.L; la volontà di sostenere l’ottenimento della cigs di cui si discuterà il prossimo giorno 15 di novembre in sede di esame congiunto presso il Ministero del Lavoro; di richiedere al Governo di stanziare ulteriori risorse finanziare per consentire a Gam srl di fruire dell’intero periodo consentito dalla legge di 12 mesi di CIGS e a Ittierre S.p.A. della mobilità in deroga per il massimo periodo consentito dalla normativa vigente”.

Il Movimento 5 Stelle da parte sua presenta un ordine del giorno per impegnare il governatore a trovare i fondi per pagare la cassa integrazione.

Dopo una lunga sospensione per la riunione dei capigruppo, si riprende nel pomeriggio. La maggioranza approva il testo presentato dal capo della Giunta. Il Pd vota no perchè “non mette in sicurezza i lavoratori”, i consiglieri pentastellati si astengono. Dal loro punto di vista “con questa mozione non si individuano soluzioni”.

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