Sicurezza e immigrazione

Decreto Salvini verso la fiducia. Ortis (M5S) lo difende: “Lo abbiamo migliorato, se siamo a questo punto la colpa è del Pd”. Sabato protesta a Roma

La discussione generale in Senato è iniziata oggi: sul decreto sicurezza e immigrazione del ministro Matteo Salvini potrebbe essere posta la questione di fiducia da parte del governo giallo-verde. Alla vigilia della votazione prevista per domani il senatore Fabrizio Ortis (M5S) difende il provvedimento: "Consentirà al nostro Paese di allinearsi agli standard europei - come previsto dal Contratto di Governo - nel pieno rispetto del diritto internazionale". Per il deputato Federico (M5S): "Analizzeremo ogni aspetto della legge col buonsenso e senza coinvolgimenti ideologici attenendoci a quanto stipulato col nostro ‘contraente’ (Salvini, ndr) e senza mai perdere di vista i principi costituzionali”.

Se diversi esponenti del Movimento 5 Stelle hanno già espresso la loro contrarietà al cosiddetto decreto Salvini, quello su immigrazione e sicurezza, la posizione dei parlamentari molisani non è ancora molto chiara.

Da oggi, lunedì 5 novembre, il provvedimento è in discussione al Senato. In settimana – forse addirittura già domani – potrebbe arrivare il via libero definitivo al controverso dl 113 del 4 ottobre 2018 (Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’Interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) che sabato 10 novembre porterà in piazza a Roma migliaia di manifestanti – compresi quelli molisani – pronti a dire no alle misure “da Stato di polizia” previste in quella che, a breve, potrebbe diventare legge.

Con una situazione così ‘fluida’ è naturale che anche le posizioni dei rappresentanti regionali in Parlamento non siano ben definite. O almeno non per tutti.

E’ notizia di poche ore fa la decisione che il governo ha intenzione di porre la questione di fiducia sul decreto voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. A Palazzo Madama, dove ci sono anche i senatori molisani Fabrizio Ortis e Luigi Di Marzio, la conferma ufficiale della fiducia non c’è ancora. E si fatica a parlarne perché è chiaro che se il governo giallo-verde vi farà ricorso c’è il rischio imminente di una crisi di governo su un tema che è caro a Salvini più che a Di Maio.

Al di là di quello che accadrà nelle prossime ore (dopo la discussione generale c’è stata una sospensione dei lavori che durerà fino a domani) abbiamo cercato di capire cosa faranno i parlamentari molisani anche a seguito della lettera-appello sottoscritta la scorsa settimana da diverse associazioni regionali che hanno chiesto a deputati e senatori regionali di opporsi al decreto o almeno di emendarlo così da evitare che dietro le parole “sicurezza” e “immigrazione” si celi un tentativo di propaganda leghista per tornare alle urne e decidere il destino dell’Italia senza più neppure il freno grillino.

 

Stiamo intervenendo per porre rimedio ai danni delle irresponsabili politiche migratorie del Pd – questo ha dichiarato il senatore Ortis (M5S) . È chiaro che in ogni cosa ci sono sempre margini di miglioramento, infatti siamo riusciti con i nostri emendamenti di gruppo a dare un’impronta il più equilibrata possibile al provvedimento e nel corso di questa legislatura continueremo a lavorare per ottenere risultati sempre migliori e affinare sempre più il sistema dell’accoglienza e dell’inclusione in Italia”.

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Insomma, secondo il senatore pentastellato con questo decreto verrà aumentato il livello di sicurezza e si potrà combattere l’immigrazione illegale.

“Ne sono convinto. Il decreto consente al nostro Paese di allinearsi agli standard europei – come previsto dal Contratto di Governo – nel pieno rispetto del diritto internazionale. Puntiamo a garantire protezione, accoglienza e integrazione agli immigrati che ne hanno diritto e rimpatriare chi invece non ne ha oppure ha commesso reati gravi o, ancora, è stato condannato per terrorismo. Ampliamo la platea dei reati per cui scatta il diniego e/o la revoca della protezione internazionale. Sono incluse fattispecie delittuose di allarme sociale, come i reati di violenza sessuale e i reati di produzione, traffico e detenzione di stupefacenti, nonché di rapina ed estorsione, attualmente già rilevanti. È inserito anche il reato di mutilazione degli organi genitali femminili, crimine che mortifica la dignità delle donne”.

Per il deputato Antonio Federico (M5S) “le criticità ci sono su diversi punti del decreto, per quanto prematuro possa essere entrare oggi nel merito – senza aver visto ancora il testo definitivo – posso solo dire che come gruppo alla Camera analizzeremo ogni aspetto della legge col buonsenso e senza coinvolgimenti ideologici attenendoci al contratto di governo stipulato col nostro ‘contraente’ (Matteo Salvini, ndr) e senza mai perdere di vista i principi costituzionali”.

