Rendiconto 2017 sotto esame

Consulenze per la sanità, maxi stipendi ai dirigenti e debiti per 88 milioni: i conti della Regione a giudizio

Emolumenti dei direttore generali aumentati del 75,5%, pagamento della Asrem ai fornitori dopo 461 giorni e "criticità rilevanti" per incarichi di consulenza attributi ai privati: emergono ancora irregolarità nel Rendiconto 2017 (l'ultimo approvato dal governo Frattura) che riesce comunque a passare il vaglio della Corte dei conti. Questa mattina - 19 novembre - la cerimonia nella sede della Prefettura di Campobasso.

Troppi dipendenti e lauti stipendi ai dirigenti. Troppe consulenze ai privati per la sanità. Risultati negativi dalle diciotto società che la Regione detiene direttamente o indirettamente.

Il Rendiconto 2017 supera il giudizio della Corte dei Conti, ma ci sono “criticità rilevanti” che il nuovo governo regionale dovrà risolvere. Al vaglio della Sezione regionale di controllo del Molise il documento finanziario relativo all’esercizio 2017, l’ultimo elaborato dall’ex governo di centrosinistra guidato da Paolo di Laura Frattura e approvato successivamente dalla nuova giunta di centrodestra il 31 luglio 2018, ossia circa tre mesi dopo l’insediamento successivo alla vittoria delle elezioni.

Ieri mattina – 19 novembre – nella sede della Prefettura di Campobasso la cerimonia di quello che tecnicamente viene definito “il giudizio di parificazione”. “Una festa della democrazia”, secondo la definizione utilizzata dal presidente Mario Nispi Landi. “E’ bello – dice in apertura – che il giudizio di parificazione avvenga davanti ai rappresentanti della comunità” che “è giusto che sappia se i conti sono a posto o meno”. Dunque, anche questo è un modo per valutare l’operato degli eletti.

Rendiconto pubblico

Nel parterre la prefetta Maria Guia Federico, il presidente Donato Toma e la sua giunta (Nicola Cavaliere, Vincenzo Niro, Vincenzo Cotugno e Luigi Mazzuto), il vice presidente del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti Francesco Fimmanò, la delegazione parlamentare molisana (con Antonio Federico, Luigi Di Marzo, Rosa Alba Testamento e Giusy Occhionero), il sindaco di Campobasso Antonio Battista, l’ex governatore Michele Iorio e i rappresentanti delle forze dell’ordine.

Parlamentari molisani Movimento 5 Stelle e Occhionero

I tempi con cui il documento è stato approvato è una delle prime criticità osservata nella loro relazione il consigliere Luigi di Marco e il procuratore regionale Stefano Grossi. Giunta regionale ‘giustificata’ perché “il ritardo è dovuto in parte ai tempi di insediamento del nuovo consiglio regionale e della nuova giunta”. Anche se c’è un piccolo miglioramento dei conti, il rendiconto 2017 chiude con una esposizione debitoria di quasi 88 milioni di euro.

Problemi anche sulle spese perchè emergono “numerosi casi di indisponibilità delle somme sui pertinenti capitoli di bilancio”.  Molti di questi riguardano il pagamento di somme dovute dopo le condanne della Regione e a transazioni. In entrambi i casi la Regione avrebbe dovuto attivare la procedura per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio e non le ordinarie procedure di spesa. Tanto è vero che lo scorso 17 ottobre l’Autorità Nazionale Anticorruzione, dopo una segnalazione della sezione molisana, ha formalmente richiamato la Regione Molise al rispetto della normativa per quanto riguarda la pubblicazione dei bandi di gara all’interno della sezione amministrazione trasparente del sito istituzionale dell’ente.

Francesco Fimmanò

Pieno di spine il monitoraggio sul personale: 555 persone lavorano negli uffici della Regione. “Il rapporto tra il personale e gli abitanti del Molise è pari al 3,22%. Si tratta – sottolinea la Corte dei conti – di un dato più elevato rispetto alla media delle altre regioni e fortemente influenzato dalle ridotte dimensioni della regione e dalla scarsa densità demografica”. Anche se c’è stata una riduzione del numero dei dipendenti (del 1,2% rispetto al 2016 e del 7,3% rispetto al 2015) e dei dirigenti (diminuiti di quattro unità), restano i problemi sulla spesa: si attesta nel 2017 sui 35 milioni di euro.

E soprattutto “aumentano in modo significativo le retribuzioni dei direttori generali, + 42,6% rispetto al 2016 è più 75,5% rispetto al 2015“. E’ qui insomma che si annida la vera casta della Regione Molise. Oltre a tagliare vitalizi e indennità dei consiglieri regionali in carica, sarebbe ora di chiedere sacrifici anche ai cosiddetti ‘colletti bianchi’.  a cui evidentemente andrebbe chiesto un sacrificio non solo ai consiglieri regionali.

Stefano Grossi

Corposo il capitolo della sanità. Il Molise “prosegue non senza difficoltà la gestione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario”. Solo grazie al contributo di solidarietà delle altre Regioni (approvato il 23 dicembre 2015 nella seduta della Conferenza Stato-Regioni), è tornato il ‘segno più’: “il risultato di gestione chiude in attivo per 3,62 milioni”.

Inoltre, i giudici contabili confermano quello che il governatore Toma ‘predica’ da mesi: la mancata nomina del commissario ad acta per la gestione del piano di rientro che comporta “ulteriore pregiudizio della correttezza delle ordinarie attività gestionali”. Nonostante ciò, l’organo contabile ravvisa una serie di irregolarità: anche se è stato rispettato il contenimento dei costi dal punto di vista del personale, invece sono aumentate le consulenze sanitarie da privato. E ancora: “permangono criticità rilevanti relativi a studi e incarichi di consulenza conferiti a soggetti estranei all’amministrazione trasmessi dall’Azienda sanitaria”. Incarichi affidati “in contrasto con il principio di necessaria temporaneità o senza il previo espletamento di procedure selettive”, così come è stato rilevato il mancato rispetto dell’obbligo di pubblicità degli incarichi secondo le modalità previste dalla legge.

Peggiora pure il tempo con cui la Asrem paga i fornitori: 461 giorni. In pratica un anno e 3 mesi circa.

Infine le partecipate.  Attualmente sono 18 quelle detenute direttamente indirettamente dalla Regione che possiede indirettamente, attraverso Molise Dati, azioni della Banca popolare delle province molisane. Contano 330 dipendenti con contratto a tempo determinato. E’ vero, sono diminuiti di 12 unità rispetto al 2016. Ma giudici osservano comunque incongruenze e altre perfomance negative.

“Ci sono miglioramenti rispetto alle precedenti gestioni”, il giudizio finale del presidente Angelo Buscema.

Donato Toma corte dei conti

Il presidente Toma interviene dopo la requisitoria del procuratore Grossi rimarcando l’azione avviata dal suo governo per “il miglioramento finanziario dell’ente”. “Voglio essere un presidente di prospettiva”, aggiunge elencando cosa è stato già messo in campo: la gara di affidamento del servizio Tesoreria e il miglioramento della riscossione di imposte come la tassa automobilistica, l’informatizzazione della contabilità. Il capo della Giunta annuncia interventi sulle partecipate e una ricognizione sul personale. Chissà se tali operazioni gli consentiranno di superare con un voto più alto il giudizio della Corte dei conti invece della sufficienza ‘stiracchiata’ assegnata al Rendiconto 2017.

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