Campobasso

Cannabis light e alcol ‘accessibili’ ai minori. Joint24 nel mirino della Polizia: maxi multa da 24mila euro

Il negozio passato al setaccio dalla Squadra Mobile: il distributore di alimenti e bevande, hanno riscontrato i poliziotti, erogava birra alcolica in orario non consentito (da mezzanotte alle 6 del mattino) e non erano inseriti i prescritti limitatori di vendita. Maxi multa per il punto vendita che si trova di fronte al liceo classico di Campobasso

Era accessibile ai ragazzi con meno di diciotto anni anche di notte. Si entrava, poi nei distributori automatici era possibile acquistare alcol e prodotti a base di cannabis light, ossia senza thc, il principio attivo della canapa, in maniera libera.

Joint 24, negozio di via Scardocchia a pochi passi dai licei e dall’Università del Molise, era già finito la scorsa estate nell’occhio del ciclone: la sua apertura aveva messo in allarme i genitori di tanti ragazzi e costretto il Comune a correre ai ripari con un’ordinanza del sindaco per vietare nuove aperture vicino a ‘luoghi sensibili’ come scuole e chiese.

In più, gli uffici Commercio preposti al rilascio delle varie autorizzazioni avevano riscontrato alcune irregolarità chiedendo al titolare di integrare la Scia, la Segnalazione certificata di inizio attività (documento indispensabile all’apertura di un qualunque esercizio commerciale). Poi è stata annullata nel momento in cui il titolare non ha sanato le richieste del Comune.

Joint 24 cannabis light Campobasso

Nonostante ciò, il punto vendita è rimasto aperto. Ed è finito nel mirino della Polizia di Campobasso. Per verificare che tutto fosse in regola gli agenti della Squadra Mobile si sono recati due volte in via Scardocchia: il 1 novembre, poco dopo le 5 del mattino, e il 3 novembre intorno a mezzanotte.

In entrambi in casi, si legge nel comunicato diramato da via Tiberio, i poliziotti hanno riscontrato che il distributore di alimenti e bevande erogava birra alcolica in orario non consentito (da mezzanotte alle 6 del mattino) e che non erano inseriti i prescritti limitatori di vendita. In pratica, la macchinetta non chiedeva nemmeno la tessera sanitaria con il codice fiscale per verificare l’età dell’acquirente, come avviene già per le sigarette. Bastava inserire le monete e il gioco era fatto. Insomma, anche i ragazzini con meno di 18 anni potevano andare nel negozio e fare ‘rifornimento’ di alcol e cannabis light.

Irregolarità che sono state sanzionate dalla Polizia con una maxi multa: in totale, 24mila euro.

Due sanzioni da circa 6mila e 600 euro ciascuna sono state elevate per la vendita ‘libera’ di alcol, mentre altre due multe da oltre 5mila euro ciascuna sono state contestate perché la vendita avveniva”nonostante fosse inefficace la Segnalazione certificata di inizio attività”.

Una stangata che conferma l’allerta degli investigatori pure sul consumo di cannabis light, la cui commercializzazione era stata autorizzata nel 2017 (in Italia sono nati così 800 negozi di cannabis light) e poi stoppata dal Consiglio superiore di sanità nel momento in cui sono stati intuiti i potenziali effetti e pericoli.

A confermarlo uno studio condotto da Giovanni Serpelloni, ex capo Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio: da piccole quantità di cannabis light, anche pochi grammi della sostanza legalmente in vendita, è possibile ricavare sostanze stupefacenti. E dunque “creare una sostanza farmacologicamente attiva che provoca alterazioni neuropsichiche”.

Per i ragazzi potrà sembrare pure uno sballo ‘innocente’, in realtà è una porta aperta verso il consumo di droga. Per sintetizzarla con le parole di uno dei responsabili di San Patrignano, “chi semina cannabis raccoglie eroina”.

Se il lavoro delle forze dell’ordine è importante su questo fronte, sarebbe il caso che anche il Comune di Campobasso mettesse a punto le sue ‘armi’: il regolamento per disciplinare le aperture dei negozi di cannabis light è finito nel dimenticatoio. Mai arrivato sul tavolo della preposta commissione Commercio.

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