Antonio Federico

Più distante l’altra deputata molisana Rosa Alba Testamento (M5S) impegnatissima con lo studio della legge di Bilancio: “Guarderò il testo con attenzione quando sarà definitivo ma quello che posso dire oggi è che cercheremo una linea politica e una mediazione nel rispetto della Costituzione, dei cittadini e dei migranti affinché sia un processo di inclusione reale”.

E’ fiduciosa nella possibilità di poter emendare il testo la deputata Giusy Occhionero (LeU): “Dobbiamo ancora studiare il decreto per vagliare ogni norma e poi modificarlo coi nostri emendamenti. Siamo preoccupati che l’Italia si trasformi in uno Stato di polizia”.

Tra i nodi del decreto Salvini, infatti, c’è la stretta sui permessi di asilo e sulla protezione umanitaria “che creerà una schiera di persone che dall’oggi al domani si ritroveranno senza la possibilità di ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno. I richiedenti asilo – questo dicono da La Città invisibile, un gruppo di associazioni, operatori, attivisti e volontari che si occupano di problemi sociali e marginalità a Termoli e nel basso Molise –  non potranno più iscriversi all’anagrafe, quindi diventerà molto più difficile accedere ai servizi e a un lavoro regolare, con tutto quello che questo comporterà in termini di esclusione, sfruttamento e criminalità”.

Secondo il senatore Ortis sul punto bisogna fare chiarezza.

“Il decreto garantisce l’accesso al sistema decentrato di protezione e integrazione sociale gestito dai Comuni (SPRAR) a chi ha già ottenuto protezione internazionale e ai minori non accompagnati. Non sarà più così per i richiedenti asilo, al fine di rendere sostenibile un sistema non più in grado di far fronte al crescente numero di domande, vista la non sufficiente adesione dei Comuni al sistema SPRAR. I richiedenti asilo andranno nei centri a loro dedicati, i CARA, come già succede oggi, ma il decreto, si badi, non cancella il dovere di valutare, caso per caso, gli effettivi rischi di rimpatriare l’immigrato, in applicazione al principio internazionale di non respingimento”.

 

Molte altre sono le note dolenti del decreto che oltre a porre restrizioni sull’accoglienza, a voler dotare di pistole taser i vigili urbani e ad inasprire le pene per chi occupa case, riserva una ampia parte al tema dei beni confiscati alle mafie riacquistabili anche da privati. Il timore ventilato da più parti è che prestanome della malavita rientrino in possesso di case barche e terreni che con fatica lo Stato ha tolto alla criminalità organizzata.

“Per quanto riguarda l’introduzione sperimentale del taser nelle città al di sopra dei 100mila abitanti – queste ancora le parole di Ortis al termine della discussione generale in Senato – abbiamo raccolto le istanze di chi lavora nelle nostre metropoli e si trova giornalmente in difficoltà nell’affrontare situazioni che spesso che mettono a repentaglio l’incolumità delle forze dell’ordine. Tale sperimentazione sarà attentamente monitorata affinché i nuovi strumenti in dotazione vengano utilizzati nel modo più efficace possibile.

Il problema dell’emergenza abitativa, invece, nel nostro Paese è enorme e complesso e confido questo Governo saprà dare in merito risposte adeguate, ma non è di questo che tratta il Ddl. Il tema delle occupazioni abusive è qui affrontato soltanto per quel che concerne la scarsa sicurezza delle periferie d’Italia, degradate socialmente e urbanisticamente. L’inasprimento sanzionatorio è funzionale a scongiurare il costituirsi di nuove isole di illegalità nei nostri quartieri, evitando di aggiungere nuovi disagi alle già molte problematicità delle zone suburbane.

Infine, i beni sequestrati alle mafie. Oggi come oggi, i beni sequestrati alla non riescono a essere utilizzati più di tanto dalla società civile. Per ovviare al problema è stata introdotta questa norma, il cui obiettivo è migliorare l’efficienza e la funzionalità dell’Agenzia Nazionale beni confiscati alle mafie: se entro un anno i beni non sono assegnati, l’Agenzia annulla il trasferimento, con la possibilità di darli in affitto a persone in difficoltà economiche. Sono previste, poi, procedure semplificate per vendere i beni confiscati, prestando sempre molta attenzione a evitare che gli stessi possano tornare nelle mani della criminalità. Se non si riescono a utilizzare i beni per scopi di pubblica utilità, l’Agenzia può venderli e i soldi delle vendite confluiscono nel Fondo Unico Giustizia, per poi essere assegnati alla sicurezza pubblica e al potenziamento degli uffici giudiziari”.

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