Penitenziario di larino

Hashish e cocaina in carcere, 7 arresti e 16 indagati. La droga arrivava nei pacchi postali e tramite i parenti

PaccoFree, operazione di carabinieri e Penitenziaria sotto la guida della Procra della Repubblica di Larino: 7 misure cautelari in carcere o ai domiciliari eseguite stanotte, altri 5 arresti messi a segno nei mesi scorso. 400 grammi tra hashish e cocaina sequestrati: la droga arrivava tramite pacchi o portata dai familiari ai colloqui e nascosta nei viveri destinati ai detenuti. Ci sono anche 16 indagati. L'accusa è spaccio in carcere.

Sette misure cautelari eseguite stanotte, quattro delle quali in carcere e 3 ai domiciliari. Fra questi ultimi anche due donne. Altri 5 arresti in flagranza di reato nei mesi scorsi e 9 denunce in stato di libertà. 400 grammi di droga sequestrata tra hashish e cocaina. Una operazione importante, di rilievo non solo per il Molise, dove i dati dello spaccio sono allarmanti essendo più elevati che nelle altre regioni in proporzione agli abitanti, ma per tutto il centro-sud. Gli arresti quasi tutti giovani, sono in parte già detenuti nel penitenziario di Monte Arcano. Tra loro anche familiari degli stessi detenuti, responsabili di aver introdotto la droga dietro le sbarre oppure di averla spedita a mezzo posta.

L’operazione è stata messa a segno col coordinamento della Repubblica di Larino dai Carabinieri del nucleo operativo della compagnia frentana e dagli agenti del reparto di polizia penitenziaria in servizio nella stessa casa circondariale, i primi che si sono resi conto di quanto accadeva e hanno fatto le prime segnalazioni.

30 militari e 14 agenti di Penitenziaria stanotte hanno perquisito celle e abitazioni private tra Larino, Santa Croce di Magliano, Roma e Vasto, città di residenza degli arrestati.  Supportati dai carabinieri del Prap di Roma e dalle unità cinofile antidroga del comando legione carabinieri Abruzzo e Molise.

“L’attività d’indagine, coordinata dal dottor La Rana, e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Larino e del Reparto di Polizia Penitenziaria presso la locale Casa Circondariale ha permesso di evidenziare che alcuni detenuti per approvvigionarsi di sostanze stupefacenti, da spacciare all’interno del Carcere, utilizzavano vari sistemi, alcuni dei quali molto creativi e fantasiosi” hanno specificato gli inquirenti. Per esempio in pacchi spediti a mezzo posta, in una occasione dal padre di un detenuto. Oppure nella carne cotta portata dalla mamma di un altro giovane rinchiuso. O ancora, nei cartoni, che finivano fra i rifiuti e dove la droga doveva essere “recuperata” con l’aiuto di complici.

Spesso invece erano i familiari che portavano hashish dietro le sbarre, passandolo durante i colloqui. In precedenza, come era stato appurato nello scorso mese di aprile quando erano scattati 5 arresti in flagranza avviando l’operazione denominato Pacco Free, perfino nei deodoranti roll-on o nella suola delle scarpe da ginnastica fatte recapitare a uno dei reclusi. Metodi ingegnosi che però non sono sfuggiti al controllo.

L’ipotesi di reato di cui tutti dovranno rispondere è spaccio aggravato dal articolare che lo scambio avvenisse in un carcere e spaccio in concorso. “Non si è trattato di un vero e proprio sodalizio – ha chiarito la Rana, affiancato dal nuovo procuratore che da qualche giorno regge la Procura di Larino Isabella Ginefra – ma comunque è stato inferto un colpo alla solidarietà del sistema”.

L’indagine, ha precisato il Colonnello Gaeta che col Maggiore Iacuzio che comanda la Compagnia frentana ha coordinato le attività, è stata condotta con l’ausilio di intercettazioni ambientali e telefoniche, osservazioni, pedinamenti e perquisizioni. Gravi indizi di colpevolezza a carico di 16 persone iscritte sul registro degli indagati, alcune delle quali si trovano già in cella.

La droga che entrava – e questo costituisce un elemento ancora più grave per la posizione degli indagati – non era solo riservata al consumo personale ma veniva ceduta e acquistata fra detenuti. Insomma, spaccio in piena regola. Inchiodati il padre di un detenuto residente a Ciampino, che ha spedito un pacco-droga da un ufficio postale, due romani, due molisani e due abruzzesi.

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